
Papa Francesco è saggio e Pechino è paziente: gli ingredienti per la “pace” fra Cina e Vaticano
HONG KONG-ADISTA. Non esiste, finora, nessuna dichiarazione ufficiale cinese sull’avanzamento dei negoziati fra Cina e Santa Sede per il ristabilimento dei rapporti diplomatici interrotti nel 1951. E di avanzamento si è potuto correttamente parlare in questi giorni, dopo l’intervista rilasciata dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin sulla volontà di risolvere il contenzioso con il Paese asiatico (v. Adista Notizie n. 5/18) e dopo che – secondo quanto riportato dal Wall Street Journal il 3 febbraio scorso – papa Francesco avrebbe deciso di riaccogliere nella comunione con la Sede apostolica di Roma sette vescovi cinesi (alcuni dei quali scomunicati) della “Chiesa patriottica”, quella governativa.
Malgrado il silenzio, la certezza che la Cina abbia apprezzato viene dall’editoriale (http://www.globaltimes.cn/content/1088345.shtml) del 5 febbraio del Global Times, il quotidiano cui il governo talvolta affida notizie e commenti che non devono ancora avere carattere di ufficialità.
«Prima o poi, Pechino e il Vaticano stabiliranno relazioni diplomatiche», afferma l’editorialista, fiducioso nei diplomatici del suo Paese e nella persona di papa Francesco: «Crediamo – continua il commento – che i diplomatici di Pechino possano gestire bene i negoziati, tenendo conto dell'interesse nazionale e delle credenze religiose dei cattolici. Papa Francesco ha un'immagine positiva per il pubblico cinese. Si prevede che spingerà avanti le relazioni Cina-Vaticano e risolverà con la sua saggezza i problemi correlati».
Il parere dell’editorialista è che «l'accordo Pechino-Vaticano, se concluso, sarebbe di enorme beneficio per i cattolici. Come risultato dei cambiamenti nei modelli politici laici, le dispute sono inevitabili nella storia della religione e possono evolversi in divisioni religiose in molte circostanze. La Santa Sede ha raggiunto un accordo con il Vietnam sulla nomina del vescovo, e un accordo con la Cina sulla questione rifletterebbe la capacità dei cattolici di adattarsi ai cambiamenti». Peraltro, nel Paese non ci sono pregiudizi sui cattolici: «il vasto numero di non cattolici in Cina – precisa l’articolo – non è mai stato fortemente contro il Vaticano. Il pubblico cinese rispetta generalmente ogni Papa». Comunque sia, «Pechino è paziente nei suoi negoziati con il Vaticano».
*Foto tratta da Wikimedia Commons immagine originale e licenza
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