
L'insostenibile ponte sullo Stretto: associazioni ambientaliste passano alle azioni legali
Tratto da: Adista Notizie n° 14 del 12/04/2025
42211 ROMA-ADISTA. Greenpeace Italia, Legambiente, Lipu e WWF Italia Associazioni hanno illustrato, il 1° aprile con una conferenza stampa alla Camera dei Deputati su “Il ponte insostenibile”, le tre azioni legali intraprese nei confronti del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina: hanno fatto ricorso al TAR, hanno presentato una diffida al CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) e un Reclamo alla Commissione Europea.
Dal 2003, anno della prima approvazione, ad oggi, ricostruiscono le Associazioni in un comunicato, «il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è stato riproposto in diverse occasioni, per essere poi accantonato dal governo Monti per motivazioni tecniche, finanziarie ed economiche. Sembrava che l’idea di un progetto insostenibile sotto diversi punti di vista fosse stata finalmente superata, fino a quando il governo Meloni non ha deciso di riesumare il progetto. Ad oggi, però, nonostante i gravi impatti sull’ambiente siano evidenti, non sono state contemplate soluzioni alternative, né risolte le molteplici questioni tecniche, compresi i costi in costante lievitazione (attualmente le previsioni superano i 14 miliardi di euro di spesa). I danni ambientali causati da questa infrastruttura sono innegabili e documentati».
Infatti, «il progetto comporta incidenze negative significative sui siti della rete Natura 2000 ai due lati dello Stretto di Messina, una delle più importanti rotte migratorie degli uccelli tra Eurasia e Africa. Milioni di uccelli attraversano ogni anno le acque che separano la Sicilia e la Calabria e il Ponte causerebbe la strage di migliaia di individui per collisione e la distruzione degli habitat prioritari. Inoltre, non è mai stata dimostrata la necessità dell’opera rispetto agli obiettivi socioeconomici che si vorrebbero perseguire, né documentato se i benefici attesi siano tali da bilanciare il sacrificio imposto all’ambiente, alla vivibilità dei luoghi interessati e alla finanza pubblica».
Nonostante ciò, sottolineano, sottolineano le Associazioni, «con il decreto-legge 35/2023 il governo italiano ha imposto il riavvio delle attività necessarie all’approvazione e alla realizzazione del Ponte, dettando un procedimento autorizzativo speciale e derogatorio contro il quale le Associazioni hanno deciso di intraprendere una serie di azioni legali per cercare di sopperire con il diritto al buon senso che sembra mancare su questa vicenda nelle decisioni dell’esecutivo».
Presentato il 19 dicembre 2024, il ricorso al TAR mira all’annullamento del parere n. 19/2024 della Commissione tecnica Via-Vas, favorevole con prescrizioni sulla Via (Valutazione di impatto ambientale) al progetto del Ponte, in quanto evidenzia «importanti carenze di analisi».
Nella nota al CIPESS si chiede di «rilevare i gravi vizi intervenuti e il mancato perfezionamento delle fasi dell’iter procedimentale per l’approvazione del Ponte», diffidando l’organismo «dal procedere all’esame della documentazione pervenuta e dal compimento di ogni ulteriore atto finalizzato all’approvazione del progetto».
Alla Commissione Europea, Greenpeace Italia, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia e WWF Italia hanno inviato il 27 marzo appena trascorso «un doppio reclamo contestando all’Italia la disapplicazione delle normative europee in materia ambientale. Hanno chiesto la riapertura della procedura di infrazione che a suo tempo era stata archiviata per l’accantonamento del progetto, evidenziando le irregolarità contestate. Il reclamo si articola in due punti principali: il mancato esperimento della procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas), in violazione della Direttiva “Vas (Valutazione Ambientale Strategica)”, e la violazione delle Direttive “Habitat” e “Uccelli” per i vizi procedurali e le lacune riguardanti la Valutazione di incidenza ambientale (Vinca). Le associazioni hanno evidenziato la mancanza della procedura Vas, che si applica a piani e programmi quale nella sostanza è il Ponte sullo Stretto di Messina che prevede una serie di opere complesse e non un singolo intervento, e le carenze dell’analisi delle incidenze, che compromettono la corretta quantificazione degli impatti sui siti Natura 2000 e l’individuazione di misure di mitigazione e compensazione».
«Il governo ha disatteso la normativa comunitaria oltre che i principi di prevenzione e precauzione che sono alla base delle valutazioni ambientali», hanno dichiarato Greenpeace Italia, Legambiente, Lipu e WWF Italia nel corso della conferenza stampa. «Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina deve essere fermato per il bene dell’ambiente e delle casse dello Stato».
La conferenza stampa ha avuto luogo alle ore 16. È delle 18 il comunicato della Società Stretto di Messina, l’impresa responsabile della costruzione del ponte. Senza citare mai l’evento appena chiuso alla Camera dei Deputati, né i nomi delle associazioni organizzatrici, la Società risponde quasi punto per punto, specificando peraltro che diverse azioni e approfondimenti (come richiesti dalle Associazioni, bisogna sottolineare) sono ancora in divenire.
«Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina – precisa innanzitutto il comunicato della Società – è stato accantonato nel 2012 dal governo Monti non per “motivazioni tecniche” ma per aspetti legati alla ben nota congiuntura internazionale di fine 2012. Infatti non c’è alcuna “questione tecnica irrisolta” né sotto il profilo sismico né per gli aspetti aerodinamici. Per l’avifauna migratrice sono stati svolti studi molto approfonditi e il monitoraggio è stato aggiornato con campagne radar h 24. Per l’illuminazione del Ponte è stato sviluppato un sistema che riduce le emissioni minimizzando l’impatto sull’avifauna».
«La Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale – VIA e VAS – ha rilasciato parere favorevole sul progetto definitivo con 62 prescrizioni, 60 sono da ottemperare in sede di approvazione del progetto esecutivo e due dopo l’entrata in esercizio del Ponte. In generale – si afferma – sono richieste di approfondimenti già, in larga misura, programmati da Stretto di Messina».
Inoltre non c’è, secondo la Società Stretto di Messina, «alcuna “disapplicazione delle normative europee”. Sono in corso di predisposizione le comunicazioni al Ministero dell’Ambiente e alla Commissione UE secondo quanto previsto dalla Direttiva “Habitat” per aspetti relativi alla Valutazione di incidenza ambientale. Successivamente verrà presentata al CIPESS tutta la documentazione tecnica e contrattuale, per l’approvazione che consentirà di avviare la progettazione esecutiva e le opere anticipate, così come previsto dalla legge».
Sul fronte della valenza europea dell’opera, la Stretto di Messina «ha partecipato e vinto un bando europeo aperto a tutti i Paesi dell’Unione per il finanziamento di opere di trasporto». La Commissione Europea ha valutato positivamente il progetto rilevandone «l’interesse collettivo» e «le positive ricadute socioeconomiche e ambientali»: «la riduzione dei tempi di viaggio, dell’impatto acustico e delle emissioni inquinanti, la capacità del progetto di incrementare l’accessibilità e lo sviluppo economico di Calabria e Sicilia, migliorando le connessioni».
*Foto presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!