L'IRRESISTIBILE TENTAZIONE DEL CENTRO. E IL SUO IMPOSSIBILE RITORNO. DUE INTERVENTI DI P. SORGE
Tratto da: Adista Notizie n° 11 del 10/02/2007
33745. ROMA-ADISTA. Da una parte la debolezza del governo di Romano Prodi e della sua maggioranza, dall'altro le grane mediche e familiari di Silvio Berlusconi: sottotraccia, lo scenario politico italiano è in subbuglio, in attesa dell'ennesimo terremoto e dell'ennesima riorganizzazione dopo il tramonto dei due leader dell'ultimo decennio. Tra i più attivi ad accreditarsi come portatori di un progetto politico alternativo c'è Pierferdinando Casini, che ha sganciato il suo Udc dalla Casa delle Libertà e da Berlusconi in occasione della grande manifestazione del 2 dicembre scorso e cerca di ricostituire un nuovo polo ‘centrista' che possa riportare all'unità i cattolici in politica e mediare, da una posizione di forza, tra due schieramenti contrapposti e bloccati.
Un progetto, però, quello di Casini, che secondo p. Bartolomeo Sorge, direttore di Aggiornamenti Sociali, è senza futuro. Nell'editoriale del numero di febbraio, il gesuita analizza lo scenario politico italiano dopo l'approvazione della finanziaria ed individua alcune "linee di tendenza favorevoli al superamento del bipolarismo". Secondo i fautori della Grosse Koalition sarebbe necessario un "incontro tra moderati degli opposti schieramenti" per "fare le riforme più urgenti, mettendo fuori gioco le ali estreme, e poi indire nuove elezioni". Si tratta, però, afferma Sorge, di una "proposta interessata, da parte di una opposizione non rassegnata alla sconfitta", nonché "irricevibile, perché il centro-destra non ha risolto i suoi problemi interni".
Quanto al progetto neo-centrista di Casini, l'ex-presidente della Camera, scrive p. Sorge, "propone un'opposizione diversa da quella di Berlusconi e punta a coagulare le forze ‘moderate' di centro-destra e di centro-sinistra, attualmente ‘prigioniere' della logica bipolare e condizionate dal diktat delle ali estreme, massimaliste e radicali. A fare le spese di questa situazione anomala è lo stesso sistema democratico, che non funziona e rimane bloccato: l'equilibrio del quadro politico, invece, va garantito dalle componenti moderate di centro, che sono maggioritarie nel Paese". Malgrado le indicazioni di alcuni sondaggi, però, la debolezza di questo progetto sta nella mancanza, in Italia, di un ‘centro' provvisto di una propria identità. Il ritorno al sistema proporzionale, come vorrebbe Casini, da questo punto di vista non aiuterebbe perché "le forze di centro non sono omogenee tra di loro e su molti punti sono addirittura alternative": "Impossibile metterle insieme".
Sorge dedica anche qualche parola al progetto centrista ‘alternativo' di Marco Follini, che si distingue da Casini per "l'ambiguità e la indecisione" che il leader dell'Udc avrebbe mostrato nei confronti di Berlusconi, non più alleato ma tutt'altro che rinnegato. "Anche per l'on. Follini", scrive p. Sorge, "valgono le obiezioni mosse alla ipotesi neo-centrista dell'on. Casini: anzitutto, per rimescolare le carte e mettere insieme i diversi ‘riformismi di centro', non basta che cada il Governo Prodi, ma dovrebbe implodere l'intero quadro politico; in secondo luogo, anche in questa ipotesi, rimarrebbero le differenti sensibilità culturali e politiche dei ‘centristi', attualmente militanti nei due schieramenti opposti. Bisognerebbe infine pensarci due volte, prima di esporsi al pericolo di escludere le ali estreme dal dibattito democratico, ricacciandole alla opposizione dura in Parlamento e nella società".
Posizioni che il gesuita aveva ribadito anche nel corso di un'intervista rilasciata al mensile ItaliaDomani (gennaio 2007): "Già De Gasperi il 17 aprile del 1948, alla vigilia della consultazione popolare, in un'intervita al Messaggero rimasta famosa, aveva colto il nocciolo della questione, dichiarando: ‘Siamo un partito di centro, che cammina verso sinistra'. L'unione dei cattolici italiani è stata possibile nel passato solo grazie alla minaccia Comunista e alla necessità di dare una Costituzione e una stabilità politica ad una nazione che veniva da vent'anni di Fascismo. Oggi non ci sono più questi presupposti e i cattolici in politica hanno tra di loro sensibilità molto diverse e spesso contrapposte. Per questo il progetto di Casini non ha futuro". (a. s.)
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