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L'ARDUA RICONCILIAZIONE TRA TEORIA E PRATICA, RIVOLUZIONE E RIFORME. UN INCONTRO IN CHIAPAS SULLE SFIDE DEI MOVIMENTI ANTISISTEMA

Tratto da: Adista Documenti n° 8 del 26/01/2008

DOC-1951. SAN CRISTÓBAL DE LAS CASAS-ADISTA. "Siamo passati di moda", aveva riconosciuto il subcomandante Marcos in un’intervista apparsa sull’ultimo numero del mensile El Gatopardo. Fortemente ridimensionato nel suo impatto mediatico, isolato dalla sinistra tradizionale in Messico, scavalcato, sul fronte della guerriglia, dall’Erp (Esercito rivoluzionario del popolo), l’Esercito zapatista di liberazione nazionale attraversa indubbiamente una fase di grande vulnerabilità: "Ora – proseguiva Marcos in quell’intervista - siamo come nel 1993 ma a ruoli invertiti. Noi preparavano allora l'insurrezione. Adesso è il governo che si prepara ad attaccarci". La situazione, denunciano le organizzazioni di difesa dei diritti umani, diventa ogni giorno più grave, a causa della crescente presenza dell’esercito e dei gruppi paramilitari, composti anch’essi da indigeni: è la maggiore aggressione sofferta dal movimento zapatista negli ultimi dieci anni, affermano gli osservatori. Con l’aggravante che, essendo l’Esercito zapatista "passato di moda", la minaccia è pressoché ignorata tanto dalla popolazione messicana quanto dalla comunità internazionale. Se ne è parlato anche all’incontro internazionale promosso a San Cristóbal de Las Casas, dal 13 al 17 dicembre scorso, dall’Ezln, dall’Università della Terra (Unitierra) e dalla rivista Contrahistorias, in onore dello storiografo e antropologo André Aubry (scomparso il 20 settembre scorso in un incidente stradale), sul tema "Pianeta Terra: movimenti antisistema".

"Come non accadeva da tempo – ha affermato Marcos durante l’incontro – le nostre comunità, i nostri compagni e compagne, sono vittime di un’aggressione. Era già successo prima, certo. Ma è la prima volta da quell’alba del 1994 che la risposta sociale, nazionale ed internazionale è stata insignificante o nulla. È la prima volta che queste aggressioni provengono apertamente da governi di presunta sinistra (il Chiapas è governato dal Partito della Rivoluzione Democratica, ndr) o che ricevono l’appoggio della sinistra istituzionale". E ha aggiunto: "Chi ha fatto la guerra sa riconoscere le strade su cui si prepara e si avvicina. I segnali di guerra all’orizzonte sono chiari. La guerra, come la paura, ha un odore. Ed ora si comincia a respirare il suo fetido odore nelle nostre terre".

Proprio in risposta alle parole di Marcos, i partecipanti all’incontro, studiosi e militanti di fama mondiale, da Naomi Klein a Immanuel Wallerstein, da François Houtart a Enrique Dussel, da Pablo González Casanova a Gustavo Esteva, hanno diffuso un comunicato in cui chiedono che si ponga fine alle aggressioni e invitano "tutti gli uomini e le donne di buon cuore, del Messico e del mondo", a vigilare e a manifestare apertamente la propria solidarietà. Tanto più che, hanno ricordato, "dal 10 gennaio 1994 l’Ezln si è impegnato con la società civile messicana, in maniera unilaterale, ad interrompere qualsiasi attività bellica. A 14 anni da quella decisione, l’Ezln, nonostante la minacciosa presenza dell’esercito federale che tanto danno ha arrecato alla vita delle comunità indigene chiapaneche, nonostante la formazione di gruppi paramilitari, nonostante il massacro di Acteal (il massacro di 45 indigeni tzotziles dell’organizzazione Las Abejas, avvenuto il 22 dicembre del 1997, e rimasto impunito, ndr), nonostante tutto, ha onorato la sua parola", costruendo, in questo tempo, "una delle esperienze più promettenti del mondo: le giunte di buon governo, che sono riuscite a migliorare il livello di vita delle basi di appoggio zapatiste".

E se le giunte di buon governo - un processo che ha preso avvio, secondo Marcos, nel momento in cui "la terra è passata nelle mani di chi la lavora" – rappresentano un indubbio successo per gli zapatisti, molti altri meriti – come scrive Luis Hernández Navarro su La Jornada del 18 dicembre – vanno riconosciuti all’Ezln: dal 1994, "al di là di settarismi, errori e sfortune politiche, i ribelli hanno saputo reinventarsi genuinamente più di una volta, conservando il proprio principale capitale: la propria forza etica". Di particolare importanza, secondo Navarro, è "l’alleanza di lungo respiro" con Via Campesina, la più importante e combattiva coalizione di organizzazioni contadine del pianeta (a cominciare dal Movimento dei Senza Terra, presente all’incontro sui "movimenti antisistema" con due rappresentanti), suggellata durante l’inizio della seconda tappa dell’Altra Campagna (la campagna avviata il primo gennaio del 2006 allo scopo di unire tutte le resistenze anticapitaliste del Paese in un unico fronte di sinistra alternativo ai partiti politici; v. Adista nn. 69/05 e 5/06) con l’invio di videomessaggi all’Ezln da parte di rappresentanti di Via Campesina.

Quanto alla rottura dello zapatismo con l’insieme della classe politica (alle ultime elezioni gli zapatisti hanno invitato all’astensione), rottura che ha allontanato dall’Ezln vecchi alleati e simpatizzanti, il prete belga François Houtart, professore emerito dell'Università Cattolica di Lovanio e direttore del Centro Tricontinentale (Lovanio), ha affrontato in maniera diretta, nel suo intervento all’incontro in onore di Aubry sul tema "Socialismo del XXI secolo, costruzione intellettuale, slogan politico o espressione delle lotte antisistemiche", lo spinoso tema del rapporto tra l’utopia rivoluzionaria e la necessaria istituzionalizzazione delle ribellioni. Di seguito la versione integrale del suo intervento, in una nostra traduzione dallo spagnolo. (claudia fanti)

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