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IL CONSENSO "IN FORMATO" TELEVISIVO. DOCUMENTO DELLA DIOCESI DI PISTOIA SULLA CRISI DELLA DEMOCRAZIA IN ITALIA

Tratto da: Adista Notizie n° 29 del 15/04/2006

33336. PISTOIA-ADISTA. In un documento dal titolo "La Formazione del Consenso", il Gruppo di riflessione politica della diocesi di Pistoia cerca di capire come le dinamiche e i processi della costruzione del consenso possano influenzare in positivo e in negativo il buon funzionamento della vita democratica del nostro Paese. Quattro gli ambiti di ragionamento presi in esame: "il sistema elettorale come estorsione del consenso", "il potere come controllo del consenso", "il ruolo dei media nella formazione del consenso" e "partiti politici, lobbies e consenso".

Nel primo, l'attenzione si concentra sugli effetti provocati dalla nuova legge elettorale. Una legge che "mentre svilisce il ruolo dei partiti, ridotti sostanzialmente a comitati elettorali, è destinata ad allontanare sempre di più i cittadini dalla partecipazione politica". Il cittadino viene così privato del diritto di scegliere fra i diversi candidati, prerogativa che passa direttamente alle segreterie dei partiti, favorendo in questo modo il passaggio "dalla democrazia alla oligarchia, dal governo di tutti a quello di pochi". Nel secondo ambito viene evidenziato come il potere rigeneri se stesso attraverso una delle pratiche più diffuse della nostra amministrazione statale: il clientelismo. Gestione dei posti di lavoro, consulenze esterne, ecc. sono le vie più utilizzate dal potere per assicurarsi il favore elettorale. Altro "modo subdolo di controllo del consenso" è poi "quello di sminuire e demotivare le forme di partecipazione quali le proposte di legge di iniziativa popolare, i referendum, le riflessioni dei liberi gruppi di impegno politico, che invece dovrebbero essere spronati e incoraggiati". Il terzo ambito d'analisi, che affronta il rapporto tra media e democrazia, è sicuramente quello più denso di spunti di riflessione: "i conflitti di interesse - si legge nel documento -, l'assenza di bilanciamenti fra i diversi poteri, la concentrazione di poteri nelle mani di pochi individui sempre più potenti disegnano situazioni di forte pericolo per il futuro della stessa democrazia". Si può anzi affermare che "non esiste altra democrazia al mondo, se non in certe situazioni di oggettivo sottosviluppo, dove la formazione e il mantenimento del consenso istituzionale e politico sia costretto a fare i conti con un rapporto così squilibrato fra singoli poteri". L'informazione "oggi appare sempre meno capace di svolgere il suo fondamentale ruolo di ‘cane da guardia' dei cittadini e sempre più funzionale all'imperativo categorico di ‘addormentare' il cittadino nascondendo l'informazione critica e talvolta creando persino verità virtuali (si pensi alle armi di distruzione di massa che, falsamente attribuite all'Iraq, hanno giustificato al mondo l'intervento militare): questo uso estremamente strumentale della comunicazione mediatica serve anche, più ordinatamente, a focalizzare l'attenzione dei cittadini su aspetti marginali, sovrannaturali, lasciando nell'ombra la concreta gestione della cosa pubblica, e le scelte che determinano il modello sociale". Nell'ultimo ambito vengono messe in risalto la mancanza di trasparenza riguardo al "delicato ma ineludibile aspetto dei costi della politica" e alla presenza delle lobbies e la scarsa attenzione nei confronti dell'esigenza di partecipazione dei cittadini. Secondo il documento bisogna da un lato recuperare "il livello etico, che non è certo il livello moralistico, di quelle sanzioni obbligatorie per chi non ha mantenuto il patto di fiducia con i cittadini" e dall'altro "riflettere sul ruolo del libero associazionismo e del volontariato nella costruzione di una cittadinanza attiva".

Il documento si conclude con due raccomandazioni. La prima riguarda il ritorno ad una politica intesa come servizio, una politica che nasca "dalla riflessione seria, dalla formulazione di un progetto, dalla condivisione, dall'esposizione serena di quanto si è pensato". L'altra raccomandazione è rivolta agli elettori "che devono aprire seriamente gli occhi, separare la politica vera da quella falsa, gli onesti da coloro che sull'ignoranza della gente allignano e formano la loro fortuna".

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