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PRODI O BARBARIE: LE ACLI DI VARESE SCELGONO IL CENTROSINISTRA

Tratto da: Adista Notizie n° 27 del 08/04/2006

33320. VARESE-ADISTA. Si intitola "Un voto per il cambiamento" affinché, attraverso la volontà popolare, si realizzi un reale cambiamento a fronte di una situazione politica divenuta insostenibile: è il documento preparato dalle Acli provinciali in vista delle elezioni politiche del 9-10 aprile 2006.

In questi 5 anni, scrivono le Acli varesine, "i toni populisti e demagogici hanno coperto una linea politica di attacco allo stato sociale, alle condizioni di vita e di lavoro delle fasce più deboli, hanno incrementato il divario fra ricchi e poveri, hanno peggiorato il dissesto delle finanze pubbliche, hanno attaccato i ruoli delle istituzioni repubblicane e di garanzia, hanno contribuito a deprimere il senso civico di cittadini e apparati dello Stato nonché il senso e il valore del lavoro fondante il patto costituzionale". Nello specifico, le Acli citano esempi come la legge Bossi-Fini, l'attacco all'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, il tentativo di rendere insanabili le divisioni tra i sindacati, il rifiuto della concertazione, l'esasperazione "di una flessibilità diventata stabile precarietà", la "deriva economica" che rende impossibile le riforme e impedisce "una crescita dello sviluppo del paese". Ma anche la depenalizzazione del falso in bilancio, la diminuzione della progressività delle aliquote fiscali, il "lodo Schifani" sui processi a carico delle più alte cariche dello Stato, la riforma dell'ordinamento giudiziario, e, last but not least, la riforma costituzionale "contro la quale abbiamo vivamente partecipato alla raccolta delle firme per il referendum abrogativo".

Insomma, 5 anni in cui è emersa una "linea d'azione neoliberista" che ha tutelato "i privilegi e gli interessi della ristretta fascia sociale dei sempre più ricchi, impoverendo una moltitudine sempre maggiore di cittadini". È quindi necessario, afferma il documento delle Acli, "per la ripresa del Paese, per ridare speranza ai milioni di italiani più deboli, emarginati anche in conseguenza dell'operato di questo governo, produrre una discontinuità una svolta nella politica e nel governo. La democrazia va ri-coniugata saldamente con la legalità, con la giustizia, con la solidarietà inclusiva e con il recupero di un ruolo credibile ed efficiente dello Stato". Un obiettivo che non è realizzabile con la maggioranza che fa capo a Berlusconi, Fini e Casini, "dal momento che si presenta alle elezioni non in posizione di autocritica per quanto ha combinato, ma di vanto e di convinta volontà di portare a compimento un disegno da essa ritenuto non completamente realizzato".

Per questo le Acli varesine, che pure rivendicano l'autonomia della loro associazione "ottenuta trentacinque anni fa a caro prezzo, rompendo le logiche di appartenenza dominanti nel mondo cattolico del tempo", ritengono necessario sostenere l'Unione, perché l'impegno per l'autonomia "non può significare essere neutrali, sopra le parti, in un momento come quello che il Paese sta attraversando". Il programma dell'Unione, scrivono, "rivela molte sintonie" con la sensibilità di un'associazione ecclesiale come le Acli, "ma anche delle distanze" e "non sempre le risposte sembrano all'altezza dei problemi che devono essere affrontati". "Pur con queste riserve, le Acli varesine si esprimono a favore dello sforzo di Prodi che con l'Unione intende perseguire e realizzare un programma trasversalmente condiviso da una aggregazione partitica molto articolata e fortemente differenziata per riferimenti culturali e politici". (valerio gigante)

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