Nessun articolo nel carrello

Un’altra suora in Curia vaticana: Leone XIV nel solco di Francesco

Un’altra suora in Curia vaticana: Leone XIV nel solco di Francesco

Tratto da: Adista Notizie n° 21 del 31/05/2025

42260 CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. È tempo di nomine in Curia per Leone XIV e la prima sembra porsi nella scia di papa Francesco. Il quale, lo ricordiamo, a gennaio di quest’anno ha chiamato suor Simona Brambilla delle Missionarie della Consolata al ruolo di prefetta del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica – prima donna a ricoprire tale incarico nella storia della Curia romana, benché affiancata da un cardinale come pro-prefetto, il salesiano Ángel Fernández Artime – dopo averla scelta come Segretaria nell’ottobre 2023; e lo scorso marzo ha nominato suor Raffaella Petrini, delle Suore Francescane dell’Eucaristia, Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Ora Leone XIV ha nominato, come segretaria del dicastero guidato da suor Brambilla, suor Tiziana Merletti delle Francescane dei Poveri: una decisione che ha un senso profondo, dal momento che la vita consacrata nel mondo è in larga maggioranza femminile.

Nata il 30 settembre 1959 a Pineto, in Abruzzo (Te), con una laurea in Giurisprudenza presso l’allora Libera università abruzzese degli studi “Gabriele d’Annunzio” a Teramo e, nel 1992, il dottorato in Diritto canonico presso la Pontificia università lateranense a Roma, suor Merletti è un nome noto e apprezzato nel contesto della lotta agli abusi nella Chiesa. Già superiora della sua congregazione dal 2004 al 2013, periodo in cui ha vissuto negli Stati Uniti, attualmente è docente presso la facoltà di Diritto canonico della Pontificia università Antonianum a Roma e collabora in qualità di canonista con l’Unione internazionale delle superiore generali (UISG).

Il caso di p. Bisceglia

Quindici anni fa fu tra le protagoniste della lunga vicenda che ebbe al centro l’ex frate francescano Fedele Bisceglia, accusato da una delle consorelle di suor Merletti, all’epoca superiora, di violenza sessuale e arrestato nel 2006. Nel 2011 l’uomo era stato condannato in primo grado dai giudici del tribunale di Cosenza a nove anni e tre mesi di reclusione, e poi prosciolto dalle accuse in Cassazione nel 2016. «Continuiamo ad accogliere e condividere le ferite provocate dalla violenza che tante donne portano con sé», scrisse in una nota all’epoca la Congregazione religiosa; «come donne consacrate, ci sentiamo confermate nell'impegno ad agire in difesa delle vittime per restituire la dignità e il coraggio a ogni persona abusata, chiunque essa sia, ovunque essa sia».

La lotta contro gli abusi nella Chiesa

E in difesa delle vittime degli abusi si è sempre impegnata suor Merletti, che ha scelto di entrare nella congregazione delle Francescane dei Poveri dopo aver incontrato il movimento focolarino.

«Un aspetto della nostra vita – quello degli abusi – che di certo non esaurisce la nostra realtà, tuttavia non possiamo negare che, letto alla luce della vulnerabilità, è comunque un aspetto che ci riguarda, ci appartiene, ci interpella e ci scomoda», ebbe a dire nel 2002 all’UISG presentando il progetto della Commissione per la Tutela. «In generale, stiamo assistendo a un ampliarsi delle problematiche che emergono tramite le segnalazioni di abusi sessuali, e questo ci porta a dire che davvero essi sono la punta di un iceberg. Molto spesso, infatti, gli abusi sessuali sono associati ad altri tipi di fragilità del nostro sistema ecclesiale. Non si tratta solo di situazioni isolate, ma, peggio, di progetti o processi malati che si fondano su atteggiamenti che oggi abbiamo imparato a chiamare per nome: abusi di potere e di coscienza».

«È evidente a tutti – sottolineava in quell’occasione – come il cambiamento della sensibilità, della cultura, dell’antropologia e della stessa teologia della vita consacrata e dell’ecclesiologia spinga verso scelte forti per una cultura della cura, che passa attraverso la trasparenza e l’accountability. Servono strutture adeguate a promuovere interconnessione e sussidiarietà, così come è necessario garantire procedure giuste, rispettose delle persone e non autoreferenziali, che non servano solo a difendere l’istituzione». Un approccio sistemico di cui c’è molto bisogno. 

*Foto presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.