LA BIBBIA SULLE STRADE DELL’UOMO. E DEL COSMO. DA MESSINA UN INVITO ALLA RESPONSABILITÀ VERSO LA MADRE TERRA
Tratto da: Adista Documenti n° 98 del 18/12/2010
DOC-2313. MESSINA-ADISTA Nella ricerca di un’etica ecologica che dia risposte alla crisi che il Pianeta sta attraversando che ruolo può avere il cristianesimo? In che misura la Bibbia può offrire un’opportunità di evangelizzazione ambientale, aiutando ad intendere l’intima comunione tra l’essere umano e il creato? Ed è sufficiente leggere le Scritture a partire da una nuova sensibilità o si richiede invece un cambiamento di paradigma religioso? Sono queste alcune delle sollecitazioni emerse dalla terza edizione de “La Bibbia sulle strade dell’uomo” - una due giorni di riflessione biblica organizzata da un folto gruppo di realtà di Messina (la Chiesa valdese, la Caritas diocesana, l’Associazione Ecumenica Segretariato Attività Ecumeniche, il Centro Servizi per il volontariato, la Comunità Emmanuel, l’associazione Nuovi Orizzonti, l’associazione Terra e Cielo, la Facoltà di Giurisprudenza e la Cattedra di Filosofia Teoretica dell’Università di Messina oltre che il Dipartimento di Studi Giuridici dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro) - svoltasi il 19 e 20 novembre scorsi presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Messina sul tema “Da dominatori a custodi del creato” (lo scorso anno era stato approfondito il passo della Genesi “In Te saranno benedette tutte le famiglie della Terra”, mentre nell’edizione del 2008 il tema “Anche voi siete stati stranieri. La Chiesa dalla parte dei poveri”, v. Adista nn. 92/08 e 2/10). Un tema, quello della custodia del creato, su cui si sono confrontati, tra gli altri, Simone Morandini della Fondazione Lanza, Centro Studi in Etica, la giornalista Claudia Fanti della nostra agenzia e Daniele Garrone della Facoltà valdese di Teologia di Roma.
Se, nel corso della storia, si è imposta una visione fortemente antropocentrica - Dio avrebbe creato l’essere umano come “Signore della creazione”, con il compito di soggiogare la natura e di domarla a suo piacere -, sia Morandini che Garrone hanno sottolineato quegli elementi del testo biblico che non possono essere ridotti a una logica di dominio. Elementi che, secondo Garrone, mostrano come la “regalità umana sul creato non sia illimitata, dispotica, incontrollata”. Non a caso, afferma il teologo valdese, “il climax della creazione è il sabato”, non l’essere umano: è il sabato “come momento anti-inerziale, anentropico”, che dimostra come “neppure l’Onnipotente ha avuto un agire illimitato”.
Completamente diverso il punto di partenza di Claudia Fanti che, sulla scia della riflessione della Commissione Teologica Internazionale dell’Asett (Associazione di teologi e teologhe del Terzo Mondo), ha evidenziato la responsabilità delle religioni nella costruzione e nella trasmissione di quel paradigma culturale che ha desacralizzato il pianeta e trasformato gli esseri umani in predatori planetari per diritto divino, resi “a-naturali”, a causa della loro collocazione su un piano radicalmente altro, quello della storia della caduta-redenzione-salvezza in cui la natura non gioca alcun ruolo, e “anti-naturali”, in virtù della convinzione della necessità di fuggire dal mondo e di andare oltre la materia “per divinizzarsi”. Ed è dunque solo con idee nuove, con immagini nuove, solo con una nuova visione della natura, dell’essere umano, di Dio, che gli esseri umani potranno trasformarsi “da inquilini incoscienti a custodi intelligenti e responsabili”. Da qui la necessità di dare ascolto “alla profezia contenuta nella stessa voce dell’universo e dei nuovi processi scientifici”: un nuova narrazione sacra, una nuova rivelazione, che questa volta viene dal cosmo, dalla natura, e che obbliga le religioni a riconsiderare il loro antico racconto, fino ad aprirsi non solo ad una nuova immagine dell’essere umano, che non viene “da sopra, né da fuori, ma da dentro e da sotto, dalla Terra, dal Cosmo”, come “il fiore dell’evoluzione cosmica”, ma anche ad una nuova immagine di Dio. Che non è più il Dio dai tratti antropomorfi che da “lassù” esercita il suo governo su di noi, intervenendo ‘miracolosamente’ nel dominio della natura, ma è un Dio al tempo stesso trascendente e immanente, “come l’anima di quel corpo che è la natura”, e che può essere percepito nella stessa realtà cosmica. Una nuova rivelazione, ha concluso Claudia Fanti, che è, soprattutto, un invito ad assumere atteggiamenti di rispetto, di venerazione, di comunione nei confronti dell’universo, facendo sì che l’atteggiamento amorevole della cura diventi, come afferma il monaco benedettino Marcelo Barros, “il cammino spirituale di ognuno di noi, ideale politico per scegliere i nostri rappresentanti politici, criterio per organizzare nel mondo una nuova Etica”.
È quella “responsabilità di governare” di cui ha parlato anche Daniele Garrone, ricordando come solo l’essere umano possa “distruggere e guarire”, cosicché “la prima cosa da fare è quella di rimettere al centro la politica nel senso più alto e più nobile del termine, come responsabilità di governo a cui non possiamo sfuggire”. Ed è quanto chiede con forza, a livello mondiale, nazionale e locale, la dichiarazione conclusiva della due giorni teologica. Di seguito, ampi stralci degli interventi di Simone Morandini e di Daniele Garrone (tratti dal registratore e non rivisti dagli autori) e il testo del documento finale. (ingrid colanicchia)
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!