PIANO SANITARIO REGIONALE: BOTTA E RISPOSTA TRA VENDOLA E I VESCOVI PUGLIESI
Tratto da: Adista Notizie n° 65 del 27/09/2008
34594. BARI-ADISTA. Spirano venti di polemica in Puglia a causa del nuovo Piano sanitario approvato il 10 settembre scorso dalla giunta regionale guidata da Nichi Vendola (con il voto contrario dei consiglieri del centrodestra e del capogruppo del Pdci). Ad alzare le barricate è stata la Conferenza episcopale pugliese con il suo presidente, mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto: l’accusa, mossa dalle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno - che ha ospitato il botta e risposta tra il presidente della Regione e i vescovi pugliesi (10/09) - riguarda la mancata rispondenza del piano “ad un criterio generale che potremmo definire ‘pro vita’”. I nodi della questione riguardano la somministrazione della pillola del giorno dopo e della Ru486 (la pillola abortiva), ma si estendono anche alle modalità che hanno portato alla stesura del testo e alla sua approvazione.
“Ci piacerebbe - afferma l’arcivescovo nell’intervista alla Gazzetta - poter dire che la Puglia, in un momento di grande disagio sociale, è capace di fare tutto il possibile per garantire il diritto di ogni donna a non abortire”. E si domanda: “In coscienza, la nostra classe politica, può dire che tutto questo venga favorito da questo Piano?”. Ciò che allarma di più però il presidente dei vescovi pugliesi è il presunto “processo di banalizzazione dell’atto sessuale, la sua scissione dalla dimensione affettiva, lo scavalcamento o la mancata responsabilizzazione dei genitori, in nome di un principio assoluto di autodeterminazione”. A rispondergli, sulle stesse pagine, è il presidente della Regione: “Il tema della banalizzazione della vita e della sessualità - ha sottolineato Vendola - è assolutamente presente a tutta l’ispirazione della nostra azione di governo, oltre che del Piano della Salute; per quale motivo, infatti, esortiamo i consultori ad una azione informativa su tutto nei confronti delle donne?”. Vendola esprime invece dissenso circa la contrapposizione, indicata dall’arcivescovo, tra il dovere della società di educare e il principio di autodeterminazione delle persone: “Come se l'edonismo vuoto, la mercificazione, i fenomeni di banalizzazione del corpo, della sessualità, della vita, fossero figli del principio di autodeterminazione e non invece di un contesto culturale nel quale ha vinto la forma di merce come unico dio”. E riguardo alla contraccezione afferma: “Noi crediamo che la contraccezione sia fondamento di una sessualità matura e responsabile. Sulla contraccezione di emergenza non ho nulla da aggiungere perché la pillola del giorno dopo appartiene all’elenco dei contraccettivi e si tratta di uno strumento che impedisce la proliferazione del ricorso all’interruzione di gravidanza”. E sulla Ru486: “Il fatto che ci sia la possibilità di ricorrere ad una interruzione di gravidanza non chirurgica, non intrusiva nel corpo della donna come è l’Ru486 - ha precisato Vendola - può essere discutibile: la nostra scelta banalizza l'aborto? Rende l’aborto facile e leggero? Rispondo con i dati: sono poche centinaia le somministrazioni, sempre dentro percorsi di ricovero e controllo medico”. “Viceversa - ha continuato - bisognerebbe riflettere sul fatto che l’aborto si pratica nella stragrande maggioranza nelle cliniche private e gli obiettori di coscienza si concentrano nella quasi totalità nelle strutture pubbliche”.
La critica sulle modalità con le quali si è giunti alla stesura del nuovo Piano sanitario (mons. Cacucci aveva lamentato l’assenza di un confronto con i vescovi pugliesi, nonostante la Regione avesse ricevuto il Forum delle Associazioni Familiari pugliesi che per stessa ammissione del vescovo “rappresenta le medesime istanze” dell’episcopato) sono state fermamente respinte al mittente: “Abbiamo costruito una rivoluzione nella modalità di rapporto con il mondo religioso”, ha sostenuto Vendola. “Invece che stare dentro una trattativa privata tra politica e Chiesa sul finanziamento degli oratori, per esempio, noi abbiamo deciso di assumere gli oratori come aspetto dell’organizzazione dei servizi sociali e per questa via rifinanziarli”. Discorso simile per i consultori: accogliendo le istanze presentate dal Forum delle Associazioni Familiari della Regione, che in un documento diffuso all’indomani dell’approvazione del Piano ha riconosciuto la sensibilità della giunta in questo senso i consultori retti da associazioni ed enti no profit, a condizione di rispondere a determinati standard, andranno ad integrare la rete dei consultori pubblici pugliesi. L’accusa di essere rimasto sordo alle istanze ed alle proposte pervenute del mondo ecclesiastico è arrivata anche dalle pagine di Avvenire, all’interno di un editoriale firmato da Domenico Delle Foglie e intitolato “Il riduzionismo antropologico in salsa pugliese” (16/9).
“Credo che la Chiesa – è la difesa di Vendola - abbia il diritto di esprimersi, se lo fa in maniera pubblica e trasparente, se lo fa con ricchezza di argomentazioni aiuta tutti noi a cercare la strada più giusta per rispondere alle esigenze dei cittadini”.
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