L’AUTONOMIA DOPO IL "VENTENNIO"? L’AC RISCOPRE IL GUSTO DELLA POLITICA. E SCEGLIE IL PD
Tratto da: Adista Notizie n° 87 del 15/12/2007
34182. ROMA-ADISTA. L’opera di normalizzazione programmata ed attuata dal card. Camillo Ruini nei confronti del laicato cattolico italiano, ha progressivamente spostato verso la destra berlusconiana l’interesse e la sintonia di gran parte della Chiesa italiana. Oggi, dopo un ventennio di silenziosa e spesso sofferta arrendevolezza, questa collocazione comincia ad essere oggetto di riflessione e di ripensamento critico. I primi significativi segnali sono venuti, ancora una volta, dall’Azione Cattolica, che ha ripreso a partecipare attivamente alle vicende politiche del Paese col senso di autonomia e responsabilità che il Concilio riconosce ai laici cattolici. Lo ha ben mostrato, recentemente, la campagna elettorale per le primarie del Pd. Molti dirigenti ed ex dirigenti di Azione Cattolica si sono dati da fare, invitando al voto e sostenendo esplicitamente uno dei candidati in lizza per la poltrona di segretario del Pd:. Rosy Bindi, innanzitutto (che proprio dall’Azione Cattolica proviene, essendo stata vicepresidente nazionale Adulti dal 1984 al 1989), ma anche Walter Veltroni (che annovera tra i suoi più stretti collaboratori due ex presidenti della Fuci come Giorgio Tonini e Stefano Ceccanti, nonché un altro ex dirigente degli universitari cattolici, Salvatore Vassallo) ed Enrico Letta (tra i cui supporter spicca il nome dell’ex presidente nazionale di Ac Raffaele Cananzi). E c’è anche chi, nell’Ac, è stato eletto tra i membri della Costituente Nazionale che il 27 ottobre ha sancito ufficialmente la nascita del nuovo partito. Si tratta di Ernesto Preziosi (ex vicepresidente nazionale Ac); Ugo Perone (ex presidente diocesano di Torino); Sara Martini (iscritta alla Fuci ed eletta a Firenze nella lista veltroniana di Lapo Pistelli); Stefano Ceccanti (eletto dall’Assemblea nella Commissione che preparerà lo Statuto del Partito); Marco Cane (responsabile diocesano dei giovani di Ac, eletto ad Alba nelle liste della Bindi); Giovanni Bachelet (candidato a Roma con la lista della Bindi). Non ce l’hanno invece fatta Andrea Morezzi (già segretario nazionale della Fuci) ed Emanuele Ciancio (vicepresidente nazionale Fuci), candidati nel collegio Torino Centro nella lista collegata a Rosy Bindi); Angelo Bertani, candidato con la Bindi a Roma Centro; Francesco Spano, proveniente dall’Ac di Grosseto, collaboratore di Amato e Melandri, candidato nel collegio di Grosseto; Vincenzo Caricati, candidato nelle liste della Bindi ad Andria, attuale presidente del gruppo Meic di Andria ed ex incaricato regionale del Meic in Puglia; Matteo Massaia, giovane dell’Ac torinese, candidato con Letta; Alessandro Valere, ex incaricato regionale della Fuci per le Marche, candidato a Senigallia nelle liste di Mario Adinolfi. Giorgio Tonini è stato nominato da Veltroni nell’esecutivo del partito. Franco Monaco (presidente dell'Azione Cattolica Ambrosiana dal 1986 al 1992) e Daniela Storani (ex-vicepresidente nazionale Giovani di Ac dal 1995 al 1998) sono invece membri del Coordinamento nazionale del partito. C’è poi chi ha partecipato attivamente alla campagna pro Bindi. Come Renato Balduzzi, presidente nazionale del Meic (il figlio, Giacomo, era candidato nella lista della Bindi nel collegio di Alessandria); o Domenico Raimondi (ex responsabile diocesano dell'Acr di Torino, vedi il suo blog www.blogdome.wordpress.com); o l'ex responsabile nazionale del Msac, il Movimento Studenti di Ac, Giandiego Carastro (altro blog: www.geggione.splinder.com). O Laura Giombetti (attuale incaricata regionale Acr delle Marche). A Torino, nei giorni pre-primarie, girava una mail scritta dal segretario diocesano di Ac Antonio Rocco Labanca in cui si invitavano gli aderenti ad andare a votare alle primarie per Rosy Bindi. Labanca si poneva il problema che qualcuno potesse storcere la bocca per il "conflitto di interessi" tra la sua carica nell’associazione e la sua scelta di sostenere la Bindi. "Ma avrei più scrupoli - scriveva - a tenermi da parte (per corrispondere a un presunto dovere di neutralità) che a espormi con un atto positivo". Sulla stessa lunghezza d’onda anche altri dirigenti ed ex dirigenti dell’Ac torinese, come Dina Bigotti, Paolo Chicco, Paola Giani, Maria Pia Valetto. Anche a livello regionale la presenza di candidati dell’Ac è stata consistente. Solo per fare qualche esempio, l'assemblea del Pd agrigentino ha eletto presidente del coordinamento provinciale Floriana Costanza, di Ravanusa, una giovane universitaria di Ac. Concetta "Titti" Lucariello, di Gricignano di Aversa, 24 anni, opera nell’Azione Cattolica locale e si è candidata nelle liste di "Generazione U" che sostenevano Mario Adinolfi. Domenico Zappone, ex-segretario nazionale Ac, ha fatto invece parte del comitato promotore per le primarie del Pd di Latina. E che, al di là dell’invito a Gianfranco Fini alla kermesse di Loreto del 2004 (v. Adista n. 59/04), come pure della pace siglata con Cl (v. Adista n. 59/04), dell’adesione al Comitato Scienza e Vita, della sottoscrizione del Manifesto Più Famiglia e della partecipazione al Family Day, al di là anche degli stessi, continui, richiami della Cei ai cattolici sui principi non negoziabili, l’Azione Cattolica rimanga fortemente estranea alla cultura della destra berlusconiana lo mostra anche il blog dell'attuale vicepresidente Giovani dell'Ac nazionale (membro quindi dell’attuale presidenza dell’associazione), Simone Esposito (www.simoneesposito.blogspot.com). Un esempio per tutti: commentando il fatto che Ferdinando Adornato, deputato di Forza Italia, è stato l’unico, "nel tripudio di colleghi di partito brambillizzati di botto", a osare "il rifiuto al Padrone", scegliendo di non entrare nel nuovo "Partito della Libertà", Esposito chiosa sottolineando che "il buon Adornato aderisce da anni a un movimento politico che alla struttura democratica ha preferito, né più né meno, il sistema feudale". (valerio gigante)
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