"Pacem in Terris" l'enciclica della dignità umana. Il Concilio è oggi. Un percorso che continua
Tratto da: Adista Documenti n° 16 del 27/04/2013
DOC. 2518. ROMA-ADISTA. Un percorso che parte dal Concilio e che al Concilio intende arrivare, ma che non si ferma al solo evento conciliare, quello scelto da “Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri”, la realtà autoconvocata nata nel 2012 dall’iniziativa di circa 100 sigle del mondo ecclesiale, tra riviste, comunità, movimenti, per fare memoria attiva del Vaticano II (anche in supplenza, data la sostanziale "latitanza" di iniziative istituzionali). Un percorso che durerà almeno per tutto il triennio in cui si celebrano i 50 anni del Concilio, quello 2012-2015, ma che forse proseguirà anche negli anni successivi. Dopo il primo incontro del 15 settembre 2012 (v. Adista Documenti n. 37/12), che celebrava l’anniversario dell’inizio dei lavori del Vaticano II per rilanciarne la portata profetica – anche al di là dei suoi documenti – il 6 aprile scorso una seconda assemblea ecclesiale si è ritrovata a Roma per discutere non di un documento conciliare, ma di una enciclica, la Pacem in Terris di papa Giovanni (11 aprile 1963), giunta al culmine dei lavori della prima sessione e destinata a segnare profondamente il cammino del Vaticano II così come i percorsi ecclesiali di tanti credenti e non credenti impegnati sui temi della pace, del disarmo, della giustizia sociale.
Al fondo delle tante sollecitazioni venute dalla assemblea, la volontà di capire fino a che punto l'antropologia della Pacem in Terris, con particolare riferimento alla libertà ed alla capacità degli esseri umani di assumere la responsabilità del proprio operare si, sia fatta strada nella Chiesa contemporanea; e su come l’impegno dei cristiani possa proseguire per inverarne maggiormente lo spirito ed i contenuti, nella dimensione ecclesiale come nella sfera temporale.
Su questo numero di Adista pubblichiamo ampi stralci delle relazioni principali della giornata dei lavori. Quelle della mattina, tenute da Rosanna Virgili, Daniele Menozzi, Giovanni Mazzillo; e quelle del pomeriggio, di Antonietta Potente e Giovanni Cereti. A seguire le conclusioni di Raniero La Valle e le proposte organizzative avanzate all’assemblea da Vittorio Bellavite sulle forme e le modalità con cui proseguire l’impegno di “Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri” nel breve-medio periodo. Infine, il documento conclusivo letto al termine dell’assemblea. Delle relazioni proposte qui di seguito i testi di Potente e Virgili sono frutto di una trascrizione audio e non sono stati rivisti dalle autrici.
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