I MURI E I PONTI
Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 6 del 17/01/2009
Ho visto le case della striscia di Gaza sventrate
come grembi di donne violate e bambini, grembo
di futuro, devastati. Ho visto piazze infiammate e
bandiere bruciate, a cancellazione di un popolo.
Muro contro muro. Un sogno spezzato. Strappato.
Strappata, incendiata la bandiera di tutti,
il sogno testardamente rincorso, che non fossimo
in un prossimo futuro uomini dei muri ma dei ponti.
(...)
Ma quei muri sono cifra di altri muri. Quanti
altri muri! Ho visto quartieri della mia città
circondati da muri. Più o meno invisibili.
Da muri e da vigilantes. Muri sorvegliati.
Come se celebrassero un'appartenenza chiusa e
la diversità fosse in esilio.
Ma forse i muri più gelidi sono dentro di noi,
i più resistenti, i più decisivi: là dove
la diversità è in esilio, qui si è di una sola
"pelle", di una sola lingua, di una sola
religione, di una sola cultura. Muri di paura.
Altri temono il meticciato, temono pluralità
di voci, sono monocordi. Sto con gli antichi
che confessavano paura per gli uomini di un solo
libro, gli uomini del muro.
E dove vorresti trovare i credenti? Tra quelli
che alzano muri, o tra quelli che gettano ponti?
Difficilmente resistiamo al fascino di un ponte:
è il superamento della voragine della distanza,
congiunge ciò che sembrava incongiungibile,
permette esplorazioni di altre terre.
Le sue arcate sono sfida nel cielo, splendono
come la vera sfida dell'umanità. Beati
i costruttori di ponti. Ad ogni livello.
Congiungono senza confondere: i ponti non
mischiano le terre, mettono in
comunicazione le ricchezze.
Dove vorresti trovare i credenti? Non sono forse
seguaci di un Maestro che creò un ponte tra
il cielo e la terra, Figlio di Dio in una tenda
di carne? Il più sorprendente dei ponti, un'arcata
infinita. Non sono forse seguaci di un Maestro
che ha annullato nella sua carne il muro
della separazione? "Egli infatti" scrive Paolo "è
la nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli
un popolo solo, abbattendo il muro della separazione
che era frammezzo, cioè l'inimicizia" (Ef 2,14).
E dove vorresti oggi trovare i cristiani se
non tra coloro che, come il loro Maestro, hanno
l'arte di costruire insonnemente ponti?
don Angelo Casati, prete di Milano
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