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LA COMUNITÀ DI BASE DI OREGINA COMMENTA LA CONDANNA VATICANA DELLA TDL

Tratto da: Adista Notizie n° 37 del 26/05/2007

Le recenti prese di posizione vaticane contro la teologia della liberazione e contro i suoi principali estensori hanno indotto la Comunità di Oregina ad una riflessione collettiva.

“Volendo anticipare una considerazione di carattere generale possiamo dire che questi avvenimenti ispirano riflessioni più gravide di motivi di speranza che d'amarezza. Lo Spirito soffia e la voce stonata del potere vaticano evidenzia le contraddizioni. Abbiamo sul tappeto due progetti di Chiesa: l'una fortemente controllata dalla gerarchia romana, anche in opposizione con i vescovi locali, e tesa a costruire la più ampia separatezza culturale e politica nei confronti delle società mondiali per offrire all'Uomo, con autorità, una propria confezione di certezze; l'altra pronta a convertirsi alla povertà, disponibile al dialogo e alla collaborazione con forze sociali, culturali e politiche delle diverse realtà mondiali che lavorano per erigere un mondo più abitabile per tutti.

L'ingiustizia è la fonte principale di tutte le contrapposizioni Nord‑Sud del mondo e questo si riflette anche sul piano della fede. La teologia della liberazione getta nello smarrimento la fede tradizionale e Ratzinger alza le sue difese affossando il Concilio Vaticano II che è il grande ispiratore di tutti i nuovi progetti di Chiesa di base nel mondo.

Non è più una risposta credibile rispolverare la frattura teorica fra il piano terreno della storia umana e quello celeste della storia di Dio, minimizzando i fatti del mondo di fronte alla redenzione operata nell'al di là. In questo modo non si risolve nessuna angoscia di vivere e nessun problema di fede dell'uomo d'oggi. Invece la teologia della liberazione è una indicazione vivibile, anche qui da noi pur con le dovute differenze, sia come possibilità concreta di rinnovamento ecclesiale, sia come possibilità di incarnare cultura e prassi a livello sociale e non solo esclusivamente personale.

Ecco perché la Comunità guarda con fiducia al futuro delle Chiesa: non c'è alternativa possibile alla via aperta dal Concilio. È piuttosto un compito irrinunciabile continuare responsabilmente ad approfondire la ricerca di fede soprattutto attraverso il coinvolgimento concreto per la giustizia e la liberazione.

(da Adista nn. 3084-3085-3086 del 26 novembre 1984)

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