QUANDO I CATTOLICI NON ERANO MODERATI
- Percorsi
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 90 del 13/12/2008
Il 28 e il 29 novembre 2008, presso la Sala Ermanno Gorrieri di Palazzo Europa, a Modena, si è tenuto il convegno nazionale di studio e confronto nel primo anniversario della morte di Pietro Scoppola, sul tema: «Quando i cattolici non erano moderati. Figure e percorsi del cattolicesimo democratico in Italia». Due giorni di serrati interventi, con relazioni di Paolo Pombeni, Alberto Melloni, Giuseppe Tognon, Agostino Giovagnoli, Fulvio De Giorgi, Guido Formigoni, Valerio Onida, Giuseppe Ruggieri, Paola Gaiotti e David Sassoli. In una tavola rotonda hanno discusso Pier Luigi Bersani, Pierluigi Castagnetti e Giorgio Tonini.
Le conclusioni sono state tirate da Paolo Prodi. Organizzatori: la fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali, in collaborazione con la fondazione per le Scienze religiose Giovanni XXIII, l’associazione Rosa bianca e l’associazione Città dell’uomo. Altre informazioni e programma completo sono disponibili al sito: www.fondazionegorrieri.it
Il punto centrale del convegno è stata la ricostruzione di un periodo forte di presenza attiva in politica di cattolici di profonda ispirazione democratica.
Sono state rievocate le figure di De Gasperi, Moro, Lazzati, Dossetti, Gorrieri, Ardigò, Scoppola.
Da Valerio Onida è stato ricordato il ruolo decisivo di politici cattolici nel dare alla nostra Costituzione i principi fondamentali di libertà, rispetto della persona e laicità, in una forma accettabile, e accettata, anche da quanti cattolici non erano. Però i «padri costituenti» non si erano limitati a fissare principi, avevano anche indicato le linee di un progetto di società che avrebbe dovuto essere costruita su quei principi. Solo in parte è stato fatto, e anche quella parte è oggi sottoposta a tentativi di disfacimento.
E i cattolici democratici cosa dovrebbero fare?
Risponde Onida: riprendere quel progetto e concorrere alla costruzione di una società di persone uguali nei diritti e nelle opportunità di realizzazione.
Per un cattolico la riforma della società e la riforma ecclesiale sono temi profondamente correlati. In molti interventi si è ricordato il ruolo di Giuseppe Dossetti, figura emblematica di questo duplice interesse (membro attivo della Costituente e poi, da monaco e sacerdote, ispiratore di contenuti e di metodi di funzionamento del Concilio Vaticano II).
Inevitabile la riflessione sul Partito democratico, approdo di molti cattolici riformisti provenienti dall’esperienza della Lega democratica, della Rete, della Rosa bianca (fondata da Paolo Giuntella all’inizio degli anni Ottanta), dell’Ulivo. Una riflessione critica seguita dal proposito di una partecipazione più incisiva (meno moderata) al progetto di riforma della società.
Naturale la domanda, alla quale però il convegno non si proponeva di dare risposta: e ora? Cosa è rimasto di quell’esperienza e di quell’insegnamento? Quanti cattolici sono ancora democratici? Ogni partecipante ha trovato una propria risposta personale.
*Capo-redattore di Appunti di cultura e di politica
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