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Elezioni Usa: J.D. Vance, un cattolico di destra alla corte di Donald Trump

Elezioni Usa: J.D. Vance, un cattolico di destra alla corte di Donald Trump

Tratto da: Adista Notizie n° 28 del 27/07/2024

41938 WASHINGTON-ADISTA. James David Vance, 40 anni ad agosto, cattolico, con una moglie di origini indiane e induista, Usha Chilukuri, è il candidato scelto da Donald Trump come vicepresidente. Un fatto, quello della fede religiosa del senatore dell’Ohio, che non può essere sottovalutato nella corsa presidenziale d’Oltreoceano nella quale da sempre il fattore “cristiano”, non di rado legato ad aspetti ideologici, ha avuto il suo peso. Se Trump verrà eletto a novembre – spiegava il sito d’informazione cattolica Crux – Vance diventerà il secondo vicepresidente cattolico della nazione dopo lo stesso Biden, che è diventato il primo quando ha servito sotto Barack Obama dal 2009 al 2017. Prima di Biden nel 2009, c'erano stati altri sei candidati alla vicepresidenza cattolici: il repubblicano William Miller nel 1964, il democratico Ed Muskie nel 1968, il democratico Thomas Eagleton nel 1972, il democratico Sargent Shriver nel 1972, la democratica Geraldine Ferraro nel 1984 e il democratico Tim Kaine nel 2016.

La doppia conversione

La particolarità di Vance è quella di essere un doppio convertito: nel 2019 al cattolicesimo e, in tempi più recenti al trumpismo. Sì, perché quello che oggi è diventato uno dei sostenitori più convinti del miliardario americano, fino a non molto tempo fa diffidava di lui. Vance, in effetti, fu molto critico nei confronti di Trump, sia in pubblico che in privato, nel 2016 e poi durante le fasi iniziali del suo mandato (2017-2021). «Oscillo tra il pensare che Trump sia uno stronzo cinico come Nixon, che non sarebbe poi così male (e potrebbe persino rivelarsi utile), e il pensare che sia l'Hitler americano», scrisse privatamente a un suo collaboratore su Facebook nel 2016. Quando il suo commento su Hitler fu reso noto per la prima volta nel 2022 – ricorda l’agenza Reuters – un portavoce non lo contestò, ma affermò che non rappresentava più le opinioni di Vance. Quando, poi, il futuro candidato alla vicepresidenza, ha corso per un posto al Senato nel 2022, le sue dimostrazioni di lealtà, tra cui la minimizzazione dell'attacco del 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti da parte dei sostenitori di Trump, sono state sufficienti per ottenere l'ambito sostegno dell'ex presidente. L’appoggio di Trump lo ha del resto aiutato a vincere in una primaria competitiva.

Nelle interviste ai media, Vance ha affermato che non c'è stato alcun momento specifico, nessuna scintilla, che gli abbia fatto cambiare le sue opinioni su Trump. Piuttosto, si è gradualmente reso conto che la sua opposizione all'ex presidente era radicata nello stile del tycoon piuttosto che nella sostanza di quello che sosteneva. Da parte democratica lo accusano naturalmente di essere un voltagabbana e un opportunista.

L’aborto e Trump

Le idee di J.D. Vance, tuttavia, coincidono con quelle del suo leader: promotore di un’America isolazionista sul piano internazionale, è ferocemente contrario all’arrivo di migranti e sull’aborto è stato a lungo un sostenitore del bando totale, senza eccezioni; posizione, quest’ultima, leggermente modificata di recente in base alla nuova linea dettata dallo stesso Trump. L’ex presidente ha in effetti ammorbidito un po’ la tradizionale intransigenza pro-life del Partito repubblicano (Grand Old PartyGop) – affermando che a decidere sulla questione devono essere le leggi dei singoli Stati – dopo che in diversi di essi sono stati votati referendum che hanno allargato e rafforzato il diritto all’aborto o l’hanno reintrodotto, nel caso di quegli stati governati dai repubblicani.

All’origine della querelle d’altro canto c’è stata la sentenza della Corte Suprema – a forte maggioranza trumpiana – che nel giugno del 2022 ha rovesciato una precedente decisione dello stesso organismo risalente al 1973 con la quale si affermava il diritto all’aborto a livello federale. Dal 2022 in poi la questione è diventata uno dei terreni di battaglia politica più accesi fra repubblicani e democratici, tenendo conto che tutti i sondaggi sulla materia davano una maggioranza di americani contrari al divieto assoluto di aborto. Resta da dire che il movimento pro-life è sostenuto storicamente da quei settori della Chiesa cattolica più conservatori e oggi ostili a papa Francesco (fra i quali numerosi vescovi) nonostante quest’ultimo abbia riaffermato più volte la posizione ufficiale della Chiesa nettamente contraria all’aborto. Si tratta anche di uno dei temi sui quali convergono due gruppi cristiani che sostengono la campagna di Trump: i cattolici tradizionalisti, appunto, e gli evangelici bianchi che costituiscono lo zoccolo duro del trumpismo nell’America profonda.

Le giravolte di J.D. Vance

Così, nella sua prima intervista dopo aver ottenuto la nomination come vicepresidente, Vance ha affermato che le opinioni di Trump sull'aborto saranno quelle che prevarranno nel Partito Repubblicano. «Bisogna credere nelle eccezioni ragionevoli, perché è lì che si trova il popolo americano», ha detto nel merito il senatore rispondendo alle domande poste da Fox News, la rete tv iper trumpiana. «E bisogna lasciare che siano i singoli stati a prendere questa decisione».

Una posizione diversa da quella assunta nel 2021 quando gli fu chiesto se le leggi anti-aborto dovessero includere un'eccezione per le vittime di stupro e incesto. «Due torti non fanno una ragione», disse in un'intervista al podcast Spectrum News 1 “Dear Ohio”. «Alla fine – spiegò – stiamo parlando di un bambino non ancora nato. Che tipo di società vogliamo avere? Una società che considera i bambini non ancora nati come inconvenienti da scartare?». Quindi aggiungeva: «La questione non è se una donna debba essere costretta a portare a termine una gravidanza, ma se a un bambino debba essere permesso di vivere, anche se le circostanze della sua nascita sono in qualche modo scomode o un problema per la società».

Durante la sua candidatura al Senato per le elezioni del 2022, Vance ha affermato di credere in alcune eccezioni all'aborto, citando il caso di una bambina di 10 anni vittima di stupro in Ohio che ha dovuto recarsi in Indiana per abortire. Sempre nel 2022 ha anche detto che un disegno di legge nazionale sull'aborto proposto dal senatore repubblicano Lindsey Graham, che avrebbe consentito eccezioni in caso di stupro, incesto o se la vita della madre fosse a rischio, era «totalmente ragionevole». Ha sostenuto nuovamente tali eccezioni sulla CNN l'anno scorso. Tuttavia, dopo che gli elettori dell'Ohio hanno aggiunto alla Costituzione dello Stato nel novembre 2023 il diritto di accesso all'assistenza all'aborto, Vance in un post su X ha descritto il voto come un «pugno allo stomaco» per gli oppositori dell'aborto.

Ambiente e migranti

E se sull’aborto almeno la questione dottrinale è chiara, lo stesso non può dirsi per altre due questioni chiave di questa campagna elettorale, in cui J. D. Vance ha posizioni distanti da quelle della Chiesa di Roma. Il senatore infatti è un campione dell’opposizione all’immigrazione negli States e sostanzialmente un negazionista rispetto al rischio del cambiamento climatico per cui è favorevole alla cancellazione di ogni provvedimento che impone alle aziende delle politiche di rispetto ambientale; d’altro canto, secondo quanto riportato dal Guardian, Vance ha ricevuto più di 340mila dollari da parte dell’industria petrolifera e del gas per finanziare la sua campagna del 2019, e resta tuttora uno dei maggiori beneficiari del contributo di questo settore.

Altrettanto chiara è la sua ispirazione in materia di immigrazione, secondo quanto ha affermato a Fox news R. J. Hauman, presidente del National Immigration Center for Enforcement, organizzazione di destra che contesta le politiche migratorie dell’amministrazione Biden, giudicate troppo morbide, «il presidente Trump è stato eletto per la prima volta per mettere in sicurezza i nostri confini e far rispettare le nostre leggi sull'immigrazione dopo decenni di negligenza a Washington, e ha mantenuto le sue promesse», ora «scegliendo un fervente riformatore dell'immigrazione come il senatore Vance come suo compagno di corsa, il presidente Trump ha ribadito al popolo americano che i nostri confini devono essere messi in sicurezza e le leggi sull'immigrazione devono essere applicate in modo aggressivo». Il duo Trump-Vance, in caso di vittoria, promette una campagna di deportazioni senza precedenti di persone immigrate in America clandestinamente. 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

 

(francesco peloso)

 

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