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IL SILENZIO È LA VOCE DELLA COMPLICITÀ. P. ROY BOURGEOIS NON RITRATTA SUL SACERDOZIO FEMMINILE

Tratto da: Adista Documenti n° 86 del 06/12/2008

DOC-2066. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Poiché tutti i nodi, prima o poi, vengono al pettine, c’era da attendersi che la partecipazione del notissimo attivista per la pace p. Roy Bourgeois, missionario di Maryknoll, all’ordinazione sacerdotale di una donna, Janice Sevre-Duszynka, 58 anni, avvenuta nell’ambito del movimento Catholic Womenpriests a Lexington (Kentucky) il 9 agosto scorso, avrebbe suscitato una reazione da parte del Vaticano. Una reazione che, apparentemente scongiurata in un primo momento, è apparsa poi all’orizzonte ad ottobre, quando p. Bourgeois si è visto recapitare una lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede che gli intimava di abiurare la sua posizione entro il 21 novembre scorso, pena la scomunica automatica.

P. Bourgeois, che in occasione dell’ordinazione dell’amica Sevre-Duszynka aveva pronunciato un’omelia molto intensa, nella quale affermava: "È la coscienza a portarci qui" (v. Adista n. 60/08), non ha mostrato alcuna intenzione di ritrattare, ma ha rincarato la dose scrivendo a sua volta una lettera alla Congregazione (v. sotto), in cui spiega i motivi per i quali intende confermare il proprio sostegno all’istanza dell’ordinazione sacerdotale femminile, e una lettera ai suoi confratelli preti: "Rispettosamente vi chiedo, miei fratelli preti, scrive loro, di unirvi a me nel parlare chiaro su questa importante questione morale. L’arcivescovo Oscar Romero, di El Salvador, assassinato durante una messa a motivo della sua difesa degli oppressi, disse: ‘Chi ha voce, parli per i senza voce!’. Fratelli preti, voi ed io abbiamo voci potenti all’interno della nostra Chiesa. Chiedo di rompere il nostro silenzio e di affrontare la questione dell’ordinazione delle donne nelle nostre omelie, nei nostri incontri presbiterali e con i nostri vescovi. Il silenzio è la voce della complicità".

Il termine posto dal Vaticano scadeva in concomitanza con lo svolgersi dell’annuale protesta presso la Scuola delle Americhe (Soa, l’istituzione gestita dall’esercito Usa a Fort Benning, in Georgia, per addestrare al combattimento e ad azioni di guerra psicologica e di intelligence soldati latinoamericani, presso la quale si diplomarono alcuni tra i più noti responsabili di violazioni dei diritti umani), un evento che attira migliaia di manifestanti e del quale Bourgeois è stato l’animatore a partire dal 1990. In tale contesto, anche l’organismo Call to Action ha promosso una raccolta di firme a sostegno del missionario di Maryknoll.

Giunto, infine, il 21 novembre, e segnato ormai il destino del religioso - un decreto del 30 maggio scorso della Congregazione per la Dottrina della Fede (Decreto generale circa il delitto di attentata ordinazione sacra di una donna; v. Adista n. 43/08) stabilisce la scomunica automatica per le donne che vengono ordinate e per chi celebra il rito, sottolineando il fatto che si tratta di una "auto scomunica" - si sono moltiplicate le espressioni di solidarietà nei suoi confronti e le petizioni affinché il Vaticano non proceda con questa condanna. E mentre il sito dei cattolici spagnoli critici Atrio (www. atrio.org) ha promosso una raccolta di firme nell’ambito di una "Campagna di rivendicazione dell’uguaglianza assoluta di uomini e donne nella Chiesa", numerosi sono coloro che sono intervenuti a titolo individuale nella vicenda: mons. Thomas Gumbleton, vescovo ausiliare di Detroit, presente alla manifestazione di Fort Benning, ha detto che il religioso "sarà scomunicato, non c’è dubbio, su questo", ma ha aggiunto di ritenere che "si tratti di una pena non necessaria"; e il gesuita statunitense p. James Martin, collaboratore del magazine America, afferma sul suo blog che, se è vero che Bourgeois è spinto dalla coscienza e il Vaticano è vincolato dal diritto canonico, "magari la Chiesa avesse agito con altrettanta rapidità contro i preti responsabili di abusi sessuali! Magari i vescovi che hanno trasferito quei preti di parrocchia in parrocchia fossero trattati con altrettanta severità di giudizio!". Un argomento, questo, sostenuto anche dalla teologa femminista Rosemary Ruether Radford, della quale riportiamo - insieme alla lettera di Bourgeois alla Congregazione per la Dottrina della Fede, datata 7 novembre, e al testo della petizione di Atrio (che può essere firmato all’indirizzo http://www.atrio.org/?p=1505) - una dura dichiarazione in merito all’atteggiamento del Vaticano verso il religioso, in una nostra traduzione dall’inglese. (ludovica eugenio)

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