LA PRESIDENTE DELLA FUCI: NON “COMUNIONE E LIBERAZIONE”, MA COMUNICAZIONE E LIBERTÀ
Tratto da: Adista Documenti n° 42 del 09/06/2007
15431. Roma‑adista. "Riconciliazione è dimensione dinamica che sostituisce ai termini comunione e liberazione quelli di comunicazione e libertà, due termini il cui concetto è un agire sapienziale e non una staticità conclusa che, tentando di tradurre l'eterno, lo stravolge in ideologia, perché l'eterno non è traducibile ma è da ricercare come trama della tela sempre da tessere". E ancora: "La riconciliazione non rifugge dal conflitto, dal particolare, dalla differenza, anzi da tutto ciò trae l'anima perché essa è categoria etico‑pratica nata nella storia comune a tutto il genere umano".
Sono i passaggi centrali di un intervento della presidente della Fuci Maria Rita Rendeù, sul numero di marzo di Stadium, il mensile del Centro Sportivo Italiano (Csi). "Tra i giovani e nella cultura" il titolo di questo contributo in vista del Convegno della Chiesa italiana a Loreto. Un convegno, sostiene la Rendeù, che vede la Chiesa di fronte alla sfida di "formare alla laicità radicata nella storia, a un'etica della corresponsabilità interpersonale e pubblico‑istituzionale, al desiderio della cultura e non alla cupidigia dell'ideologia". Una Chiesa capace di optare per il metodo storico critico, "che non cavalchi le paure del mondo ma ricerchi i germi sparsi dovunque dallo Spirito, che si adoperi per la costruzione di segmenti di senso parziali ma umani e vissuti e che non si accontenti della proclamazione di altisonanti principi senza curarsi della reale vita delle persone". Sicuri, conclude, che "chi ci accompagna è il Dio sconfitto nel paradosso della Croce e non un qualsiasi Zeus glorioso e tuonante con il quale non vogliamo alcuna riconciliazione".
(da Adista nn. 3187-3188-3189 28 marzo 1985)
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