
Ambiasciata di Israele: le parole di Parolin erano «sfortunate» non «deplorevoli»
CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Non «deplorevoli», ma «sfortunate». Con questa precisazione l’ambasciata israeliana alla Santa Sede fa retromarcia sul comunicato dell’ambasciatore in cui si definivano per l’appunto deplorevoli le parole del cardinale Pietro Parolin sull’offensiva israeliana a Gaza: una «carneficina». «Il diritto alla difesa non giustifica 30mila morti» aveva aggiunto il segretario di Stato vaticano.
La precisazione dell’ambasciata di Tel Aviv si concentra sulla scelta usata per tradurre l’originale inglese: una dichiarazione «regrettable» che, sostengono all’ambasciata, sarebbe stato meglio tradurre in spiacevole (l’Oxford Dictionary, dal canto suo, definisce regrettable come qualcosa di meritevole o causa di rammarico). Ma la nota di mercoledì dell’ambasciata continuava accusando i civili di Gaza di complicità con Hamas: «Hanno partecipato attivamente all’invasione non provocata del 7 ottobre».
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