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COSCIENZA A TEMPO DETERMINATO. PROPOSTA DI LEGGE PER ABIURARE L'OBIEZIONE ALLE ARMI

Tratto da: Adista Notizie n° 53 del 21/07/2007

33987. ROMA-ADISTA. Sarà possibile abiurare la scelta di obiezione di coscienza, magari per arruolarsi nelle forze armate e andare volontari in “missione di pace” in Afghanistan. Lo prevede un disegno di legge già approvato dalla Camera lo scorso 8 maggio (favorevole tutto il centro-sinistra, contrari An e Udc, non hanno partecipato al voto Forza Italia e alcuni leghisti) e ora atteso in Senato per il voto finale, presumibilmente già a luglio.
Le “norme in materia di obiezione di coscienza” del 1998 prevedono infatti che l’obiettore non possa più detenere o maneggiare armi, né dirigere aziende armiere né “partecipare ai concorsi per l'arruolamento nelle Forze armate, nell'Arma dei carabinieri, nel Corpo della Guardia di Finanza, nella Polizia di Stato, nel Corpo di Polizia Penitenziaria e nel Corpo Forestale dello Stato o per qualsiasi altro impiego che comporti l'uso delle armi”. Una “vessazione” che lede la “parità di diritti e doveri tra i cittadini”, secondo l’Associazione per la tutela dei diritti degli ex obiettori: si può “cambiare religione e orientamento politico, e persino cambiare coniuge dopo un divorzio”, hanno detto i rappresentanti dell’associazione durante la loro audizione in commissione Difesa alla Camera, “ma a quanto pare solo una indicazione manifestata a 18 anni, quella dell’obiezione di coscienza alla leva militare (che tuttavia in moltissimi casi non si rende nota a 18 anni, durante la prima visita di leva, ma solo quando si rinuncia al rinvio, quindi 4-5 anni dopo, al termine degli studi universitari, ndr), è sinora immodificabile”. Per cui, proseguono, “in nome di un malinteso senso di coerenza”, si impedirebbe a molti ex obiettori di accedere a diverse professioni, soprattutto all’interno delle forze armate o delle forze dell’ordine.
Delle preoccupazioni di questi ex obiettori si sono fatti interpreti due deputati del Svp (Südtirol Volkspartei), Karl Zeller e Siegfried Brugger, e uno ulivista, Romolo Benvenuto, che hanno presentato tre proposte di legge – poi unificate in un unico ddl – per modificare la normativa in maniera da consentire agli ex odc, trascorsi cinque anni dal congedo, di “rinunciare allo status di obiettore presentando apposita dichiarazione irrevocabile presso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile”. Decaduta la qualifica di obiettore, tutte le porte si riaprirebbero: quelle delle fabbriche di armi, quelle delle questure e quelle delle caserme, fino alla possibilità di partire volontario per qualche “guerra umanitaria”. Ovviamente, “in caso di richiamo per mobilitazione dei cittadini”– come previsto dalla normativa che ha abolito la leva obbligatoria e ha introdotto l’esercito dei soldati di professione – l’obiettore che ha rinunciato al suo status verrebbe chiamato alle armi. Decisamente contrario alla legge Mosaico di Pace – mensile promosso da Pax Christi – che sul numero di giugno critica duramente il ddl in un editoriale redazionale dal titolo “L’obiezione non è più una virtù”. “Per uno strano destino, proprio mentre si celebra il quarantesimo anniversario della morte di don Lorenzo Milani, il Parlamento italiano si appresta ad approvare una legge che seppellisce l’obiezione di coscienza al servizio militare”, si legge. “I fautori della legge che vorrebbe dare la possibilità agli obiettori di rinnegare la propria dichiarata contrarietà alle armi dicono che ‘si può cambiare idea’ e che non è ammissibile una ‘obiezione in eterno’. Chissà perché non si preoccupano di quei militari che, sebbene professionisti, vorrebbero obiettare alla guerra in Iraq o in Afghanistan e che, se lo fanno, finiscono dinanzi a una corte marziale!”. “Si inaugura pertanto l’epoca nuova della sepoltura dell’obiezione e... della sua coscienza? Oppure è forse solo l’atto innocuo di un Parlamento che apre la stagione dei saldi per svendere anche valori e significati di cui non è mai stato nemmeno lontano parente?”.
“Sono favorevole a discutere sul diritto di chi si è dichiarato obiettore a partecipare ad alcuni concorsi, come per esempio quello per i vigili urbani non armati (su cui si sono espressi favorevolmente anche alcuni Tar, ndr) – dice ad Adista don Fabio Corazzina, coordinatore nazionale di Pax Christi –, ma ritengo profondamente sbagliato fare una legge che, consentendo di rinunciare allo status di obiettore, cancella un valore e sminuisce una storia. Voler dare peso ad una scelta compiuta da persone giovani, e tuttavia mature – quella dell’obie-zione di coscienza –, non significa affatto andare contro i loro diritti ma sottolineare la necessità di assumersi delle responsabilità in prima persona”. “Tutto il Parlamento italiano è mobilitato per approvare una leggina che servirà a poche decine di persone – perché tante sono le richieste di ‘abiura’ arrivate fino ad ora all’Unsc – mentre non muove un dito per lo stato disastroso in cui versa il servizio civile nazionale”, denuncia Massimo Paolicelli, presidente dell’Associazione Obiettori Nonviolenti (Aon). Per l’anno 2007, infatti, l’Unsc avrà a disposizione circa 350 milioni di euro, con cui potrà far partire 47.500 volontari, cioè 6mila in meno del 2006 e appena un terzo di quelli richiesti dagli enti, alcuni dei quali – come il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (Cnca) e il Wwf – non hanno avuto alcun progetto approvato. (luca kocci)

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