
I laici di Osorno con si fidano: parleremo solo con l'inviato del papa
SANTIAGO DEL CILE-ADISTA. Mons. Charles Scicluna, arcivescovo di Malta, giungerà a Santiago il 20 febbraio per ascoltare quanti hanno da dire qualcosa sul vescovo di Osorno, mons. Juan Barros (fermamente voluto e sempre difeso da papa Francesco), accusato da vittime e testimoni degli abusi sessuali e psicologici commessi dall’ex sacerdote Fernando Karadima, non solo di non aver preso provvedimenti per fermare il predatore, ma di aver addirittura assistito ai soprusi.
L’inviato del papa (v. Adista n. 6/18) prima di approdare in Cile, sarà a New York dove il 17 febbraio incontrerà Juan Carlos Cruz, la vittima che ha raccontato a papa Francesco in una lettera del 2015 (http://www.adista.it/fileman/Uploads/caro_santo_padre_1_.pdf) la sua odissea nelle mani di Karadima e di Barros. In Cile, il 21/2 – secondo un articolo dell’Associated press, informatissima sulla questione – Scicluna si vedrà con una delegazione di laici cattolici e sacerdoti della diocesi di Osorno che da tre anni chiedono l’allontanamento del vescovo.
Informa l’AP che il nunzio apostolico in Cile, Ivo Scapolo, tramite e-mail ha chiesto al portavoce del gruppo, Juan Carlos Claret, di selezionare cinque persone per l’incontro con Scicluna e di inviare a lui, alla Nunziatura, entro il giorno16 febbraio un documento «dettagliato» su ciò che intendono dire all’investigatore vaticano. Il documento, ha detto il nunzio, avrebbe aiutato Scicluna nella sua missione di inchiesta sul vescovo Juan Barros.
Juan Carlos Claret non si è fidato e ha detto che avrebbe consegnato all'ambasciata vaticana un documento corredato di informazioni solo generali. Sulla questione Barros, «per tre anni è stato il nunzio a bloccare tutti i tentativi di dialogo, sia con il clero che con i laici», ha detto all'AP. Le informazioni dettagliate saranno riferite solo a mons. Scicluna.
*Foto di Fernando Perez, tratta da Flickr - immagine originale e licenza
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