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COMPIACENZE FASCISTE NELLA PARROCCHIA ROMANA DI S. BRUNO

Tratto da: Adista Notizie n° 69 del 13/10/2007

34080. ROMA-ADISTA. Che le feste parrocchiali siano sponsorizzate da enti, istituti bancari o esercizi commerciali è una discutibile scelta, divenuta - da molti anni - una consuetudine. Che però tra i sostenitori della festa in onore di S. Bruno, patrono dell’omonima parrocchia a via della Pisana (periferia ovest di Roma), vi sia un gruppo fascista che occupa illegalmente abitazioni o edifici della capitale è una notizia che ha fatto rizzare i capelli a molti abitanti del quartiere capitolino.

La brillante idea di cercare la partnership dei fascisti è del parroco di S. Bruno, don Gianfranco Ferrigno. In calce al volantino fatto stampare dalla parrocchia, in cui si elencano le iniziative in onore di S. Bruno (svoltesi dal 3 al 7 ottobre), sotto la dicitura "si ringrazia" è presente infatti - accanto ai loghi di due negozi presenti in zona, Tecnocasa e Vicr (una società di forniture per uffici) e a quello (nientemeno) dello Stato Maggiore della Difesa (cui va forse il riconoscimento per il "concerto della Fanfara delle Forze Armate" che il 6/10 ha preceduto lo "spettacolo per i bambini del mago Pipino") - anche quello dell’Associazione Foro 753.

Una sigla che - di primo acchito - non dice molto. Ma dietro il riferimento al foro romano (o al "foro" che Mussolini fece costruire dove oggi sorge lo stadio Olimpico) e all’anno 753 (anno della fondazione di Roma) si cela un gruppo di giovani appartenenti all’area dell’estrema destra la cui attività è occupare immobili inutilizzati per reclamare il "diritto alla casa". Quello delle occupazioni che si rifanno – nelle forme – alle lotte antagoniste dei centri sociali autogestiti, ma in cui tutti gli occupanti provengono dall’area della destra radicale (peraltro non necessariamente romana), è un fenomeno che da alcuni anni interessa la capitale. Le prime occupazioni di questo tipo hanno dato vita a tre "centri sociali" di destra: nel luglio 2002 "Casa Montag", sulla Tiberina, e "Casa Pound", all'Esquilino; nel dicembre del 2003 a "Foro 753", che si è appropriato di uno stabile della Regione Lazio in via Capo d’Africa, zona Colosseo. Azioni definite dagli stessi protagonisti "Onc", ossia "Occupazioni Non Conformi": cioè illegali. A leggere gli slogan generici che campeggiano sugli edifici occupati, tipo "No al carovita", "L’affitto è usura", "La casa agli italiani", "Diritto alla proprietà della casa", che è l’obiettivo delle "Onc", non si capisce subito quale sia la "cultura" di provenienza di questi gruppi. Un po’ di più navigando sui loro siti o leggendo il materiale propagandistico che distribuiscono nei quartieri. Il loro obiettivo è quello di testimoniare uno spirito "comunitario", rinverdire le politiche abitative del ventennio, promuovere una visione della proprietà privata simile a quella del corporativismo fascista della Rsi, escludere gli stranieri dal diritto alla casa. Dal punto di vista politico, Foro 753 è considerato contiguo alla destra sociale di Alleanza Nazionale, pur utilizzando un frasario che lo rende simile ai gruppi della destra più radicale ("alternativa alla società edonista"; "disprezzo dell’individualismo", "Tradizione non conservazione"; "Moralità non moralismo"; "attivismo"; "volontarismo"; "socialità"; "tensione spirituale"; "comunitarismo"; "avanguardismo"; "identità"; "nazione"; "avamposto di libertà": questo il frasario utilizzato sul sito internet del Foro 753).

 

Segnali rivelatori

Che il parroco di S. Bruno abbia simpatie per la destra cattolico-tradizionalista e fascista non è però una novità. Don Gianfranco, che è a S. Bruno dal settembre 2006, ne aveva dato prova già all’epoca di una sua precedente esperienza presso la parrocchia di S. Ponziano a Roma Nord. Lì Ferrigno era stato inviato dal card. Ruini col preciso compito di normalizzare una comunità distintasi per eccessivo spirito "conciliare". Fin dalla sua nascita (1963), S. Ponziano aveva avuto come parroco don Aurelio Screpanti, prete con una solida visione conciliare della Chiesa. Don Aurelio aveva condotto i laici ad una progressiva responsabilizzazione e partecipazione della comunità. A S. Ponziano, accadeva, tra l'altro, che il Consiglio parrocchiale venisse eletto da tutti i membri attivi della comunità parrocchiale e che il piano pastorale della parrocchia fosse il frutto del lavoro comune tra il presbiterio e gli operatori parrocchiali. Quando, dopo 27 anni, don Aurelio morì, nel 2000, lasciava una comunità di "cristiani adulti" con un piano pastorale in cui si poteva leggere che "i laici si sentono chiamati a partecipare alla vita della parrocchia e, in modo sempre più assembleare, ne progettano gli obiettivi, lo stile e le attività"; che la liturgia, "percepita fondamentalmente come un rito gestito dai sacerdoti", doveva divenire un luogo dove "non limitarsi al ruolo di spettatori e diventare 'concelebranti' dell'Eucarestia, animatori della liturgia"; che il presbitero è "pienamente corresponsabile (con i laici) del cammino verso gli obiettivi enunciati dal piano pastorale". Una comunità che "non ritiene ineluttabili i modelli e gli stili di vita che la società attuale propone", che si pone il problema "di promuovere ed educare all'impegno politico e sociale quale strumento di servizio e promozione umana". Chiaro che nella visione ecclesiale di Ruini non ci fosse spazio per realtà di questo genere. A S. Ponziano capitò ciò che era avvenuto in tante altre parrocchie romane. La normalizzazione. Dopo la breve parentesi di don Paolo Boumis, la parrocchia fu affidata ad un giovane amministratore parrocchiale, don Gianfranco Ferrigno (classe 1967, già vicario parrocchiale dal 2000), che subito inaugurò una gestione autoritaria della parrocchia. Il consiglio parrocchiale fu sciolto e sospeso per tre anni, il piano pastorale bocciato, i catechisti tutti rimossi dal loro incarico. La normalizzazione della parrocchia, oltre che dal punto di vista pastorale, procedette anche sotto il profilo politico. All'interno delle attività della parrocchia, infatti, don Gianfranco Ferrigno iniziò a dare spazio alla destra. Il Centro culturale Charles Péguy, una struttura della destra cattolica, promosse una serie di iniziative "per la difesa della vita", una delle quali si svolse, a gennaio del 2002, proprio nei locali di S. Ponziano. Invitati a questa iniziativa, oltre al presidente dell'associazione Charles Péguy (Augusto Camicioli, che alle Regionali 2005 si candidò con la Lista Storace, ma non venne eletto), anche Rocco Buttiglione, Alfredo Mantovano (di An, esponente del movimento cattolico di destra "Alleanza cattolica") e Antonello Aurigemma (consigliere di Forza Italia nel IV municipio). La svolta a destra imposta alla parrocchia di S. Ponziano sotto la guida di Ferrigno venne testimoniata anche dall’esplicito sostegno, nelle elezioni municipali del maggio 2001, a Stefano Carnevali, candidato con Forza Italia. (valerio gigante)

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