Una bandiera di vita e di morte
Tratto da: Adista Documenti n° 37 del 26/10/2013
Con la sua voce potente, eco di molte voci ancestrali, Mercedes Sosa ci rivolge un invito svisceratamente umano: «Fratello, dammi la tua mano, / andiamo insieme a cercare / una cosa piccina /che si chiama libertà».
La nostra Agenda 2014 accoglie l’invito mettendo a tema la libertà e accettandone la sfida.
Mercedes, con tenerezza rivoluzionaria, qualifica la libertà come una cosa piccola. Una minuta piccolezza. Piccola e grandiosa, come il mistero della libertà di ogni persona, di ogni popolo e di tutta la storia umana. Teneramente piccolina come un feto, spaventosamente grande come l’odio.
Ah, libertà, libertà! Nel tuo nome sono stati vissuti gli eroismi più belli e sono state commesse le più grandi iniquità. Sei bandiera di vita e di morte.
Nell’Agenda affronteremo il tema della libertà in tutte le sue dimensioni, nel tentativo di conoscere e vivere la libertà integrale, che presenta molte sfaccettature, che è un dono e una conquista. Si trova nell’inno di tutte le nazioni e in tutte le antologie. È l’essenza di tutte le religioni. La religione, in ultima istanza, è il dialogo tra due libertà assolute: Dio e la persona umana. Nella fede cristiana, concretamente, proclamiamo che Cristo ci ha liberati perché fossimo veramente liberi. Egli ci ha assicurato: «La verità vi farà liberi». Essere liberi, diventare liberi, accogliere la libertà come un processo spirituale e un vissuto politico significa umanizzare sempre di più la nostra umanità. Sapendo con spirito autocritico e critico quanti sono i nemici che tormentano la nostra libertà; per passare dalla libertà al libertinaggio a volte basta solo un gioco di giustificazioni e questa «cosa piccina» muore, come un uccellino senza ali, nel nostro cuore, nella nostra famiglia, nel nostro lavoro, nel nostro essere cittadini, nella nostra vita personale e nella nostra società. E improvvisamente ci scopriamo schiavi, schiavi della paura, dell’egoismo, del denaro, del consumismo, dell’ambizione, del potere…
Parliamo di libertà e parliamo di liberazione. Non si può eludere la liberazione con spiritualismi o con personalismi disincarnati. La libertà è politica; nella nostra Agenda è politica secondo la limpida opzione che gli zapatisti propugnano: «Sempre dal basso e a sinistra».
La vera libertà è comunitaria, un esercizio di relazioni che danno e ricevono. Io sono libero se tu sei libero. «Non c’è libertà senza uguaglianza». Non c’è neppure libertà senza dignità, una dignità tante volte massacrata da ideologie e sistemi, ma anche vincente grazie alla resistenza esemplare che si fa strada attraverso gabbie, emarginazioni, torture e censure. La lista dei martiri della libertà è infinita.
(…). La canzone di Mercedes ce lo chiede: «Andiamo insieme a cercare» la libertà e la liberazione. Ravviviamo la coscienza che portiamo la voce «di un popolo nella nostra voce». Non lasciamoci strappare via «quella cosa piccina» che garantisce la nostra dignità.
«La nostra Terra spera senza distanze né frontiere». Contro tutti i tiranni, nonostante tutti gli imperi, indignandoci ogni giorno e traducendo in azioni e processi inarrestabili la nostra indignazione.Definitivamente: senza paura della Libertà, che è la paura più disumanizzante, senza paura della Libertà, cioè senza paura della Vita.
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