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La Chiesa spagnola chiede al Parlamento di decidersi a discutere le legge sulla regolarizzazione degli immigrati

La Chiesa spagnola chiede al Parlamento di decidersi a discutere le legge sulla regolarizzazione degli immigrati

La Chiesa spagnola chiede ai gruppi politici del Parlamento di prendere in considerazione la Legge di Iniziativa Popolare (IPL) sulla riforma straordinaria regolarizzazione delle persone straniere. A sottoscrivere la richiesta, con una nota del 5 aprile, la Conferenza Spagnola dei Religiosi (CONFER), la Caritas, il Dipartimento per la Migrazione della Conferenza Episcopale Spagnola e la Rete di Enti per lo Sviluppo Solidale (REDES).

La proposta di legge popolare è partita nel 2021 per iniziativa di una coalizione di oltre 900 gruppi che va dalla Conferenza episcopale ad associazioni della sinistra sociale. La coalizione è guidata dagli stessi migranti attraverso il movimento Regolarizzazione Ora.

Il timore dei sostenitori della proposta legislativa di base temono che essa possa non essere nemmeno discussa al Congresso, dove il 9 aprile i partiti politici dovranno decidere se prenderlo in considerazione, aprendo un dibattito, o, al contrario, respingerlo.

La LIP sulla regolarizzazione degli immigrati ha avuto il sostegno di ben 611,821 spagnoli, che hanno così reso possibile presentare il progetto in Parlamento. Un recente sondaggio ha evidenziato che il 55% della popolazione iberica – il 54% degli uomini e il 56% delle donne (in entrambi i gruppi senza significative differenze percentuali per gruppi di età) – è favorevole alla regolarizzazione degli immigrati. Per intenzione di voto nelle prossime elezioni europee, il sondaggio ha rilevato che è favorevole alla regolarizzazione delle persone straniere il 72% degli elettori di Sumar+Podemos; il 75% dei votanti per il Psoe; il 48% di chi sceglierà il PP a giugno e solo il 22% (ma si tratta sempre di un elettore su 5) di chi apporrà la croce su Vox.

Secondo le stime più recenti, circa 425.000 persone (il 12% della popolazione migrante totale nel 2021) risiedono attualmente in Spagna in una situazione di irregolarità amministrativa. La grande maggioranza di di essere proviene dall'America Latina, più della metà sono donne e circa 112.000 hanno meno di 16 anni (secondo i dati aggiornati della ONG Save the Children).

Uno studio della Fondazione PorCausa (organizzazione senza scopo di lucro con sede in Spagna che si dedica alla ricerca, al giornalismo e alla comunicazione sulle questioni relative alla migrazione) ha dimostrato, all’inizio di queste mobilitazioni, che la regolarizzazione sarebbe un enorme vantaggio per le casse pubbliche. «Nello specifico – scriveva su El País il 12 marzo scorso Gonzalo Fanjul della Fondazione –abbiamo stimato il contributo della regolarizzazione allo Stato in circa 3.400 euro per lavoratore all'anno. Un beneficio netto cumulato compreso tra 790 e 950 milioni di euro all'anno, sufficiente, ad esempio, perché queste famiglie contribuiscano con 2,2 euro per ogni euro ricevuto al bilancio del reddito minimo vitale».

*Migranti africani alla barriera di confine tra Spagna e Marocco. Foto ritagliata di ¡¡¡!!! tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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