La “Buona scuola” va alla guerra. I protocolli d’intesa tra Miur e Ministero della Difesa
Tratto da: Adista Documenti n° 22 del 17/06/2017
doc-2858. CATANIA-ADISTA. Scambi di esperienze, incontri, manifestazioni, dibattiti, progetti didattici, educativi, corsi, giornate di volontariato, alternanza scuola-lavoro; ci sarebbe da felicitarsi per questo gran fermento nella scuola di ogni ordine e grado, se non fosse che gli interlocutori di scuole, studenti e docenti sono... le forze armate e le basi Nato presenti nel nostro Paese. Pare un’autentica militarizzazione della scuola quella a cui si assiste, frutto di un protocollo d’intesa tra Ministero della Difesa e Miur, con tributi e ringraziamenti rivolti dalle scuole alle istituzioni militari coinvolte, mentre non una parola viene pronunciata sul ruolo delle basi Usa nel Mediterraneo o sui loro interventi «nei teatri bellici di mezzo mondo. Né tantomeno su quanto avverrà a breve termine a Sigonella», destinata a diventare «capitale mondiale dei droni, i velivoli di distruzione di massa interamente automatizzati»: «Altro che pace o valori di solidarietà, cooperazione, volontariato». Di tale situazione rende conto in una accuratissima analisi Antonio Mazzeo, peace-researcher e giornalista - autore di numerose inchieste sui processi di riarmo e militarizzazione in Italia e nel Mediterraneo (http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/ - in una relazione dal titolo “Educazione alla pace o preparazione alla guerra? I protocolli d’intesa MIUR-Ministero della Difesa”, tenuta lo scorso 18 maggio a Catania nell’ambito del Corso di formazione nazionale per insegnanti “Le Guerre e i grandi processi migratori: l’impegno della scuola per comprendere il presente”, promosso dal CESP, il Centro Studi per la Scuola Pubblica. Di seguito, ne riportiamo ampi stralci.
*Immagine di Civa61 tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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