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LONTANO DAI PULPITI, DENTRO LA STORIA. ESCONO IN LIBRERIA LE “OMELIE FUORITEMPIO” DI ADISTA

Tratto da: Adista Notizie n° 81 del 22/11/2008

34699. ROMA-ADISTA. Una sorta di lectio humana, costruita settimana dopo settimana interrogando da vicino il testo evangelico per riscoprirne lo scandalo e l'implacabilità profetica, l'irriducibilità del kerygma ad ogni pretesa omologazione. È stata questa la sfida che, sin dall’autunno del 1998, Adista ha voluto raccogliere, inaugurando la rubrica delle “Omelie Fuoritempio”, commenti al Vangelo della domenica affidati non ai soliti “addetti ai lavori” - preti e religiosi che già usano (e abusano) dei pulpiti ecclesiastici e di quelli mediatici - ma a persone estranee alle logiche, al linguaggio ed alle liturgie ecclesiastiche. Così, nelle pagine della nostra agenzia hanno avuto la possibilità di avvicendarsi uomini e donne; laici, preti, religiosi che per scelta, per condizione o per decreto si trovano a vivere la loro condizione di credenti “sulla strada”, fuori da ogni protezione o benedizione del potere ecclesiastico. Riflessioni - le loro - e non “prediche”; poco clericali, quindi, e - forse proprio per questo - profondamente evangeliche, condotte da credenti, ma anche da non credenti che hanno accettato di lasciarsi provocare dal messaggio rivoluzionario di Gesù.

Proprio nel decimo anniversario dall’avvio della rubrica, Adista ha deciso di raccogliere in volume un’ampia selezione di queste “prediche laiche”. Curato da Valerio Gigante e Luca Kocci, il libro (Fuoritempio. Omelie laiche. Anno B, Di Girolamo editore, pp. 207, euro 15: il testo può essere acquistato anche contattando direttamente la nostra agenzia, o tramite il sito internet), raccoglie una serie di commenti al Vangelo che può risultare significativa anche e soprattutto per un pubblico di lettori “laici”: si tratta infatti di testi che, piuttosto che dare risposte preconfezionate, cercano di far risuonare la “grazia” dell'inquietudine, della domanda, dell'attesa, evitando “vapori” spiritualistici e languori “buonisti”. Insomma, sulla scia del magistero di don Tonino Bello, di “affliggere i consolati”, piuttosto che di consolare gli afflitti. Testi che permettono di confrontarsi con un punto di vista “altro”, che intende aggiungere qualcosa alla comprensione del messaggio di Gesù a partire da un profondo coinvolgimento nelle esperienze di vita, nella ricerca di senso, nella lotta per la dignità e il riscatto delle donne e degli uomini di oggi, soprattutto dei più marginali. Comune a tutti i testi, infatti, è la ricerca di un modo nuovo di raccontare e commentare il messaggio evangelico, fuori dall’assuefazione del genere omiletico, dalla routine di prediche domenicali che ripetono vecchie formule attinte dal genere predicatorio del “tempio”, sentite sempre più spesso come lontane dal linguaggio e dalla vita quotidiana e di cui perciò si tende a non comprendere più nemmeno il senso. Gli omileti di Adista sono teologi e teologhe, spesso censurati o “silenziati” per la loro dedizione alla causa degli ultimi, missionari, parroci, religiose e religiosi, giornalisti, scrittori, politici, magistrati, laici impegnati nel sociale. Tutti fuori dal recinto del sacro ed anche per questo impegnati a restituire il messaggio di Gesù alla laicità e alla universalità delle strade. Tra i nomi che - raccogliendo la sfida di questa “omelia laica” - si alternano su questo primo volume di omelie (relativo all’anno liturgico B; nel 2009 usciranno le omelie dell’anno C; nel 2010 quelle dell’anno A), ci sono Vinicio Albanesi, mons. Luigi Bettazzi, Fausto Bertinotti, Leonardo Boff, mons. Giancarlo Bregantini, dom Benedetto Calati, Franco Barbero, Gabriella Caramore, Gian Carlo Caselli, don Vitaliano Della Sala, Giovanni Franzoni, Jacques Gaillot, Giulio Girardi, Enzo Mazzi, fr. Arturo Paoli, Giorgio Tonini, Gianni Vattimo, Adriana Zarri.

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