Nessun articolo nel carrello

La Trinità, la nostra dottrina sociale

- ANNO C-26 maggio 2013-SS. Trinità Pr 8,22-31 Sal 8 Rm 5,1-5 Gv 16,12-15

Tratto da: Adista Notizie n° 17 del 04/05/2013

«Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo»: il mistero dei misteri, che oggi e sempre adoriamo, è davanti a noi, non per umiliare la nostra intelligenza, né per “provare” la nostra fede che spesso non gode di buona salute. Non dobbiamo lasciarci invischiare in un specie di esercizio di banale algebra: Uno = Tre.
Non con il grimaldello della logica si entra in questo mistero, ma con il desiderio di trovare nella SS. Trinità un modello esistenziale e di fede, un modello comunionale, rispettoso dei ruoli, ma egualitario, per la società e per le Chiese.
La Trinità non è un mistero astratto e lontano, ma un modello di vita personale e sociale: «La nostra dottrina sociale è la Trinità», ha scritto il filosofo Nikolay Berdjaev. Così i cristiani entrano in politica, avendo davanti solo il bene del popolo e l’esempio solidale del mistero trinitario. La nostra storia personale e sociale “interessa” alla Trinità, come appare dalle letture di oggi.
S. Paolo sottolinea questo interesse divino, questo “debole” che Dio ha per l’essere umano, con un elenco di doni che hanno come culmine l’effusione dello Spirito Santo. E nel brano evangelico, Gesù per la quinta volta promette il dono dello Spirito Santo e ne spiega il ruolo, che è quello di completare la sua Rivelazione, annunciando un futuro nuovo di amore e di comunione solidale. E il Verbo e lo Spirito Santo agiscono anche oltre il Gesù storico, in tutte le religioni.
E il ruolo del Padre, qual è?
A ritroso arriviamo ora alla prima lettura che è un inno solenne alla sapienza divina. Tale sapienza, in realtà, è Dio stesso, presentato come creatore dell’universo.
Per Dio, creare, è una festa e una gioia, è la gioia di colui che, danzando, inneggia alla vita, a questa vita terrena: così si legge nelle ultime battute del brano: «Mi ricreavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».
E il nostro pensiero vola al libro della Genesi, in cui l’autore sacro descrive, non scientificamente, ma simbolicamente, la creazione operata da Dio in sei giorni: è un Dio soddisfatto della sua opera; ma gli essere umani costruiscono l’antigenesi, l’anti-creazione. E Dio “piange”.
Alla fine l’essere umano distrusse la Terra.
La Terra era stata bella. / Poi su di essa aleggiò lo spirito dell’uomo / e distrusse tutte le cose. / E l’uomo disse: siano le tenebre. / E sembrò all’uomo che le tenebre fossero buone, / e chiamò le tenebre “sicurezza”; / e divise se stesso in razze, religioni e classi. / Non ci fu sera e non ci fu mattina / nel settimo giorno prima della fine.
E l’uomo disse: vi sia un governo forte, / per regnare su di noi nelle nostre tenebre…
vi siano eserciti per uccidersi / con ordine ed efficienza nelle nostre tenebre; / perseguitiamo e distruggiamo,
qui e fino ai confini della Terra / coloro che ci dicono la verità, / perché noi amiamo le nostre tenebre. / Non ci fu sera e non ci fu mattina / nel sesto giorno prima della fine.
E l’uomo disse: vi siano missili e bombe / per uccidere meglio e più rapidamente. / E vi furono forni e camere a gas / per rifinire il lavoro. / Ed era il quinto giorno prima della fine.
E l’uomo disse: vi siano droghe / e altre vie d’evasione,
perché un lieve e costante fastidio / – la realtà – / ci disturba, nella nostra comodità. / Ed era il quarto giorno prima della fine.
E l’uomo disse. Vi siano divisioni tra le nazioni / perché possiamo sapere / chi è il nostro nemico. / Ed era il terzo giorno prima della fine.
E per ultima cosa l’uomo disse: / facciamo Dio a nostra immagine, / secondo la nostra somiglianza, / e non ci sia un altro Dio / a competere con noi. / Diciamo che Dio pensa come noi pensiamo / che odia come noi odiamo, / che uccide come noi uccidiamo. / Ed era il secondo giorno prima della fine. / Nell’ultimo giorno vi fu / un grande fragore sulla faccia della Terra; / il fuoco purgò il bel pianeta, / e fu silenzio.
E il Signore Iddio vide / tutto quello che l’uomo aveva fatto, / e nel silenzio / che avvolgeva quei resti fumanti, / Dio pianse.
Impegniamoci affinché Dio torni a “sorridere”, assieme a tutto il creato.

* Teologo e parroco di S. Cristina, Parma

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.