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Il papa onora la lotta dei giornalisti per la giustizia

Il papa onora la lotta dei giornalisti per la giustizia

Tratto da: Adista Documenti n° 26 del 05/07/2025

DOC-3396. ROMA-ADISTA. Dal 14 aprile, Sodalitium Christianae Vitae, fondato nel 1971 dall’abusatore e malversatore Fernando Figari, non esiste più (v. Adista Notizie nn. 22/18; 11/20; 11, 16, 35, 45/24; 4, 5, 13, 16/25). Il decreto di soppressione è stato firmato presso la sede del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, alla presenza di suor Simona Brambilla, prefetta del Dicastero, mentre è stato nominato Commissario Apostolico per le attività legate alla soppressione del Sodalizio mons. Jordi Bertomeu Farnós. Soppresse anche le emanazioni della Società: la Fraternidad Mariana de la Reconciliación e le Associazioni di fedeli delle Siervas del Pian de Dios e del Movimiento de Vida Cristiana. L’epilogo della vicenda, che rappresenta la conclusione di una indagine canonica disposta da papa Francesco il 5 luglio 2023, deve essere stato motivo di sollievo anche per papa Leone XIV, che da vescovo di Chiclayo in Perù fu in prima linea nel contrastare il movimento. Così come lo sono stati i giornalisti Paola Ugaz, Pedro Salinas, Daniel Yovera e Patricia Lachira, che per anni hanno rischiato la vita per difendere la libertà di stampa e per denunciare i crimini e gli abusi economici e spirituali commessi da Sodalitium, tanto che Ugaz, nell’aula Paolo VI, il 10 novembre 2022 chiese protezione a papa Francesco per sé e altri colleghi.

Ora, la storia di Paola Ugaz è stata portata in scena in uno spettacolo teatrale intitolato “Proyecto Ugaz”, presso il Teatro La Plaza di Lima. Scritto e interpretato da Vera Castaño e Rocío Limo con la regia di Diego Gargurevich, racconta la storia di una giornalista che lotta contro enormi e corrotti poteri pseudo-religiosi.

Papa Prevost che, come detto, è stato sempre a favore dello scioglimento del movimento, ha voluto unirsi all’omaggio a Paola Ugaz – l’aveva salutata calorosamente all’incontro con i giornalisti nell’Aula Paolo VI il 12 maggio scorso – con un messaggio (letto nell’occasione da mons. Bertomeu) che, in filigrana, contiene i principi del suo programma di lotta agli abusi nella Chiesa (v. anche notizia successiva su questo numero). Lanciando due forti appelli alla libertà di stampa e a una lotta strutturale agli abusi, afferma il papa: «Con profondo rispetto e riconoscenza, a poco più di un mese dall’inizio del mio pontificato, ma ricordando con gratitudine i quasi 40 anni trascorsi dalla mia prima missione vissuta in Perù, mi unisco alla première dello spettacolo “Proyecto Ugaz”, che dà voce e volto a un dolore troppo a lungo taciuto». «Difendere un giornalismo libero ed etico non è solo un atto di giustizia, ma un dovere di tutti coloro che anelano a una democrazia solida e partecipativa […] dove un giornalista viene messo a tacere, si indebolisce l’anima democratica di un Paese».

«Quest'opera – afferma il papa – non è solo teatro, è memoria, denuncia e, soprattutto, atto di giustizia. Attraverso di essa, le vittime dell'estinta famiglia spirituale del Sodalitium e i giornalisti che le hanno accompagnate – con coraggio, pazienza e fedeltà alla verità – illuminano il volto ferito ma pieno di speranza della Chiesa».

E sottolinea: «La vostra lotta per la giustizia è anche la lotta della Chiesa. Perché, come ho scritto anni fa, “una fede che non tocca le ferite del corpo e dell'anima umana è una fede che non ha ancora conosciuto il Vangelo”. Oggi riconosciamo quella ferita in tanti bambini, giovani e adulti che sono stati traditi là dove cercavano conforto; e anche in coloro che hanno rischiato la loro libertà e il loro nome perché la verità non fosse sepolta».

«Prevenzione e cura», aggiunge, «non sono una strategia pastorale: sono il cuore del Vangelo. È urgente radicare in tutta la Chiesa una cultura della prevenzione che non tolleri alcuna forma di abuso: né di potere o di autorità, né di coscienza o di spiritualità, né di natura sessuale. Questa cultura sarà autentica solo se nasce da una vigilanza attiva, da processi trasparenti e da un ascolto sincero di coloro che sono stati feriti». Prevost riconosce l’importanza del giornalismo investigativo: «Abbiamo bisogno di giornalisti», afferma, sollecitando la difesa di un giornalismo libero ed etico; i giornalisti possono essere «artefici di pace, unità e dialogo sociale. Siate seminatori di luce tra le ombre».

Il messaggio del papa sulla libertà di stampa giunge proprio lo stesso giorno in cui in Italia si diffonde la notizia che il Tribunale di Enna ha archiviato le tre querele per diffamazione e diffusione di atti procedurali contro la giornalista Pierelisa Rizzo presentate da Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato in primo grado dal tribunale di Enna a 4 anni e 6 mesi per violenza sessuale su minori. «Le querele – si legge sulla Gazzetta del Sud (21/6) – erano state archiviate dalla procura, ma i legali del sacerdote che avevano chiesto anche il sequestro dei supporti informatici e dei cellulari della giornalista, si erano opposti. Ora il tribunale scrive la parola fine alla vicenda giudiziaria». «Sono grata alla giustizia e ai magistrati che hanno riconosciuto la temerarietà di queste querele fatte solo per bloccare il flusso di informazione», ha detto Rizzo al giornale siciliano.

Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera del papa, pubblicato da Religión Digital (21/6), in una nostra traduziuone in italiano. 

*Foto presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

 

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