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IL VESCOVO DI GROSSETO: CON RISPETTO PARLANDO, NELLA CHIESA "RUINI NON GODE DI GRANDE CONSENSO"

Tratto da: Adista Notizie n° 77 del 04/11/2006

33612. GROSSETO-ADISTA. Nella Chiesa italiana sembra progressivamente venire alla luce, seppure in modo ancora sommesso, il dibattito interno sul dopo Ruini. Segnali in questo senso sono venuti dall'ultimo Convegno ecclesiale di Verona dove, sebbene "in punta di fioretto", il card. Dionigi Tettamanzi, ha intercettato un'esigenza di maggiore "conciliarità" e dato voce, nella sua prolusione, a diverse questioni considerate urgenti, oltre che ad una parte del laicato cattolico, anche per una discreta componente dell'episcopato italiano. Anche il dibattito nel lavoro nei diversi "ambiti" del Convegno ha confermato che qualcosa "eppur" si muove dopo il quindicennio di gestione ruiniana della Cei. Certo, gli esiti e la vivacità di questo dibattito dipenderanno in gran parte dal modo con cui il papa deciderà di "gestire" la scelta del successore di Ruini: se deciderà, cioè - come da più parti si auspica - di concedere all'assemblea dei vescovi la facoltà di proporre autonomamente (e con voto segreto) un candidato o una rosa di candidati al papa o se invece sceglierà di continuare ad avocare a sé la nomina del nuovo presidente della Cei. In ogni caso, è comunque evidente che una discussione pubblica sulla Chiesa che verrà - che finora ha riguardato solo alcuni settori della base cattolica - coinvolge ora anche una parte della gerarchia. Lo dimostra, tra l'altro, una recente uscita pubblica del vescovo di Grosseto, mons. Franco Agostinelli, intervistato dal quotidiano ecologista online greenreport.

L'intervista a mons. Agostinelli verte, per la verità, in gran parte su questioni come la difesa ambientale, l'uso indiscriminato delle risorse, il surriscaldamento del pianeta. Temi su cui, dice mons. Agostinelli, la Chiesa ha evidenziato, oltre all'incapacità di far proprie le tematiche ecologiste, una certa arretratezza culturale. Nella Chiesa, afferma infatti il vescovo, "si insiste nella questione antropologica, di formare l'uomo per avere attenzione ai temi della vita". E l'ambiente è "senza dubbio" uno di questi temi. Eppure, la sensibilità nei confronti del creato che viene da una lunga tradizione ("basti pensare a San Francesco"), si è andata smarrendo ed è per questo che, grazie anche allo stimolo che viene dai movimenti ecologisti, va recuperata.

Alla fine, il focus dell'intervista si sposta però sulla politica ecclesiastica. A mons. Agostini viene infatti chiesta una valutazione dell'operato di Ruini alla guida della Cei e se avverte l'esigenza di criteri di maggiore democrazia nella elezione del nuovo presidente dei vescovi. La risposta è che "Ruini non gode di grande consenso anche da parte della conferenza episcopale, naturalmente con i dovuti ossequi". E aggiunge: "Riguardo alla maggior democrazia, i prossimi passi saranno proprio in questo senso. Già c'è stata – afferma riferendosi al sondaggio che la Segreteria di Stato aveva avviato tra i vescovi italiani in febbraio (v. Adista nn. 15 e 75/06) - una consultazione all'interno della Cei su una possibile rosa dei nomi, su cui poi naturalmente deciderà il Vaticano". (valerio gigante)

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