
Applausi a sinistra, fastidio a destra. Reazioni all’enciclica Laudato si’
Tratto da: Adista Documenti n° 24 del 04/07/2015
DOC-2720. ROMA-ADISTA. Le reazioni all'enciclica Laudato si' di papa Francesco sono state sostanzialmente quelle che ci si poteva attendere: di entusiasmo da parte di chi ha a cuore la “casa comune” e di rifiuto da parte di chi persegue altri interessi (senza trascurare le critiche su alcuni punti discutibili ma marginali del testo papale, come quello relativo alla questione di genere, v. Adista Notizie allegato). Grande soddisfazione è stata naturalmente espressa dal mondo ecologista: l'enciclica, afferma Greenpeace, «ricorda che l'ambiente è un patrimonio collettivo dell'umanità e la responsabilità della sua cura cade su noi tutti: una visione che abbiamo sempre condiviso, e che si pone come un imperativo per tutti coloro, religiosi o laici, che hanno a cuore il futuro del Pianeta». In questo quadro, l'accento sulla necessità di un abbandono, graduale e senza ritardi, dei combustibili fossili è, prosegue Greenpeace, «un chiaro messaggio diretto a investitori, amministratori delegati e leader politici affinché accelerino la rivoluzione energetica verso fonti pulite». E neppure si deve dimenticare, come osserva il papa, che «sono più i poveri a essere maggiormente colpiti dai cambiamenti climatici, pur avendo contribuito meno di tutti a causare il problema». Ugualmente convinto l'apprezzamento dell'Etc Group, già presente all'incontro dei movimenti popolari in Vaticano, secondo cui l'enciclica rappresenta un attacco diretto al potere delle multinazionali, dalle imprese del settore energetico agli oligopoli della catena alimentare, accompagnato da una forte critica alla «fiducia cieca» nelle soluzioni tecnologiche. «È un messaggio chiaro ai negoziatori» che saranno a Parigi per la Conferenza sul clima del prossimo dicembre (Cop21), afferma l'Etc Group, evidenziando la sfiducia del papa per quella combinazione di riduzioni volontarie delle emissioni e di invenzioni tecnologiche “magiche” che non farà altro, secondo l'associazione, che incrementare i livelli di anidride carbonica dalle attuali 400 parti per milione fino a 700 ppm entro il 2100, provocando un innalzamento delle temperature di almeno 3,5 gradi centigradi.
Un profondo riconoscimento viene anche da Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice (Comune-info, 19/6), a giudizio del quale «l’insegnamento più profondo di questa enciclica è che non bastano le riflessioni scientifiche sulla gravità della crisi ambientale per cambiare l’atteggiamento predatorio nei confronti della Terra», in quanto occorre ribaltare il «sistema dei valori che orientano le nostre scelte di vita», superando il materialismo e recuperando una dimensione spirituale. È in questo quadro che Pallante evidenzia «le riflessioni del papa sulla necessità di una decrescita, cioè di una riduzione dei consumi di risorse da parte dei popoli che vivono nell’abbondanza e nello spreco, per consentire di vivere dignitosamente ai popoli a cui ne restano meno del necessario»: è importante, prosegue, «che papa Francesco non abbia interpretato questa esigenza di giustizia in termini di una più equa redistribuzione del potere d’acquisto», perché la crisi ecologica non si supera distribuendo più equamente quelli che costituiscono «i frutti avvelenati di un atteggiamento predatorio delle risorse naturali». Così, il papa «ci avvisa che l’epoca storica iniziata con la rivoluzione industriale è arrivata al capolinea e che occorre utilizzare il suo enorme lascito di conoscenze scientifiche e tecnologiche per aprire una nuova epoca storica. Non per tornare indietro, né soltanto per rallentare, ma per andare avanti in una direzione diversa».
Un’enciclica che non piace a destra
Dal lato opposto, l'enciclica è destinata ad ampliare la distanza che separa il papa dalla destra cattolica, a cominciare da quella statunitense, notoriamente negazionista in materia di riscaldamento climatico, fino al punto di dichiarare - come ha fatto in una lettera al papa Harold H. Doiron, presidente del Right Climate Stuff Research Team, un gruppo di veterani del programma Apollo della Nasa (RenewAmerica, 8/6) - che «non c'è nessuna ragione scientifica o umanitaria convincente» per tagli immediati alle emissioni di gas a effetto serra, tanto più che i poveri hanno bisogno di «un libero accesso a fonti di energia da combustibili fossili relativamente a basso prezzo per elevare la propria qualità di vita». L'anidride carbonica, ha evidenziato Doiron, «è un gas incolore, inodore e non inquinante, un gas molto speciale pensato dal nostro creatore come un composto chimico essenziale per sostenere ogni pianta, ogni animale e ogni vita umana».
Ma, anche al di là della questione del riscaldamento globale, è tutto un insieme di affermazioni, come sottolinea Lluís Bassets su El País (21/6), a creare malessere nella destra: secondo il papa, infatti, i Paesi ricchi devono pagare il loro debito ecologico con quelli poveri; sulla proprietà privata grava sempre un'ipoteca sociale; l'economia non può controllare la politica; il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, è sbagliato e miope; i boicottaggi di certi prodotti da parte dei consumatori costituisce una sana pressione sulle imprese, e via dicendo.
Il punto decisivo, tuttavia, sarà, come sottolinea il teologo della liberazione brasiliano Marcelo Barros, quello delle conseguenze che si trarranno dall'enciclica, delle ricadute concrete del testo papale sui credenti e sulla popolazione in generale, soprattutto in vista della decisiva Conferenza di Parigi. E un primo segnale, in tal senso, viene dalla Marcia “Una terra. Una famiglia umana”, promossa il 28 giugno alle ore 9, a Piazza Farnese, a Roma, dalla Focsiv, il coordinamento di ong cattoliche - su proposta della Campagna interreligiosa contro i cambiamenti climatici OurVoices - a cui stanno aderendo anche numerose organizzazioni ambientaliste come Greenpeace, il Wwf, Legambiente, con il supporto della Coalizione Italiana per il Clima e della comunità online di advocacy Avaaz.
Vi proponiamo, in una nostra traduzione dallo spagnolo, i commenti all'enciclica dell'ecoteologo brasiliano Leonardo Boff (www.servicioskoinonia.org, 19/6) e del vescovo di Aysén Luis Infanti de la Mora (Adital, 19/6) e, dal portoghese, l'intervento inviatoci dal teologo Marcelo Barros.
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