Nessun articolo nel carrello

Vigili nell’attesa

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 45 del 25/04/2009

Della settimana santa il momento che interroga e sorprende di più è il sabato. Sembra un tempo vuoto; e in certo senso lo è, perché è l’esperienza dell’attesa.

Ma attendere è cosa piena di vita, di ansia, di speranza e di timore. Aspettando ci mordiamo le dita, ci viene il batticuore. Immaginiamo quel che accadrà, e se accadrà. Quanto tempo ci vorrà. Ci interroghiamo se ci porterà bene o male… C’è tutta una inquietudine dell’attesa, il rischio della delusione (Emmaus…). E tutto un amore.

E poi c’è una ricerca, il tentativo di leggere i segni di quel che può venire. Quindici anni fa, il 18 maggio 1994, Giuseppe Dossetti commemorava l’amico Giuseppe Lazzati ponendosi la domanda: «Sentinella, quanto resta della notte?».

Infatti «Lazzati è sempre stato – ma in particolare negli ultimi anni della sua vita – un vigilante, una scolta, una sentinella: che anche nel buio della notte, quando sulla sua anima appassionata di grande amore per la comunità credente poteva calare l’angoscia, ne scrutava con speranza indefettibile la navigazione nel mare buio e livido della società italiana».

Dossetti ricordava che Isaia (21, 11-12) descrive la sentinella che scruta verso il nuovo giorno e non ha alcuna nostalgia del giorno precedente; e sa che anche il nuovo giorno avrà fine e ci sarà una nuova notte… Ma sottolinea che l’attesa dell’alba non autorizza a dimenticare che la notte è notte e va riconosciuta come tale; notte delle culture, per le persone, per le comunità; e non servono, anzi sono dannose le scorciatoie o i facili rimedi, tra i quali Dossetti ricorda in particolare la tentazione della Chiesa di negoziare favori dal potere politico “per esempio la politica familiare e la politica scolastica” (si era al primo governo Berlusconi). Nell’attesa dell’alba, del giorno e poi, ancora, della notte, quello che conta è l’esortazione della sentinella: «Convertitevi!». Non solo aspettare, ma fare, cambiare. Leggere i segni del tempo insieme alla parola di Dio; insieme come comunità, perché solo così siamo Chiesa.

Auspicava Dossetti un pentimento dei cristiani, un cambiamento: «i battezzati consapevoli devono percorrere un cammino inverso a quello degli ultimi vent’anni, cioè mirare non ad una presenza dei cristiani nelle realtà temporali e alla loro consistenza numerica e al loro peso politico, ma ad una ricostruzione delle coscienze e del loro peso interiore, che potrà poi, per intima coerenza e adeguato sviluppo creativo, esprimersi con un peso culturale e finalmente sociale e politico».

L’idea della Chiesa forza sociale, culturale e politica era considerata da Dossetti come un equivoco e un pericolo: «ricordo sempre che la Chiesa non è ancora il Regno di Dio: ne è, se mai, il germe, l’inizio (LG 5). E va aggiunto che delle due sue funzioni: l’evangelizzazione (cioè l’annuncio del Cristo morto, risorto, glorificato) e l’animazione cristiana delle realtà temporali, la seconda spesso può concernere il Regno in modo molto indiretto».

Ecco: il tempo dell’attesa è dunque tutt’altro che vuoto e obbliga a pensieri severi e ad un’azione intensa e profonda. Soprattutto invita a scrutare con attenzione e spirito critico tutti i segni esteriori e le esperienze umane interiori che incontriamo sulla nostra strada (anche per questo abbiamo chiamato segni nuovi questo fascicolo settimanale).

Ma vorrei aggiungere un’ultima riflessione: quando parliamo dell’attesa, noi pensiamo immediatamente al nostro attendere e cerchiamo di interpretarlo e realizzarlo nel modo migliore. Ma c’è anche un altro versante dell’attesa; ed è l’attesa degli altri. Non solo il nostro attendere, ma anche ciò che gli altri attendono. Anche il nostro prossimo vive un’attesa che siamo chiamati a percepire e condividere, ad andargli incontro. La Pira parlava delle attese della povera gente. Anche oggi ci sono le attese dei poveri, degli immigrati, degli emarginati. Le attese dei giovani, delle donne… e di tutta la società. Le voci che abbiamo ascoltato dalle terre del terremoto sono commoventi e autentiche, più di tanti personaggi pubblici, laici ed ecclesiastici! E quelle che vengono dal terzo mondo, dalle aree di guerra… C’è un problema, che non è solo politico (ma anche!) di ascoltare le attese degli altri, capirle, approfondirle. Qualche volta discuterle, più spesso condividerle. In ogni caso dedicare attenzione.

Più attesa e più attenzione fanno pensare alla necessità di tendere a…, di mettersi in moto verso qualcosa, di uscire dallo stato di pigrizia e ripiegamento in cui spesso ci rinchiudiamo da soli. (ab)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.