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Solo la democrazia ci salverà. Le alternative dei popoli al Partito del Mercato Unito

Solo la democrazia ci salverà. Le alternative dei popoli al Partito del Mercato Unito

Tratto da: Adista Documenti n° 16 del 30/04/2016

DOC-2780. ROMA-ADISTA. Solo la democrazia può salvare l'Unione Europea, messa in ginocchio dalle politiche di austerità, lacerata da spinte centrifughe, tentata dal ritorno delle frontiere (e peggio ancora dei muri) e, come se non bastasse, minacciata pure dal Ttip, il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti negoziato da Stati Uniti e Commissione Europea, quell'accordo nel segno della deregolamentazione che comporterebbe la definitiva capitolazione della politica, potendo le imprese, grazie alla clausola di protezione degli investimenti, rivolgersi a un tribunale arbitrale al fine di ottenere un risarcimento per ogni cambiamento legislativo di uno Stato destinato a comportare una diminuzione dei loro profitti (proprio contro il Ttip è stata lanciata, per il 7 maggio a Roma, una mobilitazione nazionale che sta già registrando l’adesione di decine di movimenti, organizzazioni, comitati, sindacati, associazioni contadine e ambientaliste).

Un imperativo, quello di una profonda e urgente democratizzazione dell'Europa, che è già al centro della campagna di DiEM25, il Movimento Democrazia in Europa 25 (dove il numero sta per l'anno 2025, il termine entro cui tale compito dovrà essere portato a termine; v. Adista Documenti n. 8/16) come pure dell'appello “Un Piano B per l’Europa. Per costruire uno spazio di convergenza europea contro l’austerità e per la costruzione di una democrazia autentica”, firmato da centinaia di attivisti, politici e intellettuali (v. Adista Documenti n. 6/16) e che viene ora rilanciato anche dal Rapporto Euromemorandum 2016 (il rapporto annuale dall’EuroMemo Group, un network di economisti europei per una politica economica alternativa, consultabile su Sbilanciamoci.info), dal titolo "L’Europa delle crisi. Le alternative per l’economia, la solidarietà, la democrazia". Perché è indubbio, secondo il rapporto dell’EuroMemo Group, che, a fronte di un deficit democratico già insito nella costruzione dell'Unione Europea ma decisamente «amplificato dalla crisi e dal modo in cui le classi dirigenti hanno risposto ad essa» - fino al punto che il processo elettorale e l’alternanza al governo dei diversi partiti rischiano di perdere gran parte del loro significato - l'unica maniera di concretizzare proposte innovative e ambiziose, recuperando quel senso di appartenenza all'Unione oggi minacciato da un rancoroso anti-europeismo, è quella di «riequilibrare i poteri mediante il rafforzamento dei processi democratici».

E sull'indebolimento della democrazia, così evidente «nel funzionamento oligarchico» della Ue, ma anche nell'«escalation golpista» che sta minacciando l'America Latina e che si sta ora consumando in Brasile (v. Adista Notizie n. 16/16 allegato), si soffermano anche il sociologo e filosofo francese Michael Löwy e il geografo messicano Samuel González, evidenziando come negli ultimi decenni, con il trionfo del neoliberismo, si sia imposta «una democrazia di bassa intensità, una democrazia senza contenuto sociale ridotta a un recipiente vuoto». Certo, affermano i due autori, «abbiamo ancora le elezioni, ma sembrerebbe che vi sia un solo partito, il Partito del Mercato Unito, in due varianti dalle differenze limitate: la versione neoliberista della destra e quella socioliberista del centrosinistra».

Vi proponiamo brevi stralci del Rapporto Euromemorandum 2016 (la cui versione integrale può essere letta sul sito di Sbilanciamoci, http://sbilanciamoci.info/7369-2) e, in una nostra traduzione dallo spagnolo, la riflessione di Löwy e González, pubblicata dalla rivista messicana di critica militante Memoria (http://revistamemoria.mx, n. 257, 1/16). 

* Immagine di Steve Rotman, tratta dal sito Flickr, immagine originale e licenza. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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