
Una pietra dell'edificio
Cari Amici,
a causa di varie influenze non possiamo ora aggiornare il sito di Chiesadituttichiesadeipoveri. Non vogliamo però mancare di condividere una triste notizia d'inizio d'anno, la morte di Albino Longhi, giornalista. Da tutti è stato ricordato come lo "storico" direttore del TG1, alla cui guida era stato chiamato tre volte, e da tutti ne sono stati celebrati il valore, la responsabilità professionale e indipendenza, come anche ha fatto il presidente della Repubblica, Mattarella. Infatti era stato molto bravo, a prova del fatto che un'altra informazione del servizio pubblico è possibile; ma lo era stato anche come direttore, non succube della proprietà, all' "Arena" di Verona e come giornalista della politica. Ma non è stato raccontato da quale scuola fosse venuta questa sua ammirevole identità professionale. Era venuta da una scuola non solo di serietà e di rigore etico, ma anche di alta professionalità. Tale era stato "l'Avvenire d'Italia" di cui Albino Longhi era stato per molti anni redattore-capo a Bologna, nel periodo di Moro, del cardinale Lercaro e del Concilio Vaticano II. E fu grazie a lui che il giornale poté dedicarsi, con tutte le sue forze, a raccontare quella svolta epocale che si dispiegò attraverso il Concilio, perché non si sarebbe potuto fare il giornale a Roma, immedesimandosi in quell'evento, se lui non fosse stato sera per sera a fabbricarlo e a farlo uscire coerente e completo a Bologna.
Albino Longhi ebbe pertanto un ruolo importante nel processo di trasmissione del Concilio al popolo cristiano e perciò lo ricordiamo come una delle pietre che hanno concorso a costruire quel rinnovato edificio della Chiesa, dei poveri e di tutti, quale ora si presenta grazie al ministero di papa Francesco.
Nel suo funerale a Roma Longhi è stato ricordato soprattutto come un uomo mite. Ha svolto molti ruoli giornalistici; oggi noi amiamo pensarlo come il nostro inviato in Paradiso, da dove ci possa dare la notizia, già trasmessa peraltro nella sua testimonianza di vita, che i cieli sono aperti e i miti erediteranno la terra, cioè la prenderanno in custodia facendola vivere e fiorire.
Giungano a tutti gli auguri più cordiali di buon anno.
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