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Ai nostri lettori...

Tratto da: Adista Notizie n° 23 del 25/06/2016

Cari lettori, care lettrici, dopo quasi sette anni lascio il ruolo di “responsabile a norma di legge” della testata Adista, che avevo assunto il 10 luglio 2009, succedendo ad Angelo Bertani.

L’espressione “responsabile a norma di legge”, invece della più usuale formula “direttore responsabile”, non è mera questione lessicale, ma frutto della scelta, compiuta molto tempo fa, di non avere un “direttore solo al comando” – parafrasando il radiocronista della Rai Mario Ferretti che parlava di Fausto Coppi al Giro d’Italia del 1949 (“un uomo solo al comando”) –, bensì una redazione che elabora e produce insieme la linea editoriale della rivista.

Rivolgo i migliori auguri di buon lavoro a Ludovica Eugenio, che assumerà tale incarico al mio posto. Per quanto riguarda me, continuerò ovviamente a scrivere su Adista. Per cui a rivederci sulle nostre-vostre pagine,

Luca Kocci

Care lettrici, cari lettori, mi rivolgo a voi per un breve saluto, come vuole la tradizione, nel momento in cui assumo la direzione di Adista. Che, come ha bene indicato Luca - che ringrazio a nome di tutta la redazione per l’eccezionale lavoro svolto anche come presidente della cooperativa - è soltanto una “responsabilità a norma di legge”, assunta nella logica di un passaggio di testimone che garantisce la piena corresponsabilità tra tutti i redattori della testata. Perché Adista, e voi che ci leggete lo sapete bene, è da anni un luogo di elaborazione culturale, ecclesiale e politica che fa riferimento ad un collettivo redazionale, non ad una singola persona. Io, così come anche Luca, avrò solo il compito – comunque non facile, e che Luca ha svolto con grande saggezza e mitezza – di coordinare una gestione che era e resta collegiale ed aperta al contributo di tutte e tutti.

Sono ad Adista dal 1990 e vivo da ormai molti anni il clima fecondo, la ricchezza e l’importanza del lavoro di questa piccola testata; laica, ma che si occupa di informazione religiosa; punto di riferimento di credenti e non credenti impegnati per la realizzazione di una società più giusta e di una Chiesa più evangelica, ma rigorosamente senza padroni o sponsor ecclesiastici; un settimanale radicato nel tessuto ecclesiale e civile, in Italia nonché all’estero, ma anche un giornale che orgogliosamente resta edito da una piccola cooperativa di giornalisti, caso fra pochi in un’Italia dove l’informazione è monopolio di banche e gruppi industriali e finanziari.

Io mi impegnerò a portare avanti questa grande utopia iniziata ormai quasi 50 anni fa (il prossimo anno festeggeremo le nozze d’oro tra Adista ed i suoi lettori!). Voi lettori, abbonati, amici fedeli, continuate a sostenerci, perché la vostra vicinanza è essenziale, specie in questa fase così difficile per la piccola informazione e per quella religiosa in particolare.

Vi chiedo di farlo in alcuni modi.

- Scrivendoci, facendoci sapere cosa trovate di bello e cosa invece ancora manca ad Adista.

- Rinnovando da subito il vostro abbonamento per il prossimo anno, dandoci così già da oggi la certezza che il vostro sostegno proseguirà anche nel 2017.

- Abbonando qualcuno che sapete interessato alla nostra informazione, che magari in passato era abbonato ed ora non lo è più.

- Sottoscrivendo una quota di “solidarietà” da aggiungere liberamente al prezzo dell’abbonamento.

- Firmando il 5xmille a favore di “Officina Adista”, inserendo il codice 97707140584 nella casella dedicata alle associazioni di promozione sociale.

Uno o più di questi gesti possono fare una differenza enorme per la vita della nostra testata.

Un abbraccio quindi, con l’augurio che, grazie al sostegno di chi ci è sempre stato vicino, Adista continui a vivere ed a proseguire il suo impegno con la determinazione e l’impegno di sempre. Noi ce la metteremo tutta, con iniziative di cui vi informeremo passo dopo passo. Già in queste settimane abbiamo iniziato a girare tra gruppi e comunità per discutere con voi di Adista e del ruolo dell’informazione religiosa indipendente e progressista in Italia. 

Assieme a me, vi abbracciano Luca e tutta la redazione,

Ludovica Eugenio

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