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FUORIROTTA 1996

Tratto da: Adista Documenti n° 68 del 06/10/2007

Il presidente del Consiglio Dini conferma (11 gennaio) le dimissioni del suo governo “tecnico”. Il presidente della Repubblica avvia così le consultazioni. Il Pds propone di proseguire la legislatura per “fare le riforme”. Cioè, per cambiare la Costituzione. Si parla anche di presidenzialismo (malgrado l’opposizione del mondo cattolico democratico e dello stesso Scalfaro, che definirà il presidenzialismo “una minaccia per la democrazia italiana”) e Forza Italia si dichiara favorevole ad un governo di larghe intese. Ma sia dentro il Polo (An) che nel centrosinistra (l'Ulivo di Prodi e il Ppi) c’è chi spinge per elezioni anticipate. Naufraga così (16 febbraio) l’incarico “perlustrativo” affidato da Scalfaro ad Antonio Maccanico per verificare la possibilità di un nuovo governo tecnico. Il presidente della Repubblica scioglie perciò le Camere e fissa le elezioni per il 21 aprile. Ricominciano così le grandi manovre elettorali. L’ex premier Dini, che ha fondato “Rinnovamento italiano”, annuncia che correrà con l'Ulivo. Prodi cerca l’accordo anche con Rifondazione Comunista. Si chiamerà “desistenza”: per non danneggiarsi reciprocamente nella contesa contro la destra, nei collegi uninominali - in presenza di un candidato dell’Ulivo - Rifondazione si impegna a non presentare suoi candidati; e viceversa. Bossi, al contrario, annuncia che non farà alleanze con nessuno. Acuisce perciò il verbalismo secessionista della Lega, insedia a Mantova il “Parlamento del Nord”, diserta (2 giugno) le celebrazioni in Parlamento per il 50.mo della Repubblica, radunando i suoi a Pontida con l’intenzione di fondare lo Stato “padano”, insediare un Comitato di Liberazione della Padania, creare un “governo provvisorio”. Molto fumo, ma - al solito - nessuna sostanza: come il 15 settembre, quando, alle sorgenti del Po, Bossi legge nientemeno che la “dichiarazione d'indipendenza della Padania”. Alle politiche del ‘94 concorrono circa 130 partiti, segno di una crisi che il maggioritario, invece che sanare, inasprisce. Alla fine, Berlusconi, che ha condotto una campagna elettorale in chiave anticomunista, esce sconfitto. Passa di misura la coalizione dell'Ulivo formata da Pds, Ppi, Rinnovamento, Unione Democratica (fondata da Maccanico) e Verdi. La borsa non pare spaventata quanto Berlusconi: il giorno dopo i risultati elettorali, sale del 4,9%. Malgrado la sua sbandierata “equidistanza” dai due poli, la Cei di Ruini non nasconde invece il proprio disappunto per la vittoria dell’Ulivo e degli ex comunisti. Prodi, che ha la maggioranza piena al Senato, non ha però alla Camera i voti necessari e ha bisogno del sostegno di Rifondazione Comunista. Non più “desistenza” quindi, ma alleanza. Rifondazione accetta (pur scegliendo di non entrare nell’esecutivo), ma alcuni dirigenti lasciano il partito. Non sarà però il governo che molti attendevano: l’esecutivo assumerà subito una linea pragmatica e “contabilista”: dopo una durissima Finanziaria da 60mila miliardi, viene annunciata anche una “eurotassa”. Provvedimenti necessari a mettere a posto i conti per “entrare in Europa”. Ma non c’è solo il dibattito politico-istituzionale: il 20 maggio viene arrestato il boss mafioso Giovanni Brusca, accusato di essere il mandante dell’attentato del ‘92 a Falcone. Il 9 settembre, al processo a Perugia per l’omicidio Pecorelli, Tommaso Buscetta afferma che il delitto fu organizzato su richiesta dei cugini Salvo “nell’interesse di Giulio Andreotti”.Per tutto l’anno l’Europa è scossa dall'emergenza “mucca pazza”. Dall'Inghilterra arriva la notizia (marzo) di persone morte a causa della sindrome di Jakob-Creutzfeldt, contratta da carne bovina infetta. È il panico: crollano le vendite di carne e vengono bloccate le importazioni. Nel mondo, è soprattutto il Medio Oriente ad essere in fibrillazione. Il 20 gennaio in Palestina, prime elezioni legislative e presidenziali. Netto successo di Arafat. Poco dopo, il 3 marzo, Israele e Olp firmano l'accordo di Sharm el Sheik, che prevede il riconoscimento dello Stato di Israele e del diritto a uno Stato palestinese indipendente. Ma sono solo impegni generici. Ad aprile, il parlamento palestinese abroga gli articoli dello Statuto che negavano ad Israele il diritto ad esistere e ne invocavano la distruzione. Ma, in maggio, ennesima doccia fredda sulle speranze di pace: alle elezioni israeliane vince la destra di Netanyahu (in marzo, anche la Spagna, dopo 13 anni, era tornata a destra, con la vittoria del Partito Popolare di Aznar). Il 17 aprile in Brasile 19 Senza Terra vengono trucidati nella strage di Eldorado dos Carajás, in Pará. Il 5 luglio in un laboratorio di Edimburgo nasce la pecora Dolly, il primo mammifero clonato. Il 26 settembre, dopo un lungo assedio, i talebani conquistano Kabul. Mentre ai vertici della Chiesa italiana il card. Ruini, che il 7 marzo viene confermato dal papa per altri 5 anni alla guida della Cei, consolida la sua egemonia (intensificando il suo pressing sui religiosi paolini), la Chiesa di base trova una nuova voce. Nasce infatti il movimento internazionale "Noi Siamo Chiesa" a seguito di una raccolta di firme, iniziata nel ‘95 in calce ad un appello in cui si chiedeva una profonda riforma della Chiesa cattolica. Iniziata in Austria, la raccolta si era successivamente estesa a Germania, Italia, Spagna, Usa, Olanda, Belgio, Francia, Inghilterra, Portogallo e Canada, raggiungendo lo straordinario risultato di 2.500.000 adesioni. A fine anno, muore uno dei protagonisti della Resistenza, della Costituente, della rinascita democratica del Paese, del movimento cattolico democratico: è Giuseppe Dossetti, che si spegne il 16 dicembre. (v. g.)

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