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Sul caso di Toulouse: il perdono non sostituisce la giustizia

Sul caso di Toulouse: il perdono non sostituisce la giustizia

In merito alla decisione del vescovo di Toulouse mons. Guy de Kerimel di nominare Gran Cancelliere della diocesi (con responsabilità, dunque, sugli archivi) il prete Dominique Spina, già condannato dalla giustizia civile per abusi su minore, in nome della "misericordia", pubblichiamo il contributo di p. Pierre Vignon, prete a Valence, già giudice ecclesiastico della diocesi di Lione.  

Ciò che è in gioco è la teologia di tipo fondamentalista dell’arcivescovo di Tolosa, secondo la quale bisogna perdonare tutto, subito e senza condizioni. Questa ideologia, apparentemente evangelica, non è cristiana. Per esserlo davvero, bisognerebbe riconoscere che il perdono è un cammino spirituale che richiede tempo, e accettare quanto detto da Benedetto XVI l’11 maggio 2010 a Fatima: «Il perdono non sostituisce la giustizia».

Il secondo punto riguarda la grave colpa della Sezione Disciplinare del Dicastero per la Dottrina della Fede, che non ha dimesso Dominique Spina dallo stato clericale. Ci sarebbero altre considerazioni da prendere in esame, ma sarebbe troppo lungo esporle tutte.

A partire da qui, ci si chiude in un falso problema, la cui “soluzione” non sarebbe altro che una decisione personale dell’arcivescovo di Tolosa.

Sominique Spina ha gravemente trasgredito le leggi della Repubblica, oltre a violare il fondamento stesso del sacerdozio. Il suo ruolo non può più essere considerato se non nella prospettiva di una vita di ritiro e di penitenza.

Aggiungo che, agendo come ha fatto, l’arcivescovo di Tolosa ha mostrato una grave mancanza di discernimento, ignorando il lavoro della Conferenza Episcopale Francese per uscire dalla crisi degli abusi. È come se volesse fare la morale ai suoi confratelli: Guardate come io sono evangelico e quanto voi non lo siete.

Questa situazione è falsa e non potrà durare. Prima o poi, dovrà dimettersi, anche se al momento non sembra avere questa intenzione.

È evidente che dobbiamo riflettere insieme sul reinserimento dei sacerdoti colpevoli di crimini, ma la soluzione non potrà mai essere quella sostenuta dall’arcivescovo di Tolosa.

Sono colpito dal silenzio prolungato del Consiglio Permanente dell’Episcopato e del suo presidente su questo argomento. Questo stile di governo, secondo l’aforisma di Queuille ("Non esiste problema che una mancanza di soluzione non possa risolvere"), è una manifestazione deplorevole di clericalismo.

Per fortuna, le vittime protestano, e i sostenitori del buon senso si uniscono a loro.

Questa storia del “partito della misericordia” è un inganno, così come un’offesa alla vera misericordia, semplicemente perché il perdono non sostituisce la giustizia.

Grazie, Benedetto XVI.

*Foto tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

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