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Genocidio a Gaza? Amnesty: Israele ignora le richieste della CIG e non fa passi avanti

Genocidio a Gaza? Amnesty: Israele ignora le richieste della CIG e non fa passi avanti

In una lunga nota del 26 febbraio, Amnesty International denuncia che, a un mese dal pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) che imponeva a Israele «misure immediate ed efficaci» per scongiurare il rischio di genocidio nella Striscia di Gaza, l’occupante «non ha fatto neanche il minimo passo per ottemperare all’ordine attraverso la fornitura di sufficiente assistenza umanitaria e il funzionamento dei servizi di base».

La nota di Amnesty si concentra sul capitolo degli aiuti umanitari: «Quella di fornire aiuti era una delle sei misure cautelari ordinate il 26 gennaio dalla Corte, che aveva dato a Israele un mese di tempo per riferire sulla loro attuazione. Nel periodo trascorso, Israele ha continuato a ignorare le sue responsabilità e, in quanto potenza occupante, ad assicurare le necessità fondamentali della popolazione palestinese della Striscia di Gaza».

Tra bombardamenti senza sosta, blocco mai allentato e condizioni di vita allo stremo, la popolazione di Gaza rischia oggi un genocidio perpetrato tanto attraverso le armi quanto attraverso la privazione di beni di prima necessità. Inoltre, accusa Amnesty, «le autorità israeliane non hanno assicurato l’arrivo di sufficienti forniture di prodotti salva-vita» e non hanno garantito la sicurezza nemmeno alle organizzazioni umanitarie, rendendo impossibile il loro lavoro di assistenza.

L’accusa di Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord, è senza appello: «Israele non solo ha creato una delle peggiori crisi umanitarie del mondo ma sta anche mostrando una cinica indifferenza per il destino della popolazione di Gaza, creando quelle condizioni che secondo la Corte la pongono a rischio di genocidio. Ancora una volta, Israele non ha fatto il minimo passo, che le agenzie umanitarie sollecitano disperatamente e che sarebbe chiaramente in suo potere fare, per alleviare la sofferenza della popolazione civile di Gaza». «In quanto potenza occupante, secondo il diritto internazionale, Israele ha il chiaro obbligo di garantire le necessità di base della popolazione di Gaza. Israele non solo ha gravemente fallito in questo senso, ma sta anche ostacolando e impedendo l’ingresso di aiuti sufficienti nella Striscia di Gaza, soprattutto nella zona settentrionale, praticamente inaccessibile. Questo è un chiaro segnale di disprezzo per la sentenza della Corte e una evidente violazione dell’obbligo di prevenire il genocidio». «La dimensione e la gravità della catastrofe umanitaria causata dagli incessanti bombardamenti di Israele, della distruzione e del soffocante assedio pongono oltre due milioni di palestinesi di Gaza a rischio di un danno irreparabile», ha concluso.

Leggi la nota integrale sul sito di Amnesty

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