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“Propaganda gender”: l’ultradestra romana contro l’educazione affettiva nelle scuole

“Propaganda gender”: l’ultradestra romana contro l’educazione affettiva nelle scuole

Tratto da: Adista Notizie n° 6 del 15/02/2025

42134 ROMA-ADISTA. Il movimento politico cattolico ultra-tradizionalista Militia Christi lancia a Roma una nuova crociata contro l’educazione affettiva nelle scuole che, per i militanti dell’“esercito di Cristo”, non è altro che un’operazione di propaganda della «cultura gender». A metà gennaio il Comune di Roma ha presentato l’avvio di un intervento formativo sperimentale sull’educazione affettiva e alle relazioni nelle scuole secondarie di I grado della città, da realizzarsi in questo e nel prossimo anno scolastico. Un progetto per cui il Campidoglio ha investito 420mila euro e che ha lo scopo di sostenere iniziative in 15 scuole medie romane – una per ogni Municipio – per favorire «l’educazione emotiva, la cultura delle pari opportunità e il rifiuto della violenza di genere e di ogni forma di discriminazione comprese quelle ormai tanto diffuse nel mondo digitale».

Il bando, ha spiegato il sindaco Roberto Gualtieri, «consentirà di finanziare iniziative in tutti i Municipi attraverso una coprogettazione che coinvolge il terzo settore, le famiglie e tutta la comunità educante. Con questo progetto diamo una risposta alla domanda che ci arriva dalla società in cui viviamo e che risente pesantemente di fenomeni di violenza e discriminazione di genere. Come ci ricordano infatti le cronache, oggi più che mai, c’è un enorme bisogno di educazione socioaffettiva: fondamentale per aiutare i ragazzi a crescere meglio, evitando le derive che portano a violenze di genere e discriminazione». Si tratta, ha aggiunto l’assessora comunale alla Scuola Claudia Pratelli, di «questioni strutturali che vanno affrontate agendo le leve dell’educazione. La cultura del possesso e della violenza, colpisce le ragazze, ma soprattutto i ragazzi. Per questo motivo, con questo intervento, partiamo dalle scuole e da un’età cruciale come quella che va dagli 11 ai 14 anni, affinché studenti e studentesse abbiano gli strumenti per costruire relazioni sane, paritarie e basate sul consenso e disinnescare stereotipi e discriminazioni. Solo così si prevengono gli episodi di violenza di cui sentiamo parlare troppo spesso».

Per la destra, “pericolose derive”

Immediata la protesta della destra. «A Roma ci sono scuole che cadono a pezzi senza che Gualtieri intervenga, eppure la sua amministrazione intende spendere 420mila euro per portare l’ideologia gender nelle scuole attraverso associazioni Lgbt», ha attaccato il deputato della Lega Rossano Sasso, che ha intimato a Gualtieri di fermarsi: «All’educazione dei bambini ci pensano i genitori e non qualche suo consulente arcobaleno», ha tuonato il deputato leghista, riferendosi evidentemente al coinvolgimento nel progetto di Marilena Grassadonia, ex presidente delle Famiglie Arcobaleno e capo dell’ufficio per i diritti Lgbtqi+ del Campidoglio. Mentre il gruppo capitolino di Fratelli d’Italia, dopo aver accusato l’assessora Pratelli di «voler veicolare messaggi miranti per lo più all’annullamento delle differenze di genere», chiede l’ovvio: introdurre il consenso dei genitori – come già avviene per qualsiasi attività extracurricolare – ed «educare a valori assoluti come l’accoglienza, la convivenza e il rispetto per tutti a prescindere, senza cadere in pericolose derive tanto care alla sinistra sulle cosiddette teorie gender e sull’annullamento dell'identità di genere».

Ancora più agguerrita l’associazione Pro Vita & Famiglia, che ha lanciato una petizione – nel momento in cui questo fascicolo di Adista va in stampa ha raccolto poco più di 8mila firme – per chiedere al sindaco Gualtieri di «impedire l’assegnazione dei fondi per l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole medie ad associazioni lgbtq, garantire che l’educazione sessuo-affettiva non veicoli contenuti ideologici o politici, assicurare che i genitori abbiano il diritto di dare il loro consenso informato prima che i loro figli partecipino a qualsiasi attività su temi così delicati».

Militia Christi, invece, ha pensato di scrivere direttamente agli assessori alla scuola dei quindici Municipi romani – tutti amministrati dal centro sinistra tranne uno – e ai dirigenti delle scuole «più vulnerabili» per convincerli a boicottare il progetto. «Si tratta dell’ennesimo tentativo di insinuare e imporre la legittimazione della cosiddetta “cultura” omosessualista e gender», si legge nella lettera inviata ai Municipi a fine gennaio e firmata dal portavoce Fabrizio Lastei. Pertanto, chiedono gli oltranzisti cattolici, invitiamo a «non accogliere né favorire questo progetto, che va a supportare modelli e comportamenti in totale contrasto con l’autentica realizzazione personale e socio-affettiva. Le quali, ricordiamo, si fondano sull’accettazione della propria identità sessuale (maschio o femmina) e su un rapporto di coppia permanente (matrimonio), che si basi sulla complementarietà tra uomo e donna, aperta alla vita». Ogni altra possibilità – affermano con granitica certezza i militanti di Militia Christi – «contrasta in modo oggettivo e grave contro la sana antropologia, quindi contro la vera dignità e l’autentica felicità della persona umana».

Comune di Roma: “vuote accuse”

Netta la replica del Comune di Roma, in una nota sottoscritta da Pratelli e da assessore e assessori alla scuola di quattordici municipi su quindici (manca all’appello la leghista Cecilia Di Fede, che ha le deleghe alle politiche educative e scolastiche del VI Municipio, l’unico guidato dalla destra). «In merito alla campagna di diffamazione avanzata in queste ore intendiamo prendere parola, per sgombrare il campo da ogni velleitario tentativo di mistificare e fare propaganda intorno al progetto Educazione all'affettività e alle relazioni, promosso da Roma Capitale – si legge nella nota –. Il progetto intende attivare in piena trasparenza un percorso di educazione all’affettività e alle relazioni nella delicata fase della preadolescenza, di promozione della cultura delle pari opportunità, della non violenza, della non discriminazione, del rispetto delle diversità, con il coinvolgimento della comunità educante. Un intervento che ha lo scopo manifesto di supportare la crescita sana dei ragazzi e delle ragazze in un’ottica di consapevolezza di sé, delle proprie emozioni, del rispetto reciproco e della piena dignità, libertà e felicità di ciascuno e ciascuna». Conclude la nota, rispondendo così agli appelli di Militia Christi e Pro Vita: «Intendiamo, quindi, da un lato confermare la volontà di supportare il progetto e con questo i ragazzi e le ragazze, le famiglie e l’intera comunità educante nel compito che troppo spesso sono chiamati ad affrontare, da soli e senza strumenti, in una società sempre più complessa, tecnologica e competitiva. Dall’altro vogliamo diffidare chi strumentalmente e sulla pelle dei ragazzi e delle ragazze gioca una partita tutta ideologica, basata su blande e vuote accuse, per altro mai suffragate da prove e argomentazioni di merito».

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

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