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LA VIOLENZA SPIRITUALE DEL VATICANO CONTRO LE DONNE

Tratto da: Adista Documenti n° 86 del 06/12/2008

 

 

Il Vaticano ha adottato ciò che risulta essere una politica di "tolleranza zero" contro quei cattolici che difendono attivamente l’ordinazione delle donne, in particolare contro chiunque sia impegnato nel movimento Roman Catholic Womenpriests che, negli ultimi tre anni, ha ordinato negli Stati Uniti 35 donne. Questo movimento ha preso il via nel giugno 2002, quando sette donne sono state ordinate da alcuni vescovi cattolici in Austria. In seguito, alcune di queste donne hanno ricevuto la consacrazione episcopale da questi stessi vescovi ed esse, a loro volta, hanno ordinato altre donne prete. Da ciò si è sviluppato un movimento sempre più organizzato che sta elaborando la visione teologica della Chiesa che si spera di generare, e impostando le procedure formali per la formazione e la preparazione al ministero di quante aspirano ad essere ordinate nella propria comunità.

Il Vaticano ha scomunicato sommariamente le prime sette donne ordinate nel 2002. Man mano che ne venivano ordinate altre, è restato all’inizio in silenzio e poi ha decretato che qualunque donna venisse ordinata in questo movimento sarebbe stata automaticamente scomunicata, come pure chiunque lo appoggiasse. Ciò ha risparmiato alle autorità ecclesiastiche la noia di affrontare individualmente ognuno di questi casi. Tuttavia, nel corso dell’ultimo mese hanno intensificato la loro campagna contro l’ordinazione femminile in risposta al prete di Maryknoll, padre Roy Bourgeois, che il 9 agosto a Lexington, Kentucky, ha concelebrato la messa in cui è stata ordinata la sua vecchia amica, Sevre-Duszynska.

Padre Bourgeois ha anche predicato l’omelia alla messa dell’ordinazione, denunciando il rifiuto della Chiesa a ordinare le donne come un peccato paragonabile a quello del razzismo. "Il sessismo è un peccato", ha dichiarato.

Verso la fine di ottobre, Bourgeois ha ricevuto una lettera dal Vaticano, tramite i suoi superiori di Maryknoll, che gli dava trenta giorni per abiurare la sua posizione sul sacerdozio femminile, pena la scomunica. Bourgeois ha rifiutato di abiurare e anzi ha ripetuto che il suo appoggio all’ordina-zione delle donne è una questione di coscienza irremovibile. Per Bourgeois è chiaro che il Vaticano è profondamente in errore sul suo rifiuto del sacerdozio femminile. Studi cattolici biblici hanno dimostrato che nelle Scritture non c’è alcun fondamento valido contro l’ordinazione delle donne. Tale questione, piuttosto, riflette fondamentalmente un pregiudizio peccaminoso contro le donne simile a quello di chi credeva che i neri fossero inferiori e dovessero sedersi nei banchi in fondo alla chiesa. È il Vaticano che deve abiurare questo peccato di pregiudizio e accettare che è Dio a chiamare le donne al sacerdozio.

Bourgeois ha anche sottolineato la durezza della risposta vaticana all’ordinazione femminile, che contrasta con la sua lentezza nell’assumere una posizione decisa contro i preti che hanno perpetrato abusi sui bambini. Apparentemente il Vaticano prende molto meno sul serio l’abuso sessuale sui bambini da parte di preti rispetto al pericolo rappresentato da coloro che non concordano sul suo rifiuto della vocazione femminile al sacerdozio. Il "peccato" di queste donne consiste nel fatto che esse desiderano servire la Chiesa proclamando il vangelo e celebrando i sacramenti. Perché il Vaticano è così ostile nei confronti della vocazione delle donne al ministero in una Chiesa che è chiaramente affetta da una diffusa carenza di preti che guidino il popolo di Dio? Come può vedere nelle donne che cercano di esercitare il loro ministero nella Chiesa, e in coloro che le appoggiano, una tale minaccia al suo ordine istituzionale da ritenere giusto escluderli dai sacramenti della Chiesa? Tale risposta a questo movimento e ai suoi sostenitori non è altro che un atto di violenza spirituale, l’equivalente del tentativo di "uccidere" qualcuno con cui si è in disaccordo, di dichiararlo morto spiritualmente e non in comunione con Dio.

Perché il Vaticano si sente così minacciato dalle donne prete? Un motivo sta nel fatto che a giudizio di questo movimento il rifiuto vaticano dell’ordinazione femminile è tanto un errore teologico quanto un peccato di ordine morale, radicato nella fondamentale ostilità verso le donne come esseri pienamente umani ugualmente fatti ad immagine di Dio e in grado di rappresentare Cristo come preti. Se gli insegnamenti del Vaticano sbagliano su questo punto, allora è in discussione la sua rivendicazione di autorità infallibile. L’infallibilità in sé è un errore che richiede l’abiura. Ma la questione dell’auto-rità è semplicemente la facciata istituzionale che è in pericolo quando qualsiasi dottrina viene messa in discussione. Penso che Bourgeois abbia ragione quando riconosce che le profonde radici di questo rifiuto sono proprio il sessismo, il non voler riconoscere, fondamentalmente, l’uguale umanità delle donne; un rifiuto, questo, che si nasconde dietro a tutto il romanticismo sulla "differenza" delle donne.

Come padre Bourgeois, io penso che oggi i cristiani di tutte le tradizioni, ma soprattutto i cattolici, debbano considerare questo tema come non negoziabile. Dobbiamo insistere sulla capacità delle donne di svolgere il ministero ordinato e sulla validità della loro chiamata da parte di Dio a tale ministero. Ciò significa che dobbiamo continuare a seguire strade parallele che portino al sacerdozio femminile, nel momento in cui il Vaticano rifiuta di riconoscere la verità di questa richiesta. Non dobbiamo lasciarci spaventare dai colpi sempre più forti della violenza spirituale del Vaticano. Se saremo saldi nella nostra convinzione, questi colpi non potranno farci nulla. Questa forse è la paura più profonda del Vaticano: il riconoscere che le sue armi più potenti contro questo dissenso sono, in definitiva, impotenti.

 

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