
Immigrati in Italia: i "numeri" del 2017
MILANO-ADISTA. La Fondazione Ismu (Iniziative e Studi sulla Multietnicità), in un comunicato emesso il 19 febbraio, ha reso noti alcuni dati sui richiedenti asilo nel 2017, elaborati su quelli forniti dal Ministero dell’Interno e dall’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati.
Emerge che è cresciuto il numero dei migranti che hanno fatto domanda di asilo e protezione internazionale nel nostro Paese (attualmente la seconda motivazione di ingresso di cittadini non comunitari in Italia dopo i ricongiungimenti familiari): la domanda è stata presentata, nel 2017, dalla cifra record di 130mila persone, il doppio rispetto a 4 anni. Le domande sono aumentate solo del 5,4% rispetto al 2016; il calo si è registrato a partire dallo scorso luglio a causa del brusco rallentamento degli sbarchi ottenuto in particolare con gli accordi con la Libia.
In crescita la presenza femminile (oltre 21mila nel 2017, il 16,2% del totale, mentre erano il 15% nel 2016, l’11,6% nel 2015 e solo il 7,5% nel 2014). Impressionante il numero delle domande presentate nel 2017 dai minori non accompagnati: 9.782, il 73,5% rispetto all’anno precedente. «Pertanto – commenta l’Ismu – costoro hanno quantitativamente superato i minori accompagnati (6.525 domande di asilo nel 2017). Si tratta soprattutto di maschi (93%) e quasi-adulti: solo 82 domande riguardano minori di 13 anni. Oltre un quinto dei richiedenti asilo minori soli giunge dal Gambia; seguono i nigeriani (12%) e i giovani provenienti dal Bangladesh (11,4%).
Per quanto riguarda la nazionalità dei richiedenti nel complesso, nel 2017, le domande sono state presentate soprattutto da nigeriani, bangladesi, pakistani, gambiani e ivoriani. Per i migranti originari del Bangladesh in particolare si è registrato il più significativo aumento: nell’ultimo anno le domande di asilo sono quasi raddoppiate.
Comunque, ben il 52% non ha ottenuto alcuna protezione, cioè non gli è stato riconosciuto né lo status di rifugiato, né di “protezione sussidiaria”: su 82mila domande esaminate da 49 Commissioni territoriali e Sezioni in sede distaccata, il riconoscimento è andato a 42.700 casi. «È tra i 18-34enni – osserva il l’Ismu – che si registra il maggior numero di non riconoscimenti, cioè il 57% dei migranti in tale fascia di età. Gli uomini molto più delle donne hanno visto respingere la domanda di asilo nel 2017 (56% dei casi, 39mila migranti)».
Lo status di rifugiato – che è riconosciuto alla persona che effettivamente viene perseguitata nel Paese d’origine per motivi di opinione politica, opinione religiosa, razza, nazionalità o appartenenza ad un determinato gruppo sociale – è stato ottenuto, nel 2017, da un maggior numero di persone che nel 2017: 8,4% rispetto al 5,3%. La “protezione sussidiaria” ha avuto invece un brusco calo: concessa nel 2016 a 12mila migranti, nel 2017 ha riguardato 6.800 richiedenti. Una domanda su quattro, tuttavia, ha avuto come esito la protezione umanitaria.
Altri dati, insieme a tabelle riassuntive e a statistiche, si possono leggere all’indirizzo web www.ismu.org.
*Foto gratis Creativ Commons immagine originale e licenza
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