Cambia, tutto cambia. Un’agenda di lavoro per una teologia planetaria
Tratto da: Adista Documenti n° 12 del 30/03/2013
DOC-2510. ROMA-ADISTA. Un passo dopo l’altro, l’elaborazione di «un’agenda di lavoro per una teologia planetaria nei prossimi anni» inizia a prendere una forma più chiara. Era stato questo l’obiettivo della IV edizione del Forum Mondiale di Teologia e Liberazione (Wftl) svoltasi nel quadro del Forum Sociale Mondiale del 2011 a Dakar: quello di individuare un insieme ampio di priorità tematiche e di proposte operative come contributo allo sviluppo di una teologia liberatrice, contestuale, impegnata a lavorare per “un altro mondo possibile”. Oggi su tale compito, che a Dakar era stato appena accennato, si sofferma l’ultimo numero di Voices, la rivista dell’Eatwot, l’Associazione ecumenica dei teologi e delle teologhe del Terzo Mondo (un numero doppio, il 3 e il 4, del secondo semestre del 2012), per iniziativa congiunta della segreteria permanente del Wftl e della Commissione teologica internazionale della Eatwot. Un numero che riunisce alcune relazioni già tenute a Dakar riguardo a un lungo elenco di questioni all’ordine del giorno e offre alcune prospettive nuove, attraverso interventi come quelli di Gerald Boodoo, Vito Mancuso, Giuseppe Ruggieri e José María Vigil, ma sempre nella consapevolezza che nessuna conclusione definitiva è possibile, essendo il cammino da percorrere ancora molto lungo e accidentato. E mentre la prossima edizione del Forum Sociale Mondiale (a Tunisi, dal 25 al 30 marzo prossimo) è ormai alle porte, per il Forum Mondiale di Teologia e Liberazione l’appuntamento è invece rimandato al 2014, in modo da aver più tempo per riflettere sui risultati che emergeranno a Tunisi.
Intanto, però, il dibattito è aperto e, come sottolinea la presentazione del numero di Voices, «tutti sono invitati ad offrire il proprio contributo». Tanto più perché, se a Dakar era stato mosso un passo in avanti riguardo alla discussione sull’epistemologia, sui metodi e sui linguaggi più adeguati a dar conto della straordinaria complessità del tempo presente, non aveva tuttavia assunto ancora grande rilievo il tema, sempre più decisivo, della radicale trasformazione culturale che l’umanità sta oggi sperimentando e delle immani sfide che questa pone alla teologia. È la questione di ciò che viene definito come “tempo assiale”, inteso come una nuova configurazione religiosa e culturale dell’umanità, un tempo di rotture radicali e di prospettive inedite che la teologia sarebbe necessariamente chiamata ad affrontare, dando la priorità al compito di accompagnare e favorire tutte le trasformazioni necessarie e ricreando se stessa a partire da presupposti nuovi (v. Adista nn. 6 e 20/11). È su questo tema della possibilità, nel presente o in un futuro prossimo, di un nuovo tempo assiale che il teologo José María Vigil, che già in passato si era occupato della questione, si sofferma su questo numero di Voices in maniera più approfondita, sulla base del tradizionale metodo del “vedere, giudicare, agire”, interrogandosi sulle implicazioni che avrebbe per la religione e la teologia il riconoscimento del «carattere assiale» della trasformazione in corso.
Di seguito riportiamo ampi stralci del suo intervento da noi tradotto, rimandando, per la sua versione integrale in spagnolo e in inglese, alla pagina web della rivista Voices (http://internationaltheologicalcommission.org/VOICES/). (claudia fanti)
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