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LA SILENZIOSA BELLEZZA DELL’ARTICO: IMMAGINE DI DIO, SPECCHIO DELLA VITA

Tratto da: Adista Documenti n° 66 del 29/09/2007

"Onorevole ministro, signor presidente del Parlamento, signor sindaco, cari fratelli e sorelle,

calpestare il suolo di questa meravigliosa isola, alla vigilia di una nuova iniziativa per salvare il destino della terra, è un grande privilegio ed una grande benedizione. Questo è il settimo simposio che abbiamo organizzato, e sotto molti punti di vista è il più importante. Non solo perché il pericolo di una catastrofe ambientale – del tutto evitabile – è oggi più grave che mai, ma anche perché ci siamo riuniti in un luogo la cui grandiosa ma fragile bellezza è allo stesso tempo un’ispirazione e un monito per chi ha a cuore il futuro del nostro pianeta.

Al momento di dare inizio a questo nostro simposio, mentre dagli scienziati giungono verdetti sempre più preoccupanti sulle conseguenze dei cambiamenti climatici per ogni essere vivente sulla Terra, vogliamo rivolgerci in cerca di consiglio soprattutto al popolo della Groenlandia. Da parte degli ecologisti, dei politici, dei giornalisti e dei leader religiosi che si sono riuniti qui, voglio ringraziarvi per averci invitato in questa terra meravigliosa. Abbiamo bisogno della vostra saggezza e della vostra guida per riflettere sulle conseguenze spirituali e fisiche dei profondi cambiamenti ecologici già in corso sul nostro pianeta, e soprattutto nelle regioni polari. E offriamo al popolo della Groenlandia le nostre preghiere, la nostra amicizia e la nostra solidarietà, nel momento in cui si interroga sui problemi che potrebbe trovarsi ad affrontare a causa delle rapide trasformazioni di un territorio di cui conosce l’imponente bellezza, la potenza e i delicati equilibri meglio di chiunque altro.

Sono ormai passati più di dieci anni da quando abbiamo cominciato ad organizzare questi simposi su Religione, Scienza ed Ambiente, riservando una particolare attenzione alle acque della Terra. Nei primi tempi, molta gente rimaneva interdetta di fronte ai collegamenti che cercavamo di stabilire. I credenti rimanevano abbastanza indifferenti, se non ostili, nei confronti della scienza; molti scienziati ed ecologisti non trovavano molto in comune tra il loro mondo e quello della fede. Ora che alcuni di questi collegamenti sono diventati più evidenti, sono pochi i leader religiosi che non si preoccupano per i problemi dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici. Ed è questo il motivo per cui oggi, in mezzo a noi, ci sono rappresentanti di alto livello di molte fedi. Sono sempre di più coloro che si rendono conto che la religione e la scienza dell’ambiente hanno entrambe a che fare con le cose ultime, con il destino dell’umanità, della terra e della creazione nella sua interezza.

Anche per questo solo motivo, i leader spirituali e gli ecologisti non possono fare a meno di intraprendere un dialogo approfondito. Ma né i nostri amici scienziati, né i nostri fratelli del mondo della fede sarebbero venuti qui in Groenlandia se fossero convinti che il futuro del pianeta sia completamente privo di ogni speranza. È proprio perché crediamo nella possibilità di salvare la terra, e di ristabilire l’alleanza tra Dio e l’uomo, che siamo venuti fin qui, in spirito di penitenza, di pellegrinaggio e di gratitudine per chi ci ospita.

Abbiamo chiamato questo simposio lo "Specchio della vita", perché gli scienziati ci dicono che l’Artico ci offre un’immagina limpida e netta dello stato del pianeta nel suo complesso. I crimini ecologici commessi da società che si trovano molto più a sud, come pure la contaminazione chimica e l’emissione di radiazioni nucleari, sono riscontrabili con chiarezza in parti dell’ambiente artico. Soprattutto, la drammatica crescita delle temperature globali sta avendo un effetto palpabile in Groenlandia, anche se non è stata causata dalle azioni dei groenlandesi. Le società le cui attività industriali e i cui sprechi provocano i cambiamenti climatici sono spesso cieche di fronte alla conseguenze dei loro comportamenti. Ma qui, nelle regioni polari, è possibile vedere molte cose più chiaramente.

L’idea dello specchio come di un riflesso della realtà, che può essere più o meno accurato, è familiare ai cristiani. Nessun apparecchio creato dall’uomo è perfetto e nei primi tempi della fede cristiana gli specchi erano molto più rozzi di oggi. È questo il motivo per cui San Paolo ci avverte che, nella nostra attuale condizione di peccato, possiamo vedere il mondo solo per speculum et in aenigmate, "come in uno specchio, oscuramente" (1Cor 13,12). Nello stesso passo, San Paolo ci fa sperare che un giorno saremo in grado di vedere con molta più chiarezza: saremo "faccia a faccia" di fronte alla gloria di Dio, e quindi comprenderemo in maniera completa ogni altra cosa. Finalmente, capiremo qual è il nostro posto in relazione al nostro Creatore.

Le parole di San Paolo fanno riferimento alla speranza spirituale del cristiano che la gloria di Dio sia pienamente visibile agli esseri umani. Ma esse assumono un nuovo significato per chiunque venga in Groenlandia. L’Artico non è uno specchio rozzo, uscito dalle mani dell’uomo; è uno specchio limpido e potente, datoci da Dio stesso. La sua silenziosa bellezza ci offre un’immagine chiara della gloria di Dio, allo stesso modo in cui la ricchezza di vita della foresta pluviale brasiliana, che abbiamo avuto la fortuna di poter conoscere l’anno scorso, ce ne offriva un’altra immagine. Al tempo stesso, i cambiamenti climatici oggi in corso nell’Ar-tico e la contaminazione di alcune parti della catena alimentare offrono un’immagine chiara, a cui non è possibile sfuggire, della sconsideratezza umana. Quando visitiamo que-st’isola o navighiamo lunghe le sue coste, non possiamo distogliere i nostri occhi né dalla bellezza della creazione di Dio né dai cambiamenti che la follia umana ha già provocato e potrebbe causare nel futuro a questo luogo incontaminato. Né possiamo evitare di considerare le terribili conseguenze per il resto del mondo se i ghiacciai continueranno a sciogliersi e il livello del mare ad alzarsi.

Cari amici della Groenlandia, vi chiediamo di perdonarci se, come visitatori, sembriamo lenti a vedere e capire cose che sono ovvie per voi. Avremo bisogno del vostro aiuto. Non solo questa settimana, mentre riflettiamo sulle sfide per questa regione e per il resto del mondo, su un pianeta in rapido riscaldamento. Anche dopo la fine di questo simposio avremo ancora bisogno di farci guidare dalle vostre capacità di adattamento, dalla vostra saggezza e dalla vostra fede, per affrontare le sconvolgenti mutazioni ambientali che sono già ora in corso in ogni parte della Terra.

Per voi, popolo della Groenlandia, l’idea che il mondo naturale sia grandioso, misterioso e meritevole delle nostre cure è sin troppo ovvia. Perdonateci, quindi, se ci siamo permessi di dimenticare ciò che è così chiaro ed evidente per voi. Oggi, per grazia di Dio, si è svolto un evento senza precedenti nei simposi che abbiamo avuto il privilegio di organizzare. Leader importanti di molte tradizioni religiose hanno offerto, ciascuno a suo modo, una preghiera silenziosa per il futuro del nostro bel pianeta, per i popoli che vivono oggi sulla Terra e per le generazioni che verranno dopo di noi, sempre che la follia umana non distrugga del tutto la vita. Più avanti, nel corso di questa settimana, avremo la straordinaria benedizione di poter celebrare un rito cristiano ortodosso in una chiesa che risale a circa mille anni fa, ed è quindi più antica della tragica rottura tra l’Oriente e l’Occidente cristiani. Ringraziamo il popolo della Groenlandia per aver reso possibile questi gesti così importanti, e vi chiediamo di pregare con noi. Se l’umanità, tutta intera, riuscirà a emulare quello spirito di coraggio, determinazione e profondo rispetto per la creazione di Dio che i groenlandesi hanno sempre mostrato, allora, dopo tutto, ci sarà speranza per il nostro pianeta.

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