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Guerra a Gaza, nuovi equilibri mondiali, la forza del Diritto: online

Guerra a Gaza, nuovi equilibri mondiali, la forza del Diritto: online "IRIAD Review"

Sul numero di febbraio di IRIAD Review – mensile che si occupa di “studi sulla pace e sui conflitti” dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo (IRIAD) – il vicepresidente e cofondatore dell’Istituto Maurizio Simoncelli commenta la drammatica attualità del Medio Oriente con un “focus” dall’eloquente titolo: “Un’ora buia”. «Un popolo che aveva subito nei secoli discriminazioni e violenze sino ad arrivare alla Shoah attuata dai nazisti e dai loro alleati (fascisti compresi) – scrive Simoncelli – ora sta vivendo l’ora più buia della sua civiltà» a causa di una reazione agli attacchi del 7 ottobre scorso del tutto «sproporzionata»: notizie di massacri «inaccettabili», crimini di guerra, denunce di furti di beni e denaro dei palestinesi sfollati o uccisi, mentre nel mondo il dibattito si focalizza sul “diritto all’autodifesa” e sul “genocidio” dei palestinesi di Gaza… E intanto «l’Occidente, paladino dei diritti umani, sembra ancora non riuscire a mobilitarsi per fermare la guerra, mentre appare rapidissimo nell’inviare una flotta militare nel Mar Rosso a protezione del traffico navale e dei relativi interessi economici». Intorno alla questione palestinese si rinsaldano le alleanze di un nuovo equilibrio mondiale dominato da Russia, Cina e Iran. «In questo scenario l’ONU viene costantemente tenuta ai margini della scena internazionale, se non accusata di essere di parte quando fa sentire la sua voce indipendente. Questo è il caso di Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per le violazioni dei diritti umani commessi nei Territori palestinesi occupati, a cui è stato vietato da Tel Aviv l’ingresso nell’area, e ancor di più del segretario generale Antonio Guterres, accusato addirittura di giustificare il terrorismo. Sembra che il diritto internazionale e ancor più quello umanitario non siano più in vigore in questo nuovo secolo. E non è un buon segno».

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