UNA NUOVA AGENDA PER LA CONFERENZA DI APARECIDA
Tratto da: Adista Documenti n° 36 del 19/05/2007
A febbraio abbiamo appreso, con un grado di certezza del 90%, che il riscaldamento globale è una conseguenza dell'attuale modo di produzione e di consumo dell'umanità e che rappresenta un fatto irreversibile. Anticamente la strategia mondiale era quella di preservare e prendersi cura della Terra con comprensione, compassione e amore. Non si doveva oltrepassare il limite al di sopra del quale si sarebbe modificato tutto lo stato della Terra. Oggi questo limite è stato superato: ci troviamo già immersi nel riscaldamento globale e questo potrebbe variare tra 1,4 e 6 gradi Celsius, stabilizzandosi probabilmente sui 3 gradi. Le conseguenze di questa rottura saranno disastrose: ci sarà un grande disgelo e il livello del mare si innalzerà in maniera significativa, inondando città marittime in cui vive il 60% dell'umanità; il clima sarà drammaticamente colpito, provocando grandi siccità in certe regioni ed enormi inondazioni in altre. In entrambi i casi, i raccolti che sono necessari all'ali- mentazione umana e animale verranno decimati. La biodiversità sarà ridotta in maniera catastrofica, con la conseguente scomparsa di migliaia di specie e la rottura del sempre fragile equilibrio degli ecosistemi. Milioni di persone correranno il rischio di sparire e regioni intere sulla superficie della Terra diventeranno inospitali per la vita umana (compresa gran parte del Brasile).
Questi dati non sono frutto di fantasia: sono dati empirici, raccolti da migliaia di scienziati provenienti da 130 Paesi che compongono l'organismo delle Nazioni Unite chiamato Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (Ipcc, nella sua sigla in inglese). Sono state presentate due strategie urgenti: adattarsi alla nuova situazione e ridurre gli effetti malefici.
Tutto questo cambia le priorità: la questione ora non è tanto quella dello sviluppo sostenibile, quanto quella della stessa sopravvivenza della Terra e dell'Umanità. Il nuovo punto centrale non potrà più essere: come sarà l'evangelizzazione della Chiesa in America Latina e come fermare la fuoriuscita di cattolici verso altre Chiese di carattere pentecostale e popolare, bensì in che misura tutte le Chiese, con il capitale spirituale in loro possesso, possano aiutare la Terra ad essere benevola verso tutta la vita e in che misura possano garantire un futuro comune a tutta l'U-manità.
I vescovi, in quanto pastori, devono prendere coscienza di questa nuova responsabilità che sono chiamati ad assumere: di coscientizzare i fedeli e rieducarli alla nuova situazione in cui si trova l'umanità.
Ad Aparecida saranno presenti vescovi di tutta l'Amaz-zonia, che copre parte di nove Paesi latinoamericani. Sappiamo che queste foreste unite tra loro sono il principale fattore di equilibrio di tutto il sistema climatico della Terra, del regime dei venti e delle piogge. La Chiesa, ereditiera della frase "sono venuto a portare la vita e vita in abbondanza", dovrà essere all'avanguardia, assumendo azioni responsabili.
La Chiesa ha la vocazione di essere la guardiana della vita e di proteggere l'intero gregge. Aparecida non potrà restare indietro rispetto a questa sfida, se non vuole mancare al dovere di compiere la sua sacra missione. E ad esigerlo sarà tutta l'Umanità.
* teologo brasiliano
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