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Il futuro del cardinale val bene una messa? Polemiche acide in Perù sul luogo per la celebrazione eucaristica di papa Francesco
LIMA-ADISTA. Papa Francesco, quando sarà nella capitale del Perù - che visiterà dal 18 al 21 gennaio prossimo, proveniente dal Cile (15-18/1) -, celebrerà la messa nell’aeroporto militare di Las Palmas. La cosa non farebbe notizia se non fosse che, per la scelta di questo luogo, nel Paese latinoamericano è accaduto il finimondo. All’origine del quale campeggia la figura dell’arcivescovo di Lima, il card. Juan Luis Cipriani, dell’Opus Dei, che è personaggio importante, ma talmente controverso da far scatenare stampa e siti web su ogni posizione di rilievo che assume pubblicamente.
Inizialmente, ovvero a luglio scorso, in preparazione della visita, la scelta era caduta sulla Costa Verde, col benestare sia delle delegazioni vaticane, sia della Conferenza episcopale. Fino a quando il viceministro della Sicurezza Pubblica Ricardo Valdés ha allertato sui rischi della spiaggia: «Deve essere un posto di facile accesso e di minori pericoli. La Costa Verde ne ha due: la scogliera e il mare». Insomma, vie di fuga ridottissime: che succederebbe in caso di terremoto o di tsunami? Il cardinale ha accolto di mal garbo le obiezioni del viceministro, lo ha chiamato «profeta di sventure per la possibilità di un sisma o uno tsunami», ma «una cosa è preparare e avvertire la popolazione e un’altra è generare panico come se il terremoto fosse domani». C’è poi un altro ragionevole argomento contro la scelta della Costa Verde: può ospitare un massimo di 800mila persone, mentre si prevede che siano fra uno e due milioni i fedeli che accoreranno alla messa del papa. Una capacità che possiede invece l’aeroporto di Las Palmas.
Dopo un tira e molla di giorni, di incontri e discussioni, alla fine il cardinale di Lima ha dovuto cedere. Ma intanto i media si erano sbizzarriti sulla testardaggine di Cipriani, avanzando – sarebbe più corretto dire affermando – ipotesi secondo loro molto fondate. Una per tutti, il quotidiano La Republica (27/10), che dopo aver riportato l’osservazione piccata del cardinale al viceministro Valdés e chiedendosene il motivo, risponde: «Perché la sicurezza non sembra essere il suo interesse, come invece approfittare della visita di Francesco a suo beneficio. La zona di Las Palmas – a differenza della Costa Verde – non è giurisdizione dell’arcivescovo di Lima, ma del vescovo castrense Juan Carlos Vera, che in questo caso dovrebbe presiedere la cerimonia al posto di Cipriani». «Da quando si è saputo della visita del papa, Cipriani non ha fatto che boicottare la campagna della Conferenza episcopale peruviana, cercando di appropriarsi di questo grande evento e mettersi in mostra davanti a Francesco nel contesto della prossima elezione del presidente dei vescovi, rinviata da gennaio al prossimo marzo, e perché non si accetti la sua rinuncia quando, il 28 dicembre 2018, compirà 75 anni. Questo è quello che è in gioco nella scelta del luogo per la messa che officerà il papa, e sarà sicuramente un grande, per quanto Cipriani senta che pregiudica la sua personale prospettiva futura».
Che sia giusta o meno la lettura del quotidiano limense, il cardinale però ha fatto buon viso a cattivo gioco, emettendo il 3 ottobre un comunicato, dal quale emerge tuttavia forte irritazione. «Da luglio di quest’anno – scrive non rinunciando ad una ricostruzione dei fatti pro domo sua – si è cercato un luogo accogliente, carino e sicuro (…) per ricevere il papa e si è scelta la Costa Verde, con l’approvazione di due delegazioni del Vaticano e della Conferenza episcopale che ha convocato la stampa e presentato il programma generale». Ciò malgrado, seguita il comunicato, «abbiamo potuto registrare nelle ultime settimane una campagna aggressiva contro questo scenario, con commenti che mancano di rispetto verso la Chiesa e (…) vogliono spaventare la popolazione raccomandano di non assistere alla messa del Santo Padre. Opinioni che in realtà – affonda il cardinale – rispondono a criteri ideologici e politici totalmente lontani dalla visita esclusivamente pastorale che realizzerà il papa in Perù». «Non ha senso – si legge ancora – fare il gioco di coloro che hanno fatto commenti negativi e fuori luogo, meno ancora se provengono da ideologie di persone non credenti che non conoscono né rispettano la fede del nostro popolo, un bene prezioso che brilla di fronte a qualsiasi avversità. Per questo – conclude – concordo con il signor presidente della Repubblica nell’affermare che dobbiamo ricevere il Santo Padre “uniti nella speranza”di un popolo che lo aspetta con un grande entusiasmo e che vuole accompagnarlo con grande affetto durante il suo soggiorno in Perù».
* Foto di Djacobo tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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