In un nuovo libro il papa racconta la manovra per bloccare l'elezione di Joseph Ratzinger nel conclave del 2005
Nel conclave del 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II, i cardinali elettori usarono il nome del card. Jaime Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, per «bloccare l’elezione di (Joseph) Ratzinger e poi negoziare un terzo candidato diverso». È lo stesso papa Francesco a rivelarlo nel libro-intervista del corrispondente del quotidiano conservatore spagnolo ABC, Javier Martínez Brocal, intitolato El sucesor (ed. Planeta) in uscita il 3 aprile.
«Ho avuto quaranta voti su 115 nella Cappella Sistina. Sono bastati per fermare la candidatura del cardinale Joseph Ratzinger, perché, se avessero continuato a votare per me, non sarebbe riuscito a raggiungere i due terzi necessari per essere eletto Papa», racconta Bergoglio. «In quel conclave - il fatto è noto - mi usarono», aggiunge, precisando che «i cardinali giurano di non rivelare ciò che accade in conclave, ma i Papi hanno licenza di raccontarlo».
Coloro che proponevano di votarlo, non lo facevano perché volevano che fosse eletto: «La manovra consisteva nel mettere il mio nome, bloccare l'elezione di Ratzinger e poi negoziare un terzo candidato diverso», è la denuncia di Francesco.
«Quando ho capito», seguita il pontefice, «ho detto a un cardinale latinoamericano, il colombiano Darío Castrillón: “Non scherzate con la mia candidatura, perché in questo momento dirò che non accetterò, eh? ». «E lì fu eletto Benedetto» che, confessa, «era il mio candidato», perché «era l’unico che in quel momento poteva essere Papa. Dopo la rivoluzione di Giovanni Paolo II (…) c’era bisogno di un papa che mantenesse un sano equilibrio, un papa di transizione».
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