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Fiera di Verona EOS 2025: la società civile annuncia tre buone notizie

Fiera di Verona EOS 2025: la società civile annuncia tre buone notizie

Anche quest’anno, in vista della fiera EOS 2025 (European Outdoor Show) che si tiene a Verona i primi di febbraio – e che è dedicata a caccia, tiro sportivo, pesca, nautica, outdoor – Osservatorio OPAL, Movimento Nonviolento e Rete italiana Pace e Disarmo sono scesi in campo per invitare gli organizzatori e le istituzioni locali ad evitare «qualsiasi ambiguità» in merito alla gestione dell’esposizione di armi, in particolare escludendo dalla manifestazione aziende di Stati «condannati dall’Onu», precludendone l’accesso ai minorenni ed evitando che l’evento sia sfruttato per finalità di propaganda culturale e politica sulla promozione dell’autodifesa e della proliferazione delle armi leggere nella società italiana.

Nella nota del 15 gennaio, le organizzazioni per la pace e il disarmo hanno ricordato di aver seguito da vicino, sin dagli esordi 4 anni fa, la manifestazione fieristica di Verona, ma anche «simili fiere tenutesi in precedenza a Vicenza e Brescia dove venivano esposte armi da fuoco di tipo comune, cioè acquistabili dai cittadini italiani previo ottenimento di licenza». Chiaro il riferimento alla manifestazione HIT Show (dove HIT stava per “Hunting, Individual Protection and Target Sports”) di Vicenza, che negli anni passati si era caratterizzata proprio come “fiera delle armi”, trascinandosi dietro una valanga di critiche e anche un esposto della società civile e cattolica proprio per il suo deleterio portato propagandistico e culturale (v. Adista Notizie n. 7/19).

Da allora le cose sono cambiate, grazie in particolare alla costante pressione della società civile pacifista sulle istituzioni locali coinvolte nelle fiere.

Niente “difesa personale”

Dopo numerosi appelli e interlocuzioni con l’Amministrazione Comunale di Verona e VeronaFiere, le associazioni hanno ottenuto dagli organizzatori di EOS l’esclusione dai padiglioni del settore “difesa personale”, grazie alla stesura, l’anno scorso, di un Codice Etico «che, per quanto riguarda le armi e componenti, delimita chiaramente i settori di riferimento alla “caccia e al tiro sportivo, alle armi da collezione, alle armi antiche e per il softair”».

Nonostante questo successo, ammettono comunque i tre firmatari della nota, «tra le armi esposte ad EOS figurano tuttora anche armi che possono essere utilizzate per la difesa personale e abitativa: è un problema che, però, va ricondotto alla normativa nazionale secondo la quale gran parte delle armi semiautomatiche, in particolare le pistole, in quanto “armi comuni da sparo”, possono essere regolarmente detenute da cittadini in possesso di licenza sia per la difesa personale sia per praticare il tiro sportivo».

Stop alla propaganda

Da sottolineare anche un altro importante obiettivo conseguito dalle organizzazioni della società civile: quello cioè «che il salone EOS non si prestasse ad ospitare eventi culturali e di tipo politico riguardo alle normative sulla legittima difesa o rivolte ad incentivare, in modo diretto e indiretto, la diffusione delle armi in Italia ai fini della difesa personale o abitativa. Una decisione, fatta propria dagli organizzatori di EOS, quanto mai rilevante considerato che nelle manifestazioni fieristiche dedicate alle armi che l’hanno preceduta, in particolare HIT Show di Vicenza e ancora prima EXA di Brescia, il settore della difesa personale e il tema della “legittima difesa” avevano invece sempre trovato ampio spazio e pubblicizzazione».

Fuori le aziende di Stati criminali

L’interlocuzione con l’amministrazione comunale e con i promotori della fiera è proseguita anche dopo EOS 2024 per portare a casa un altro importante traguardo, e cioè che il “Regolamento Generale degli Espositori” di EOS escludesse dai padiglioni espositori e materiali di aziende armiere con sede negli Stati sottoposti dall’Onu all’embargo di armi o ritenuti responsabili di crimini di guerra e contro l’umanità. Anche qui, il riferimento è chiaramente a Israele, artefice di quello che in molti ritengono una pulizia etnica del popolo gazawi. Nella nota del 15 gennaio, le organizzazioni pacifiste avevano «notato, con stupore e forte rammarico, che nell’edizione che sta per aprirsi risultano presenti i prodotti di due aziende israeliane: la Bul Armory (armi da fuoco di alta qualità) e la Maglula (caricatori rapidi e veloci)».

Tre successi

A due giorni di distanza, il 17 gennaio, Osservatorio OPAL, Movimento Nonviolento e Rete italiana Pace e Disarmo tornano sull’argomento con un nuovo comunicato stampa, nel quale evidenziano «tre buone notizie». «A seguito del comunicato stampa diffuso il 15 gennaio dalle nostre associazioni – annuncia la nota – i promotori del salone fieristico EOS 2025 (Pintails S.r.l. e Conarmi, il Consorzio armaioli italiani), in accordo con VeronaFiere e l’Amministrazione comunale di Verona, hanno assunto tre rilevanti decisioni».

Innanzitutto, dal “Catalogo Espositori” sono scomparse le aziende israeliane. Sebbene le organizzazioni avessero denunciato la presenza di prodotti israeliani e non di espositori, in risposta alla nota del 15 gennaio gli organizzatori hanno ribadito che alla fiera «non prende parte alcun espositore né diretto né indiretto con sede nello Stato di Israele». L’ambiguità potrebbe essere risolta, affermano i pacifisti il 17 gennaio, che comunque annunciano di voler monitorare, nel corso della fiera, «che effettivamente i manufatti di aziende israeliane non siano presenti negli stand e disponibili al pubblico».

Collegato a questo primo, è anche il secondo successo: «Ci è stato inoltre annunciato che il “Regolamento Generale” riporterà – scrivono le organizzazioni – che non sono ammesse ad esporre ad EOS le aziende che provengono da Paesi sottoposti a embargo delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea in materia di armi» e che sarà proibita l’esposizione di armi controverse, appartenenti alla Categoria A della Classificazione Europea.

Infine, terza buona notizia, è da render conto di un ulteriore passo avanti nella limitazione dei padiglioni ai minorenni, «ai quali è precluso il maneggio delle armi anche di modesta capacità offensiva». Il divieto è ora più esplicito e difficile da aggirare: comunicato dalle autorità agli espositori, sottoscritto dal visitatore al momento dell’acquisto del biglietto online, esposto con opportuna e potenziata segnaletica, fatto rispettare dal personale vigilante agli stand.

In chiusura della nota del 17 gennaio, le organizzazioni ritengono questi segnali incoraggianti e che vanno nella giusta direzione. E auspicano che «EOS sia sempre più e solo una manifestazione degli sport all’aria aperta, limitando il più possibile la presenza di armi».

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