
Frutti, fiori, aromi nell’orto dell’integrazione
ROMA-ADISTA. La Famiglia Vincenziana, la Società cooperativa sociale Tre Fontane, l’Associazione no-profit Linaria hanno ideato un progetto cui hanno dato titolo “Coltiviamo l’integrazione: fiori e frutti in terra d’asilo”. «Il progetto – si legge in un comunicato del 27 febbraio – consiste nella riqualificazione e la valorizzazione di circa due ettari di terreno incolto di proprietà della Congregazione della Missione a Roma, in via dei Capasso 30, dove verranno coltivate varietà botaniche particolari, che possano rispondere a un mercato ancora poco conosciuto ma sicuramente in espansione». A fianco alla coltivazione l’integrazione, perché la coltivazione consentirà di procedere «alla qualificazione delle competenze professionali di un gruppo di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria, regolarmente soggiornanti a Roma al fine di un loro inserimento nel tessuto sociale e lavorativo cittadino». In sintesi, un’iniziativa «che è al tempo stesso una sperimentazione per il suo evidente impatto sociale, economico e ambientale con la potenzialità di diventare un progetto pilota replicabile in altre realtà urbane nazionali».
La proposta formativa andrà ancora oltre, perché «sarà completata da alcune lezioni sulle tematiche dell’agricoltura urbana, sulle realtà italiane legate al collezionismo botanico grazie a Gaia Zadra, direttrice del Festival del Verde e del Paesaggio di Roma. Un ulteriore contributo verrà da AANT-Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie, che metterà a disposizione, attraverso i suoi docenti, tutta l’esperienza necessaria in tema di Interior, Industrial, Product e Graphic Design per dare ai partecipanti, attraverso workshop dedicati in cui si alterneranno teoria e pratica – questo il metodo nativo dell’Accademia – gli strumenti utili alla creazione di uno spazio armonioso, sostenibile e dotato di un suo brand, affinché acquisti un’identità specifica e riconoscibile. In questo modo verranno definiti, oltre alle soluzioni progettuali dello spazio, anche di un logo e di un brand che identifichino chiaramente il luogo, le piante, e tutti i futuri prodotti per creare un progetto coerente e riconoscibile che racconti in maniera efficace questa specifica realtà».
Oltre al vivaio, «si svilupperà anche un grande orto nel quale si coltiveranno ortaggi, erbe aromatiche e piccoli frutti. Accanto a verze, insalate e pomodori potranno crescere an-che cardamomo, coriandolo, okra e altri ortaggi ed erbe aromatiche legate alla cultura di provenienza dei beneficiari del progetto. Si prevede la produzione stagionale di prodotti freschi, sani e saporiti, coltivati esclusivamente utilizzando tecniche biologiche. Alcuni prodotti potranno essere elaborati direttamente dai beneficiari per preparazioni come sali e zuccheri aromatizzati». (Per informazioni, Elena Grazini, 39 338 190 24 36, elena@elenagrazini.it).
*Foto distribuita da Creative Commons Zero - CC0 immagine originale e licenza
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