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WWF in audizione alla Camera:

WWF in audizione alla Camera: "il regionalismo differenziato è ad alto rischio ambientale"

«Il WWF ritiene che le misure contenute nella proposta di normativa sull’autonomia differenziata approdata alla Camera, non solo non garantiranno una maggiore tutela, ma addirittura renderanno ancor più disomogenea quella vigente con conseguenti possibili rischi e danni ambientali». Questo è stato sostenuto da Gaetano Benedetto, presidente del Centro Studi del WWF Italia, e da Ilaria Scarpetta, dell’Ufficio Relazioni istituzionali del WWF Italia, nel corso dell’audizione di oggi in Commissione Affari Costituzionali della Camera sulla proposta di legge del Governo sul regionalismo differenziato.

Nel corso dell’audizione – si legge nel comunicato stampa diramato dall’associazione ambientalista – il WWF ha evidenziato che l’interpretazione applicativa che si sta dando all’art. 116 della Costituzione (che prevede il cosiddetto "regionalismo differenziato" o "regionalismo asimmetrico" per le Regioni a statuto ordinario, consentendo ad alcune di esse di dotarsi di poteri diversi dalle altre) è ben oltre il pensiero del legislatore che lo ha approvato nel 2001. E, in questo quadro, ha ribadito la sua «contrarietà sia all’impostazione generale del nuovo impianto normativo sia alla modalità con cui è stato trattato il tema della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema». Un tema, questo, che «si sarebbe dovuto affrontare con una procedura distinta da tutte le altre materie previste nelle intese che si stanno siglando con le Regioni perché oggi, dopo la riforma dell’art. 9 della Costituzione nel 2022, la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi è ricompresa tra i principi generali costituzionali che sono stati modificati per la prima volta proprio per garantire la protezione, anche per le future generazioni, dell’ambiente e della natura».

«Se vi è un settore in cui l’azione amministrativa non può essere frammentata – seguita il comunicato – è proprio quello ambientale. Gli ecosistemi sono sistemi aperti non gestibili come isole rispetto al resto del contesto territoriale. I Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) che il Governo ipotizza appaiono inadeguati sia rispetto alla resilienza che deve essere garantita sul nostro territorio anche in risposta alle esigenze di adattamento al cambiamento climatico, sia rispetto alle indicazioni della Corte costituzionale che ha più volte ricordato come i livelli di tutela non debbano essere minimi, ma debbano essere adeguati e non riducibili».

Il WWF ha poi ricordato come «la tutela della biodiversità vada finalizzata anche al mantenimento dei servizi ecosistemi che questa garantisce: la qualità dell’aria, del suolo o delle falde idriche è essenziale per la vita umana e spesso incide anche su popolazioni esterne al contesto regionale in cui è localizzata. La conservazione degli ecosistemi dev’essere garantito, anche nell’interesse delle generazioni future, attraverso parametri che ad oggi non sono stati codificati e che non hanno visto neppure il pieno coinvolgimento della comunità scientifica».

A questo link il comunicato integrale del WWF.

*Foto ritagliata di mad mags, tratta da Flickr, immagine originale e licenza

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