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Alleanza Clima Lavoro contro i «killer della transizione» e della speranza

Alleanza Clima Lavoro contro i «killer della transizione» e della speranza

Un appello a creare «un’alleanza contro i killer della transizione»: questo l’urgenza che sarà al centro del quarto convegno nazionale dell’Alleanza Clima Lavoro, la rete di sigle sindacali e associazioni ambientaliste alla quale partecipano, tra le altre, Sbilanciamoci!, Fiom-Cgil, Cgil Piemonte, Kyoto Club, Transport&Environment Italia, Motus-E, Legambiente, WWF Italia e Greenpeace. In un editoriale di Giulio Marcon (portavoce di Sbilanciamoci!) del 27 febbraio viene presentato l’evento nazionale del 13-14 marzo a Torino, che si celebra «in un momento critico per le sorti della transizione ecologica», della mobilità sostenibile ed elettrica e, in generale, di un’economia alternativa, capace di mettere al centro la lotta alla crisi climatica e il lavoro.

La fase storica che stiamo attraversando è segnata dalla crisi del settore dell’automotive, avverte Marcon, e dalle «pressioni per rallentare in Europa la transizione ecologica». «Ai rigurgiti dei supporter, che si annidano tra nazionalisti e destre, delle fonti fossili (e del nucleare) e delle auto a motore endotermico, si contrappongono i balbettii dell’establishment sul Green Deal e la spinta, questa sì, positiva e propulsiva dei movimenti e della politica dalla parte dell’ambiente».

Il parere in merito di Sbilanciamoci! e dell’Alleanza è netto. «Come abbiamo detto più volte, c’è solo una strada da percorrere: quella dell’accelerazione verso la mobilità sostenibile e l’elettrificazione del sistema dei trasporti, nella consapevolezza che la transizione deve essere giusta e non deve lasciare nessuno indietro. Il ritardo delle politiche industriali – soprattutto in Italia – è sotto gli occhi di tutti». L’Italia è indietro sulle infrastrutture e sugli investimenti, incalza Marcon, «sul piano industriale, sui modelli da immettere sul mercato (in particolare le auto “mass market”) e sulle batterie».

C’è poi il tema del lavoro, spauracchio agitato dalle destre per frenare sulla via della transizione: «Nessuno deve perdere il posto di lavoro: servono interventi di formazione continua e reskilling per i lavoratori, un piano di ammortizzatori sociali adeguato, la riduzione dell’orario di lavoro, la possibilità del passaggio a nuove professionalità e nuove competenze. La transizione è un’opportunità per migliorare il sistema delle imprese, il mercato del lavoro e la qualità di vita di tutte e di tutti». Non ha dunque senso tirare il freno a mano: «I killer della transizione vorrebbero essere anche i killer della speranza di un modello di sviluppo nuovo e di un’Europa (e di un’Italia) capace di futuro».

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