Nessun articolo nel carrello

La Chiesa "buttadentro" di don Franco Barbero

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 4 del 01/02/2014


Franco Barbero. Benedizionedelle coppie omosessuali. Harmattan Italia, Torino, 2013 pp. 120, 19,50€


Per spiegare efficacemente il senso dell’ultimo lavoro di don Franco Barbero, Benedizione delle coppie omosessuali, è necessario fare qualche passo indietro. Almeno fino al 2003, quando il presbitero, per anni animatore della Comunità cristiana di base di Pinerolo, venne clamorosamente dimesso dallo stato clericale con un provvedimento emanato direttamente dal papa ed in assenza di qualsiasi procedimento canonico (e quindi della stessa possibilità per don Barbero di conoscere le accuse dottrinali a suo carico e potersi difendere). All’origine del provvedimento, soprattutto il seguito che don Barbero aveva (e continua ad avere) presso tanti credenti e comunità ecclesiali in ragione della sua pastorale aperta ed inclusiva a favore delle persone omosessuali. In particolare, della sua scelta di benedire in chiesa quei gay che, dopo un percorso di maturazione nella fede, sceglievano di vivere alla luce del Vangelo (e del sole) il loro rapporto di coppia, oltre che all’interno della comunità cristiana. Celebrazioni che per il Vaticano somigliavano pericolosamente a “matrimoni”. E che dovevano essere definitivamente stroncate. Nonostante lo sconcertante comportamento di quella che all’epoca Barbero definì una «Chiesa buttafuori» che «scambia la Chiesa per una discoteca» alla fine la legge non ha prevalso sulla forza scatenante della Parola.

Lo dimostrano le centinaia di lettere, richieste ed inviti che da tutta Italia continuano ininterrottamente ad arrivare a Barbero (una parte di questo materiale è pubblicato sul suo blog: http://donfrancobarbero.blogspot.it), da parte di gruppi, comunità, preti e religiosi che si interrogano e vogliono tenere aperte le loro chiese al soffio dello Spirito. E lo dimostra anche quest’ultimo volumetto pubblicato dal profetico prete piemontese, che raccoglie i ciclostilati delle celebrazioni e che sta lì a documentare e testimoniare la ricchezza di un’esperienza pionieristica all’interno delle Chiese cristiane (basti pensare che dal 2011 la Chiesa valdese ha dato il via libero definitivo alla benedizione delle unioni gay). Soprattutto, dimostra come quelle liturgie non abbiano mai voluto essere un atto di ribellione all’autorità; piuttosto la disobbedienza franca e fraterna ad una legge ecclesiastica ritenuta contraria alla prassi inclusiva del Gesù evangelico. Una provocazione costruttiva, quindi, che invita a ripensare ogni atteggiamento o atto di esclusione, condanna e sterile chiusura dentro la Chiesa cattolica.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.